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Interpellanza: Come ci si ricorderà tutto il dibattito parlamentare relativo al regalo di 120’000 milioni alle FFS per finanziare la costruzione della struttura di Castione e per la votazione sull’iniziativa popolare Giù le Mani dall’Officina era stato fatto in assenza di un piano industriale. Di fatto si era discusso di possibili e preventivati posti di lavoro sulla base del nulla.

I dati precisi del piano industriale, e dunque del numero preciso di posti di lavoro, così come delle produzioni che saranno fatte, a partire dal 2026 nello stabilimento di Castione era stato rimandato a dopo data della votazione popolare sull’iniziativa Giù le Mani.

Passata la votazione il partente CEO delle FFS Meyer (che finalmente leva le tende) nella pagliacciata del suo messaggio video “Mani su. La via è libera per un vero futuro. E per Bellinzona un grande potenziale di sviluppo…” del 19 maggio aveva pensato bene di rinviare ulteriormente la data della presentazione del piano industriale ad inizio agosto in occasione della sua tradizionale discesa mondana al Festival di Locarno “Piani concreti al FilmFestLocarno”.

Dal canto sua la signora Cattaneo, portavoce delle FFS e di Meyer aggiungeva: “Entro la fine di giugno avremo lo studio del piano industriale. Piano sul quale il Ceo Andreas Meyer potrà dare i primi input nel mese di agosto”.

Come ben indicato nell’edizione del 20 maggio del Corriere del Ticino: “Quello che si sa dell’Officina 2.0, allo stato attuale, è infatti pochissimo…. Un documento molto atteso (anzi, quello per antonomasia, che tutti veramente aspettano) è il piano industriale. Sarà pronto per fine giugno. Conterrà nei dettagli quello che verrà fatto nel sito di domani (volumi, ore di lavoro, obiettivi, ecc.).”

Intenzione confermata e ribadita nel corso di una conferenza stampa organizzata dalle FFS lo scorso 17 luglio. Come indicava La Regione: “in attesa che il Ceo delle FFS giunga in Ticino il prossimo 7 agosto per la presentazione completa del piano industriale”. Addirittura la solita signora Cattaneo aggiungeva: “L’intenzione dei vertici delle FFS è di evitare il circo dell’altra volta” riferendosi alla polemica venutasi a creare attorno a quanto dichiarato da Meyer nell’agosto del 2018, ovvero che in caso di lungaggini le FFS avrebbero potuto cercare un’ubicazione per le nuove officine oltre Gottardo”.

Agosto ed il Festival di Locarno sono arrivati. La conferenza stampa di Meyer (con il codazzo dei vari Branda, Vitta e Zali) c’è stata; così come vi è stata la firma dell’accordo dettagliato su come spartirsi le spoglie dell’Officina tra FFS, Cantone e Città. Ma in entrambe le occasioni, Meyer non ha di fatto aggiunto nulla, ma proprio nulla, a quel poco che si sapeva da tempo.

Meyer ci ha raccontato qualche nuovo dettaglio (quanto terreno occuperà la nuova costruzione, quanto sarà lunga, etc.): ma questo non ha nulla a che vedere con un piano industriale.

Ci ha ripetuto cose che sappiamo da ormai quasi due anni: ad esempio, che in questo futuro stabilimento industriale si farà la manutenzione della flotta TILO, degli ETR 610 e dei nuovi Giruno: tutte cose che già erano state annunciate due anni fa e poi ripetute pappagallescamente ad ogni occasione.

Ci ha confermato che i posti di lavoro saranno tra i 200 e i 230, anche questo dato già annunciato due anni fa. Non è stato nemmeno in grado di dirci se saranno 200 o 230: una differenza del 15% tutt’altro che secondaria. È un po’ come se il ministro Vitta ci comunicasse, a fine anno, che per l’anno prossimo si prevede che i dipendenti del Cantone saranno 10’000 o 11’500!

In poche parole, non ci ha detto nulla, ma proprio nulla di nuovo. Mostrando ancora una volta quanto fossero false le parole di tutti gli avversari dell’iniziativa sulla quale abbiamo votato lo scorso maggio quando affermavano, di fronte alle nostre contestazioni sulla vaghezza del progetto, che dopo la votazione sarebbero arrivate tutte le precisazioni.

Il risultato è che a quasi due anni dalla firma della dichiarazione di intenti che ha dato il via a tutta l’operazione di distruzione dell’Officina, di un piano industriale degno di tal nome non vi è nemmeno l’ombra.

Domanda 1: Alla luce di queste considerazioni chiediamo al Consiglio di Stato di indicarci in modo preciso e dettagliato il piano industriale tanto promesso e mai presentato dello stabilimento FFS di Castione.

Lo scorso 19 maggio, il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta, commentando i risultati della votazione popolare commentò alla Regione: “Il Governo continuerà ora a monitorare la situazione affinché gli impegni sanciti dalla dichiarazione d’intenti, firmata nel 2017 da Città, Cantone e FFS vengano rispettati.

Sempre il Consiglio di Stato, rispondendo ad una nostra interrogazione nel corso del mese di luglio 2019 indicava che per assicurare un avvenire duraturo per lo stabilimento di Castione con la possibilità di svolgere un più ampio ventaglio di lavori, in particolare la manutenzione leggere e pesante del materiale rotabile di ultima generazione nel settore dei treni viaggiatori.

Nel frattempo, malgrado la vigilanza di Vitta e del Consiglio di Stato le FFS hanno deciso di appaltare alla Deutsche Bahn i lavori per l’ammodernamento di un centinaio di vagoni. Una commessa di diverse decine di milioni di franchi in un ambito dei treni viaggiatori, ossia dove sempre secondo il Consiglio di Stato deve indirizzarsi il futuro dello stabilimento di Castione.

Domanda 2: Come mai, malgrado la presunta e promessa vigilanza del Consiglio di Stato le FFS hanno appaltato all’estero un interessante lavoro che poteva essere svolto nella fase transitoria (ossia prima della messa in attività del nuovo stabilimento di Castione) dai lavoratori occupati presso le Officine FFS di Bellinzona?

Per il Gruppo MPS-POP-Indipendenti

Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori