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Mozione del gruppo Mps-pop-indipendenti

I disoccupati che esauriscono le indennità riescono a ritrovare lavoro ma devono accettare salari nettamente inferiori, forme di lavoro più flessibili e precarie e tassi di occupazione più bassi: queste alcune delle conclusioni di uno appena pubblicato dall’Ufficio federale di statistica (UST).

Dall’ultima revisione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI), entrata in vigore il primo aprile 2011, le persone che esauriscono il diritto alle indennità sono notevolmente aumentate, spiega l’UST. Oltre alle persone senza formazione e agli stranieri, la percentuale di disoccupati che esauriscono le indennità rispetto alla popolazione attiva è più elevato per gli over 45 anni, per le donne e per le persone sole (con o senza figli): “Per questo gruppo di popolazione, il fatto di giungere a fine diritto è sinonimo di condizioni di vita particolarmente precarie”, scrive l’UST. Nel loro caso, non c’è una famiglia che può farsene carico, pur dovendo subire un notevole impatto sul reddito.

Il 64% dei disoccupati arrivati a fine indennità ritrova un impiego entro 5 anni. Fra questi quelli con meno di 30 anni hanno maggiori possibilità di ritrovare un’occupazione, come pure gli uomini in generale. Chi riesce a rientrare nel mondo del lavoro deve però accettare condizioni peggiori: i contratti a tempo determinato tramite agenzia, parziale e su chiamata, sono più frequenti e il tasso di sottoccupati fra chi ha esaurito le indennità è 2,4 volte superiore al resto dei lavoratori. Inoltre il salario orario è nettamente inferiore: il divario si registra indipendentemente dallo statuto economico ed è più marcato per le categorie professionali superiori.

Tutto lascia presagire che in Ticino la situazione sia anche peggiore, vista la pessima situazione del mercato del lavoro a sud delle Alpi. Sappiamo, grazie al Gruppo di lavoro interdipartimentale per il Monitoraggio della disoccupazione in Ticino, che “in Ticino la probabilità di uscire dalla disoccupazione è minore rispetto al resto del paese, e tale differenza è data principalmente dalla maggiore difficoltà di reinserirsi sul mercato trovando impiego. Per contro, sono invece molto simili al resto della Svizzera le probabilità di transizione dallo statuto di disoccupato verso quello d’inattivo o di persona in formazione. A titolo di paragone, in Ticino, dopo un anno dall’inizio del periodo di disoccupazione, circa il 37% delle persone trova impiego, in Svizzera la stessa percentuale si situa al 45% (differenze che sono riscontrate anche su orizzonti temporali più lunghi).”[1]

Purtroppo il Consiglio di Stato ha decretato che il lavoro del Gruppo, che si ferma al 2014, era ormai concluso e da allora non disponiamo più di nulla di simile.

Gli indicatori citati dall’UST nella sua ricerca per la sua ricerca, in Ticino sono ben peggiori rispetto alla media nazionale. In particolare alla luce dei seguenti aspetti:

1. A livello svizzero i disoccupati che arrivano a fine diritto sono aumentati dal 2011 aumentando il divario fra la disoccupazione SECO e quella ILO. A livello ticinese la situazione è ben peggiore perché la disoccupazione ILO – oltre ad essere sempre più elevata del dato nazionale – risulta ormai raggiungere anche il triplo di quella SECO. Quest’ultima invece continua a calare, quindi è possibile ipotizzare che questo sia dovuto al fatto che molte persone non riescano più a maturare il diritto alle indennità e rimangono senza copertura in caso di disoccupazione. La situazione è particolarmente grave per le donne il cui tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,4% nel 2018.

2. Le agenzie interinali e le ore di lavoro svolte dagli interinali in Ticino sono cresciute più della media svizzera. Nel nostro cantone dal 2000 il numero di lavoratori interinali si è moltiplicato per 3,5 e le ore fornite sono più che quintuplicate. Possibile quindi che vi siano persone che sbarcano il lunario con lavori a tempo determinato, senza mai riuscire a trovare un impiego fisso.

  L’avortoir Ore di presta-
interinali zione fornite
  Totale  
2000 4’520 1’706’761
2001 4’911 1’866’291
2002 5’036 1’993’449
2003 5’391 2’310’625
2004 5’809 2’615’090
2005 5’800 2’814’467
2006 7’397 3’600’093
2007 8’408 4’400’488
2008 10’201 4’667’049
2009 8’222 4’060’129
2010 10’337 5’370’461
2011 10’880 6’434’550
2012 13’368 6’467’074
2013 10’830 6’526’547
2014 11’477 7’045’234
2015 11’557 7’662’140
2016 13’251 7’556’817
2017 15’954 8’231’519
2018 16’137 8’835’965

3. La sottoccupazione in Ticino è più elevata che nel resto della Svizzera, in particolare per le donne. Una lavoratrice su quattro nel nostro cantone soffre di carenza di lavoro (disoccupazione ILO o sottoccupazione)

Svizzera Ticino
Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne
2010 6.1 2.5 10.3 7.1 (2.6) 12.6
2011 6.1 2.7 10.2 7.7 (3.4) 13.1
2012 6.4 3.0 10.4 7.7 (3.8) 12.7
2013 6.4 3.0 10.4 8.8 (4.4) 14.3
2014 6.6 3.3 10.5 8.5 3.9 14.3
2015 7.2 3.6 11.4 9.7 5.3 15.1
2016 7.1 3.6 11.2 9.1 5.2 13.7
2017 7.3 3.8 11.3 9.9 5.7 14.9
2018 7.3 3.6 11.4 9.6 5.2 14.8

4. Per quanto riguarda i salari, il Ticino è l’unica grande regione dove i salari mediani sono calati fra il 2008 e il 2016 in molti rami economici. Il salario mediano ticinese è sempre di circa 1’000 franchi inferiore a quello nazionale, anche se la formazione dei lavoratori è migliorata. Il divario retributivo con il resto della Svizzera non solo non è stato colmato, ma in alcuni rami è peggiorato raggiungendo addirittura il 47%.

Salario mensile lordo (valore centrale) per rami economici e grandi regioni
Settore privato
2008 2016
 TA1_gr    Ticino  Ticino
 Rami economici (NOGA08)    
 
  TOTALE   4 929      5 262      333
   
 01 Ortofloricoltura 2 859     
02 Silvicoltura *     
05-43 SETTORE 2 PRODUZIONE 5 030      5 273       243     
05-09 Attività estrattiva 5 384      5 871       487     
10-33 Attività manifatturiere 4 643      4 586      – 57     
10-11 Industrie alimentari; produzione bevande 4 127      4 371       244     
12 Industria del tabacco *       –     
13-15 Industrie tessili, abbigliamento [3 900]     [3 331] – 569     
16-18 Industrie del legno e della carta; stampa 5 255      5 421       166     
19-20 Fabbr. di coke; industria chimica 5 790      5 095      – 695     
21 Industria farmaceutica 5 231      5 383       152     
22-23 Industria d’articoli in gomma e in materie plastiche 5 807      [4 764] -1 043     
24-25 Metallurgia; fabbr. prodotti in metallo 4 494      4 790       296     
26 Fabbr. di computer e prodotti di elettronica e ottica; orologi [3 982]     3 616      – 366     
27 Fabbr. di apparecchiature elettriche [4 808]     3 632      -1 176     
28 Fabbr. di macchinari e apparecchiature n.c.a. 5 635      5 799       164     
29-30 Fabbr. di mezzi di trasporto 5 274      5 130      – 144     
31-33 Fabbr. mobili; altre att. manifatturiere; ripar. e inst. di macchine 4 141      4 495       354     
35 Fornitura di energia 6 308      6 664       356     
36-39 Fornitura di acqua; trattamento dei rifiuti 4 251      4 184      – 67     
41-43 Costruzioni 5 324      5 827       503     
45-96 SETTORE 3 SERVIZI 4 839      5 256       417     
45-47 Commercio; riparazione di autoveicoli 4 535      5 011       476     
45-46 Comm. all’ingrosso; comm. e ripar. di autov. 4 952      5 586       634     
47 Commercio al dettaglio 4 128      4 366       238     
49-53 Trasporto e magazzinaggio 4 992      5 035       43     
49-52 Trasp. terrestre, per vie d’acqua e aereo; magazzinaggio 5 000      5 040       40     
53 Servizi postali e attività di corriere *      *     
55-56 Servizi di alloggio e di ristorazione 3 670      4 110       440     
58-63 Servizi di informazione e comunicazione [6 555]     5 503      -1 052     
58-60 Editoria, audiovisivi e att. radiotelevisive [4 952]     5 765       813     
61 Telecomunicazioni *      *     
62-63 Att. informatiche e altri servizi informativi 7 063      5 415      -1 648     
64-66 Attività finanziarie e assicurative 7 619      7 934       315     
64, 66 Servizi finanziari; att. ausiliarie dei serv. fin. e delle att. assic. 7 619      7 934       315     
65 Assicurazioni [7 238]     *     
68 Attività immobiliari 5 404      5 276      – 128     
69-75 Att. professionali, scientifiche e tecniche 5 920      6 174       254     
69-71 Att. legali e di gestione, contabilità, architettura e ingegneria 5 984      6 345       361     
72 Ricerca scientifica e sviluppo 5 714      5 634      – 80     
73-75 Altre att. prof., scientifiche e tecniche [5 446]     [5 122] – 324     
77-82 Att. amministrative e di servizi di supporto 3 725      [4 224]  499     
77,79-82 Att. amm. e di serv. di supporto (senza 78) 3 671      3 935       264     
78 Ricerca, selezione, fornitura di personale *      [4 786]
85 Istruzione 5 857      6 207       350     
86-88 Sanità e assistenza sociale 5 427      5 774       347     
90-93 Att. artist., intrattenimento e divertimento [5 327]     4 759     
94-96 Altre attività di servizi 3 804      [4 549]  745     
94-95 Att. di organ. associative e religiose; ripar. beni uso personale 5 546      5 444      – 102     
96 Altre attività di servizi personali 3 317      3 535       218     

Continuare a mantenere il più stretto riserbo su queste tendenze allarmanti, non contribuirà certo a migliorare la situazione e non permette di adottare misure adeguate.

Per questa ragione chiediamo, con la seguente mozione, di commissionare uno studio, sul modello di quello realizzato dall’UST, per conoscere a livello del nostro Cantone la situazione delle persone che hanno terminato le indennità di disoccupazione.


[1] Ai margini del mercato del lavoro, Stato e dinamica del mercato del lavoro ticinese con focus sulla disoccupazione. Rapporto di sintesi dell’attività analitica condotta dal Gruppo di lavoro interdipartimentale per il Monitoraggio della disoccupazione in Ticino,  Ustat, 2015

Angelica Lepori, Simona Arigoni, Matteo Pronzini