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Nei mesi scorsi, l’Ufficio cantonale dei rifiuti ha inviato una circolare ai comuni nella quale sconsigliava la raccolta di plastica mista, decisione maturata sulla base di uno studio KuRVe sul riciclaggio e la valorizzazione delle materie plastiche. 

In realtà, dall’introduzione della raccolta delle plastiche miste in alcuni comuni ticinesi (Bellinzona in primis), è risultato che in soli 5 mesi sono state raccolte 25 tonnellate di plastica che non finirà negli inceneritori e che, in buona sostanza, potrà essere riciclata nella misura del 70-90%. Secondo la ditta che ne esegue la raccolta, tale plastica appare di ottima qualità.

Okkio (l’associazione che si occupa di monitorare la questione dei rifiuti) ha analizzato lo studio della KurVe (commissionato dall’Ufam e da 8 cantoni che, neanche a dirlo, gestiscono inceneritori) e ha potuto prima di tutto osservare che a detto studio non è stata chiamata a partecipare l’azienda che si occupa di riciclaggio delle plastiche (InnoRecycling), che, a sua volta, ne ha commissionato un altro ottenendo risultati opposti. (per lo studio commissionato dalla InnoRecycling:  www.iswb.ch/studien/IWSB_EBP_Gutachten_Kunstroffrecycling.pdf).

Visto che proprio l’Ufam orienta e caldeggia lo smaltimento dei rifiuti attraverso gli inceneritori, si può supporre che siamo di fronte ad un conflitto di interesse da parte della Ufam e che lo studio risulta essere palesemente di parte: ”Paradossalmente lo studio KuRVe, nelle sue conclusioni, mette in dubbio la validità economica del riciclaggio, ciò che stride con il fatto che proprio le industrie che attualmente lo propongono, operano senza sussidi statali”.

Tale scelta, a ben vedere, dal punto di vista economico non dovrebbe intralciare dati e conclusioni: se un’azienda che si occupa di riciclaggio e vive di soli investimenti e capitali propri dichiara che il proprio lavoro permette di sopravvivere e, anzi, di fare profitti (arrivando ad importare materia prima dall’Austria, proprio perché in Svizzera non ne trova a sufficienza), significa che il “business” regge, che funziona!

Tutto ciò senza contare l’impatto ambientale, ben più pesante se si considerano le immissioni di CO2 nell’atmosfera, create dalla combustione delle plastiche.

Va ricordato l’impegno preso dalla Svizzera nell’ambito degli accordi sul clima di Parigi: ogni tonnellata di plastica bruciata produce 3 tonnellate di CO2, che corrisponde circa al 5% di tutto il CO2 prodotto nel nostro paese!

Le “preoccupazioni” dell’Ufam riguarderebbero infine la sostenibilità della raccolta di tali plastiche, senza mettere in conto che la sostituzione tout-court della stessa provoca un inquinamento sicuramente più alto, calcolando la produzione e il trasporto della stessa. 

Alla luce di queste considerazioni, rivolgiamo al Consiglio di Stato queste domande:

1.        Come intende procedere il Consiglio di Stato per quello che riguarda la raccolta e la separazione della plastica, a livello cantonale? Come si pone rispetto alle considerazioni come quelle formulate da Okkio e dalla Innorecycling, che auspicano una raccolta generalizzata della plastica da riciclare, sostenendo che favorirebbe, in termini ambientali, la qualità di aria e acqua?

2.        Corrisponde al vero che l’inceneritore di Giubiasco auspica l’arrivo di grandi quantità di plastica poiché essa rappresenta un buon combustibile e favorisce il continuo funzionamento della termopompa? In che maniera l’inceneritore influisce e mette pressione sulle autorità, in Ticino, per disincentivare la separazione e il riciclo della plastica? 

3.        Le cifre sono chiare: il 5% del CO2, in Svizzera, viene prodotto dalla combustione di plastiche. Non crede, il Consiglio di Stato, di dover intervenire con urgenza (visto che qualche comune comincia anche a discutere delle urgenze ambientali) per ridurre – vedi eliminare – questa percentuale? Non pensa di dover, così come si è fatto in materia di raccolta di rifiuti e di tasse sui rifiuti, di dovere legiferare su questa materia?

Per il gruppo MPS-POP-Indipendenti

Interpellanza al Consiglio di Stato.Plastica e riciclaggioSimona Arigoni Zürcher, Angelica Lepori Sergi, Matteo Pronzini

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