Sea-Watch3, il coraggio della capitana Carola Rackete, lo squallore di Salvini, la faccia come il culo di Zingaretti, l’ambiguità M5S, l’urgenza di una mobilitazione.
Sabato 29 giugno, i 40 migranti bloccati sul Sea-Watch per 17 giorni hanno potuto atterrare sull’isola di Lampedusa all’alba. La capitana della nave è stata arrestata dopo l’attracco non autorizzato al porto di Lampedusa. I 40 migranti saranno divisi tra Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo e Finlandia.
Un primo alt non rispettato. Poi un secondo tentativo, vano, della Guardia di Finanza, di bloccare l’ingresso in porto della Sea Watch, la nave della ong olandese con a bordo 42 migrati soccorsi in mare, che da un giorno e mezzo era a mezzo miglio dall’isola di Lampedusa. L’imbarcazione, guidata da Carola Rackete, non si è fermata e alle due della scorsa notte è entrata in porto dirigendosi verso la banchina. Una motovedetta delle Fiamme Gialle ha cercato di evitare l’attracco spostandosi davanti alla banchina avanti e indietro, la comandante, entrata di poppa, ha speronato la nave delle Fiamme Gialle. Una manovra molto rischiosa, dicono gli inquirenti, che ha messo in pericolo l’incolumità dei migranti e dell’equipaggio a bordo e dei militari della Finanza che erano sulla motovedetta. A terra intanto ad assistere alla scena c’era un gruppo di sostenitori della giovane capitana e un altro gruppo, guidato dalla ex senatrice leghista Angela Maraventano (una che proponeva l’annessione di Lampedusa alla provincia di Bergamo e che in ultimo è stata condannata a tre mesi di reclusione per non aver pagato i contributi INPS a lavoratori del suo ristorante) e altri italiani di pelle bianca che urlavano di sperare che Carola Rackete venisse stuprata. Per tenerli separati ed evitare tensioni sono dovute intervenire le forze dell’ordine. Alle due ad Agrigento si è riunito d’urgenza il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Dopo 17 giorni di vagabondaggio nel Mediterraneo, la trentunenne Carola Rackete, capitana di Sea-Watch 3, ha preso la decisione di entrare nella notte nel porto di Lampedusa senza autorizzazione sfidando i divieti del governo italiano, forzando il passaggio e nonostante una motovedetta della finanza incaricata di impedirlo. «Stiamo ancora aspettando una soluzione che sfortunatamente non emerge. Ecco perché ora ho deciso di attraccare nel porto», ha detto Rackete in un video trasmesso su Twitter dall’ONG Sea Watch. La donna è arrivata nella caserma della Guardia di Finanza verso le 3 della scorsa notte e c’è rimasta circa fino alle 9 del mattino, ospitata nell’ufficio del comandante. Gli investigatori gli hanno notificato gli atti che la riguardavano ed è in quei momenti che la donna si è rivolta a loro chiedendo scusa e ammettendo di aver commesso un errore. Durante la sua permanenza in caserma, Carola non è stata sentita; l’interrogatorio di garanzia è previsto, come detto dall’avvocato di Sea Watch Leonardo Marino, nei prossimi giorni.
«Si difenderà davanti al giudice, è stanca e stressata come l’avete vista tutti quando è scesa dalla nave». Così l’avvocato di Sea Watch, Leonardo Marino, ha risposto ai giornalisti all’esterno della caserma della Guardia di finanza a Lampedusa, dove la comandante Carola Rackete è rimasta per oltre sette ore. L’avvocato ha confermato che la donna sarà agli arresti domiciliari a Lampedusa e che l’udienza di convalida dell’arresto si terrà nei prossimi giorni. Nel periodo trascorso in caserma, secondo l’avvocato, non è stato ricostruito quanto accaduto stanotte: «Le sono stati notificati degli atti, il verbale di sequestro e di arresto e la notifica della sanzione in base al decreto Salvini, niente di più».
«Affronterò tutto con il supporto dei legali di Sea Watch, ora voglio solo le persone a terra». Così il comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete ha reagito alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati della procura di Agrigento. «Prendiamo atto dell’iscrizione nel registro degli indagati della nostra capitana – aggiunge in un tweet la portavoce della Ong tedesca Giorgia Linardi – anche se al momento non ci è stato notificato nulla». Linardi ha poi spiegato che anche questa mattina dalla nave è stata inviata una nuova richiesta di assistenza ma le autorità hanno invitato il comandante a fermarsi a 3 miglia dall’isola e a gettare l’ancora.
«Siamo orgogliosi del nostro capitano – ha scritto su Twitter il presidente della ONG tedesca, Johannes Bayer – ha fatto esattamente ciò di cui c’era bisogno, ha insistito sulla legge del mare e ha tenuto le persone al sicuro». Nella sua dichiarazione, la ONG afferma che nessuna autorità si è fatta avanti per assistere la nave e proporre una soluzione. «Non siamo sollevati, siamo arrabbiati – ha dichiarato Rackete – i governi europei, nei loro uffici con aria condizionata, hanno giocato con la vita di queste persone per oltre 16 giorni. È inumano, inaccettabile e probabilmente contrario a tutte le costituzioni che pretendono di rappresentare». Per Marie Faggianelli, portavoce di Sea-Watch France, tutto questo è «il risultato diretto di 60 ore durante il quale l’Europa non ci ha portato l’aiuto abbiamo chiesto. Carola lo ha fatto perché non aveva scelta. Alcuni erano esausti, sfiniti», aggiungendo che l’equipaggio si è alternato tutta la notte in turni di guardia per assicurarsi che nessuno dei passeggeri si potesse suicidare.
Matteo Salvini ha rifiutato lo sbarco delle persone a bordo fino a quando non ha avuto la certezza che sarebbero stati trasferiti in altri paesi europei. Francia, Germania, Portogallo, Lussemburgo e Finlandia si distribuiranno i migranti salvati. E il ministro degli interni si è congratulato con se stesso, via social, per questa “missione compiuta”. Perché la capitana “fuorilegge” è stata arrestata, la “nave pirata” sequestrata e gli immigrati “tutti distribuiti in altri paesi europei”. Da parte sua, il primo ministro italiano, Giuseppe Conte, che ha partecipato al vertice del G20 a Osaka, ha preso una posizione ambigua: “Io non voglio sostituire me stesso alla magistratura, che è responsabile per l’applicazione della legge [… ]. Ma le leggi esistono, che ci piaccia o no”. Una posizione pilatesca di un premier che è ostaggio di Salvini e dell’ambiguo senso della legalità pentastellata. Anche il ministro Costa, che passa per essere uno dei meno peggio nella compagine pentastellata al governo si esprime con la stessa ambiguità indecente: «Se il procuratore della Repubblica ha ritenuto che ci fossero le condizioni per l’arresto, previsto dal codice di procedura penale, vuole dire che è stato giusto così. L’autorità giudiziaria deve essere autonoma nelle sue scelte. Detto questo, non mi piace invadere le attività di altri mondi. Se ci sono argomenti che riguardano le attività dell’ambiente italiano sono sempre disponibile a parlarne», ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, a margine della cerimonia della consegna della Bandiera Blu a Marina Grande a Sorrento (Napoli), interpellato sull’arresto della capitana Carola Rackete della Sea Watch.
Il procuratore di Agrigento (Sicilia) ha aperto un’inchiesta contro Carola Rackete per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e non conformità con l’ordine di una nave militare italiana di non entrare nelle acque territoriali italiane. Carola Rackete rischia fino a dieci anni di carcere.
«Non dimentichiamo che la gabbia in cui si muovono i provvedimenti razzisti e liberticidi di Salvini e del suo governo, l’ha costruita il decreto Minniti Orlando e che gli accordi con i macellai libici sempre da Minniti sono stati presi. La presenza dei parlamentari piddini a Lampedusa in queste ore non ci trae in inganno – scrive Sinistra Anticapitalista in un comunicato appena diffuso – la capitana è stata arrestata con accuse terribili e quasi da corte marziale, perchè quella che Salvini e i suoi sodali hanno dichiarato è una vera e propria guerra contro l’umanità e con le leggi di guerra la vogliono trattare. Ora occorre subito mobilitarsi per richiedere l’immediata scarcerazione della capitana Rackete, occorre subito aprire un vasto fronte contro le leggi liberticide di questo governo aprendo nel contempo nel paese una grande iniziativa che entri nel merito delle questioni legate all’arrivo dei profughi e dei migranti. Nei giorni scorsi gli scioperi dei portuali genovesi contro l’imbarco di armi da guerra e per l’apertura dei porti ai profughi indica la direzione da prendere: occorre una larga mobilitazione di tutto il movimento dei lavoratori, non bastano comunicati di solidarietà di questa o quella sigla, occorrono azioni concrete. Respingiamo il decreto sicurezza bis e tutte le leggi repressive del governo gialloverde e dei precedenti».
Da parte del Pd va registrata la posizione di Roberta Pinotti, ex pacifista poi ministra guerrafondaia per Renzi, e ora responsabile politiche per la Sicurezza della segreteria nazionale Pd: «Esprimo (lo stesso ha fatto Zingaretti, ndr) la nostra vicinanza e solidarietà alla Guardia di finanza e all’equipaggio della motovedetta speronata dalla nave Sea Watch, che ha dovuto fronteggiare una situazione di altissima difficoltà e pericolosa. Al di là delle nostre valutazioni negative sulle azioni politiche, sugli atti legislativi e suoi toni scomposti del ministro degli Interni, che ha agito per alzare la tensione e non per risolvere i problemi, noi siamo a fianco dei nostri operatori che assolvono quotidianamente al proprio dovere con professionalità e umanità. È lampante che la nave Sea Watch sia stata usata dall’esecutivo in maniera spregiudicata per sviare l’attenzione dai pesantissimi fallimenti del governo, economici e nella gestione stessa della questione migratoria. La solita inaccettabile strategia mediatica che in maniera spregiudicata gioca con la vita delle persone».
In tutta Italia un’ondata di solidarietà sta dando vita a numerose iniziative di sostegno di Rackete e dei migranti, come il corteo partito dal Molosiglio, a Napoli, un corteo di barche promosso dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, per ribadire che il Mediterraneo «deve essere un mare di pace». Il sindaco è salpato a bordo del veliero Pilgrim messo a disposizione dalla Lega navale di Napoli. Sull’imbarcazione a prua sventola una bandiera azzurra con scritto Napoli un mare di pace. Secondo i numeri riferiti, alla manifestazione in favore dell’accoglienza si sono iscritte 125 imbarcazioni di cui il 42% a vela, il restante a motore e 6 water bike. Le barche arrivano dal Molosiglio, dall’isola di Procida, da Baia, da Castellamare di Stabia, da Nisida. Si calcola che a bordo dovrebbero esserci circa 700 persone. La manifestazione, programmata da tempo, cade tuttavia in concomitanza con l’arresto a Lampedusa della comandante della Sea Watch 3. Le imbarcazioni, secondo il programma, arriveranno a Castel dell’Ovo per poi tornare indietro verso Posillipo e Palazzo Donnanna per poi rientrare al Molosiglio.
L’attracco della Seawatch 3 ha sollevato un acceso dibattito che non poteva non coinvolgere le organizzazioni che si occupano anche di economia, finanza e debito.
«In questi giorni assistiamo alla rappresentazione di una propaganda drammatica, tragica e aberrante che usa la storia di persone in difficoltà e in pericolo di vita per sviare dai veri problemi – scrive Cadtm, comitato per l’annullamento del debito illegittimo – quali sono gli effetti reali dei flussi migratori sull’economia nazionale? Davvero la nostra economia andrebbe meglio se fosse libera del ‘fardello’ degli immigrati? Davvero per gli italiani sarebbe più facile trovare lavoro o guadagnare di più? Il governo dovrebbe rispondere a queste domande cruciali per capire il fenomeno migratorio e liberarci dai falsi miti che distorcono il dibattito politico italiano. Il nostro contributo come Cadtm Italia è quello di salvare vite umane affrontando i nodi di un sistema finanziario che genera i veri interessi (passivi) degli italiani, quelli sul debito. La trappola del debito si mangerà quindi 273 miliardi di interessi nei prossimi quattro anni su un debito che, proprio per questo, continuerà a salire e farà aumentare gli interessi futuri, che faranno salire il debito, che aumenterà gli interessi futuri. Ah già! Il vero problema è schierare i militari per difendere il sacro suolo patrio dall’arrivo di 42 persone sfinite. Questa è la potenza della propaganda. Fumo per coprire la sostanza che si è ben delineata nella descrizione dei veri interessi degli italiani. E’ possibile che questi dati non sgretolino il “niente” della propaganda contro i migranti?».