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Le rivelazioni del Blick sul mancato rispetto degli orari di lavoro per i dipendenti e le dipendenti di COOP, confermate dalla stesse azienda, non sono che l’ennesima dimostrazione di quanto poco siano rispettati i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici sui luoghi di lavoro in questo paese.

Un paese, il nostro, nel quale la legislazione sul lavoro è già estremamente limitata: la Svizzera, nella classifica internazionale si piazza nei primi posti tra i paesi più liberali e permissivi in materia di regolamentazione delle condizioni di lavoro.

Ora si scopre che COOP, una delle maggiori imprese del paese nel settore della grande distribuzione, che per di più si picca costantemente di mettere in atto una politica “sociale” e “avanzata” verso i dipendenti non rispetta nemmeno la nostra scalcinata e moderata Legge sul Lavoro.

Se le cose stanno così presso COOP, che comunque ha un contratto collettivo di lavoro e che si trova sotto i riflettori del grande pubblico, non osiamo pensare cosa capiti in tutta quella miriade di piccolo e medi negozi del settore della vendita che sfuggono a qualsiasi controllo e che agiscono senza l’attenzione del pubblico e delle autorità.

Le considerazioni per il settore della vendita, rilanciate da questa vicenda, possono essere estese evidentemente ad altri settori professionali: a quello industriale, ma anche a quello dell’artigianato e del settore impiegatizio, altro settore quest’ultimo nel quale vigono condizioni di concorrenza selvaggia.

Per quel che riguarda poi il settore della vendita, non sorprende che ad emergere sia la questione del mancato rispetto degli orari di lavoro. Infatti i diversi processi di liberalizzazione in atto a livello legislativo (orari di apertura, statuti speciali, etc.) tendono a offrire ai datori di lavoro ampi margini di pressione e i lavoratori e le lavoratrici sono spesso in balìa delle esigenze dei loro datori di lavoro con pochissime possibilità di contrastarli.

Le strutture di controllo sono insufficienti, elevatissimo il rapporto tra numero di addetti e numero di ispettori. La conseguenza è l’incapacità dell’Ispettorato del Lavoro di verificare in modo adeguato, continuo e approfondito il rispetto delle disposizione di legge che interessano il rapporto di lavoro.

Proprio per questo l’MPS ha depositato negli scorsi giorni, a livello cantonale, una nuova iniziativa denominata “Rispetto per i diritti di chi lavora! Combattiamo il dumping salariale e sociale!” che propone, proprio constatando situazioni come quelle rilevate in questi giorni, il potenziamento dell’ispettorato del lavoro, oltre ad altre misure tutte tese a garantire il rispetto dei diritti di chi lavora.

Questa vicenda conferma la necessità di agire con urgenza e in modo radicale su questo tema.

Alla luce di queste considerazioni chiediamo al consiglio di stato:

1.      Sulla base delle notizie di stampa sulle gravissime infrazioni alla Legge sul Lavoro commesse da COOP, il CdS o il DFE ha richiesto un rapporto all’Ispettorato del Lavoro?

a.      Se no, per quale ragione non è stato fatto?

2.      Se sì, quanti sono stati i controlli effettuati nel corso degli ultimi 5 anni (indicare i controlli per ogni singolo anno) presso COOP in Ticino?

a.      Qual è stato il risultato di questi controlli?

b.      Quante infrazioni alla LL sono state riscontrate?

c.       Per quanti dipendenti, in percentuale, vi sono state delle infrazioni?

3.      Come risaputo Governo e Parlamento, con il sostegno di tutti i partiti di governo, in occasione della votazione sulla prima iniziativa popolare dell’MPS “Basta con il dumping salariale in Ticino” hanno fatto credere alla popolazione ticinese che con il controprogetto da loro proposto in alternativa all’iniziativa, vi sarebbe stato un potenziamento del personale occupato nelle commissioni paritetiche. COOP ha un contratto collettivo di lavoro aziendale di portata nazionale che interessa decina di migliaia di lavoratori e lavoratrici.

a)      Il CCL prevede una commissione paritetica?

b)     Se sì, essa ha dei compiti di verifica e controllo del rispetto delle disposizioni contrattuali per i singoli dipendenti?

c)      Quanti controlli ha svolto in Ticino nel 2019?

d)     Ha delle proprie strutture in Ticino?

e)      Di quante unità si compone?

f)       È stata potenziata dopo l’approvazione del controprogetto?

4)   Nei giorni scorsi è stata dichiarata riuscita l’iniziativa popolare “Rispetto per i diritti di chi lavora! Combattiamo il dumping salariale e sociale!” lanciata dall’MPS che riprende in parte le proposte della precedente iniziativa qui sopra richiamata.Come indicato all’ articolo 107, cpv 4 della legge sull’esercizio dei diritti politici il CdS ha la possibilità di presentare un rapporto in relazione ad un’iniziativa popolare. Il CdS intende allestire un rapporto entro il termine di due mesi concesso dalla legge?

Per il Gruppo MPS-POP-Indipendenti

Angelica Lepori, Simona Arigoni, Matteo Pronzini

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