Eccoci nuovamente a discutere delle pensioni del personale della città. Come forse vi ricorderete nel settembre 2017 al momento della discussione sul cambiamento di cassa pensione avevamo fortemente criticato e respinto in votazione il relativo messaggio municipale. Segnalavamo, tra le altre cose, che il Municipio:
– nascondesse al personale ed al legislativo il fatto che all’appello mancavano 17 milioni necessari a raggiungere il grado di copertura della CPE cassa comune;
– si volesse nei fatti impedire al personale di poter ancora usufruire del pensionamento anticipato.
Altri enti pubblici, che pure erano stati confrontati al cambiamento di cassa, si erano assunti integralmente i costi garantendo così al proprio personale, nel corto e lungo termine, le stesse prestazioni pensionistiche. Biasca, ad esempio, mettendoci 4 milioni; AET 8 milioni.
Eravamo stati facili profeti nel preannunciare che la tematica delle pensioni del personale di Bellinzona sarebbe nuovamente stata oggetto di dibattito pubblico.
Nel frattempo le rendite del personale si sono almeno dimezzate. Oggi non è più possibile anticipare il pensionamento a prima dei 64, rispettivamente 65 anni. Le più colpite sono le donne ed il personale con un salario modesto.
Malgrado un chiaro malcontento e precise richieste d’informazione dal settembre 2017 il Municipio si è chiuso a riccio, ha dato di propria mano o per il tramite della CPE, informazioni contraddittorie e si è rifiutato di rispondere alle domande di spiegazioni del personale.
Con il passaggio dalla CPE Cooperativa, rispettivamente IPCT, alla CPE Fondazione si sono rotti gli argini e per le prestazioni pensionistiche del personale della città di Bellinzona à stato l’inizio della fine. Infatti:
· Il personale è stato messo davanti al fatto compiuto che in realtà non vi è stato un passaggio dalla CPE Cooperativa, rispettivamente IPCT, alla CPE Fondazione collettiva. Il personale è stato parcheggiato su una corsia d’emergenza e, più precisamente, in una fondazione individuale. Con tutte le conseguenze che vedremo fra un attimo.
· Dal 2018 la metà del già magro tasso d’interesse sugli averi di vecchiaia viene sottratto al personale ed utilizzato per aumentare il tasso di copertura cosi da raggiungere il tasso di copertura della fondazione comune. Si tratta di quei famosi 17 milioni che dicevamo, nel 2017, mancavano all’appello, nella più grande indifferenza anche di questa sala.
· Il tasso di conversione è stato ridotto, passando dal 5,6% al 5% con conseguente riduzione delle rendite, solo ed unicamente per il personale della città di Bellinzona, del 13%. Una rendita di 2’500 franchi mensili vale ora solo 2’175 Fr.
· Venendo meno alla parola data ed anche alle cifre garantite al momento del passaggio di cassa pensione le prestazioni pensionistiche per il periodo di pensionamento anticipato sono state soppresse.
Di fronte a tutto questo il personale si è posto parecchi interrogativi e ha cominciato a mobilitarsi, in particolare alla ricezione dei certificati di assicurazione che hanno mostrato una forte differenza tra quanto previsto/promesso e la realtà concreta della loro situazione pensionistica presente e futura.
È questo che spiega, tra le altre cose, il fatto che la maggioranza del personale interessato a questo cambiamento di Cassa abbia firmato la petizione che è stata consegnata questa sera prima della seduta del consiglio comunale.
Sulla tematica legata al pensionamento anticipato torneremo al momento in cui questo CC affronterà la nostra mozione presentata nello scorso mese di giugno. In particolare la mozione, contrariamente a quanto si afferma nel messaggio è tutt’altro che superata.
Ci limiteremo qui ad intervenire ed approfondire la tematica legata alla decisione, unilaterale del Municipio, di non trasferire il personale nella fondazione comune.
È infatti a seguito di questa decisione unilaterale ed arbitraria del Municipio che le rendite del personale sono diminuite del 13 % e conseguentemente oggi discutiamo di un primo accanto da immettere per compensare questa perdita. Insistiamo sul fatto che questo è un primo acconto.
Il personale non ha nessuna colpa e di conseguenza non deve subire alcuna riduzione.
La colpa e la responsabilità è del Municipio che nel 2017 non ha voluto versare i 17 milioni necessari all’entrata a pieno titolo nella fondazione collettiva comune.
La CPE ha deciso di ridurre il tasso di conversione. Anche su questo punto potremmo discutere a lungo. In generale la riduzione del tasso di conversione è una decisione politica.
Alfine di evitare la riduzione delle rendite la CPE ha deciso di sciogliere il 13% delle riserve e trasferire questa cifra sugli averi, individuali, degli assicurati alla fondazione comune.
Un esempio concreto: Biasca, per permettere al proprio personale d’entrare nella cassa comune, ha versato 4 milioni che hanno aumentato le riserve della cassa comune. Ora il personale di Biasca riceve di ritorno questi 4 milioni tramite un aumento degli averi di vecchiaia. In questo modo i dipendenti di Biasca, a contrariamente a quelli di Bellinzona, non subiranno alcuna diminuzione delle prestazioni a causa della riduzione del tasso di conversione.
Se oggi il personale di Bellinzona è confrontato con questa riduzione è a seguito di una scelta politica chiara e consapevole del Municipio e di questo CC che non ha voluto, come sempre, ascoltare e dar seguito alle nostre segnalazioni. Anche i sindacati di regime hanno una chiara responsabilità… ma anche questo tema lo riprenderemo in altra sede.
In questi ultimi mesi il personale della città si è mobilitato ed ha espresso in modo chiaro la sua disapprovazione per i tagli alle pensioni con cui sono confrontati a seguito della riduzione del tasso di conversione ma anche per aver dovuto amaramente scoprire che, come da noi denunciato dal 2017, non possono più beneficiare del pensionamento anticipato. La mobilitazione del personale riguarda anche l’arroganza con cui il Municipio si rifiuta di fornire, una volta per tutte, chiare e precise informazioni sulle rendite. Tema al quale accenna, seppur timidamente, anche il rapporto commissionale.
Proprio questa sera una delegazione del personale ha consegnato al presidente Davide Pedrioli una petizione sottoscritta dalla maggioranza del personale interessato dal cambiamento di cassa (423 firme) che esprime questo grande e profondo malcontento con delle chiare e precise rivendicazioni in merito alla riduzione del tasso di conversione oggetto del dibattito di questa sera: nessuna perdita ed entrata nella cassa pensione comune.
E veniamo al messaggio municipale. Esso in sostanza dice che il personale deve accollarsi metà della riduzione delle rendite, il 6.5%.
Visto e considerato che tale riduzione delle rendite poteva venir evitata se nel 2017 il Municipio avesse proposto di versare 17 milioni e di conseguenza permettere l’entrata a pieno titolo nella fondazione collettiva non vediamo per quale ragione oggi si debba mettere a carico del personale una qualsiasi riduzione delle rendite. Di conseguenza per noi il versamento dei 5.8 milioni è un semplice acconto sulla cifra totale necessaria per evitare dei tagli.
Presentiamo questa sera due emendamenti:
Uno riprende le considerazioni contenute nel rapporto stesso in relazione alla mancata consegna dei certificati assicurativi, laddove si invita il Municipio a dare seguito alle richieste di informazione del personale.
Come di consueto questo CC non osa contraddire il Municipio. Al massimo si osa segnalare in modo generico ciò che non va, ma non si ha il coraggio di esigere dal Municipio di sanare la situazione.
È quanto invece vuole fare il nostro emendamento proponendo un punto 4 nel dispositivo sottoposto a votazione.
Il secondo emendamento riguarda il previsto aumento dei contributi assicurativi dell’1,5% da ripartire pariteticamente tra città e personale. Questa richiesta non ci convince e molto francamente la riteniamo un’ennesima furbata. Quest’aumento dei contributi, senza data di scadenza, nasconde a nostro avviso il tentativo di far credere che la compensazione del 50% della riduzione delle rendite avvenga tramite il credito di 5.8 milioni quando, in realtà, ciò avverrà con una trattenuta salariale pagata nella misura del 50% dal personale.
Un gioco analogo fu fatto dal Municipio nel 2017 con il fantomatico credito di 11 milioni per le misure d’accompagnamento. In questo caso a due anni di distanza ne sono stati utilizzati solo 116’000 franchi (4 casi).
Qui succederà la stessa cosa. Di conseguenza l’onere deve essere messo interamente a carico della città.
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