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Il Gruppo MPS-POP-Indipendenti chiede che la Legge della scuola del 1° febbraio1990 venga modificata come segue:

Art. 28 cpv 4 (nuovo)

I docenti dell’Istituto esprimono il proprio gradimento, attraverso votazione a scrutinio segreto, sui/sulle candidati/e che hanno partecipato al concorso per la carica di direttore/direttrice. Il regolamento precisa le modalità della consultazione.

Art. 30 cpv.4 (nuovo)

I docenti dell’Istituto esprimono il proprio gradimento, attraverso votazione a scrutinio segreto, sui/sulle candidati/e che hanno partecipato al concorso per la carica di direttore/direttrice. Il regolamento precisa le modalità della consultazione.

Art. 37 lett. i) (nuovo)

esprime il proprio gradimento sui/sulle candidati/e al posto di direttore dell’istituto. Il regolamento precisa le modalità della consultazione.

Motivazione

È innegabile che gli ultimi anni siano stati caratterizzati sempre più da una crisi profonda nei rapporti tra l’autorità politica e gli insegnanti. Una crisi che ha visto coinvolto soprattutto il Dipartimento dell’Educazione della Cultura e dello Sport – DECS – (ma non solo visto il costante appoggio del governo ai messaggi, alle proposte e alle pratiche del DECS): possiamo oggi affermare, senza tema di smentita, che il livello di gradimento/grado di soddisfazione degli/lle insegnanti rispetto agli organi direttivi dipartimentali sia tra i più bassi nella storia del DECS.

Sono parecchie le ragioni di questo scollamento, a cominciare dalle misure proposte e, spesso, imposte dal dipartimento, senza un ascolto, una consultazione che avesse un reale valore e non fosse il solito esercizio alibi per poter affermare che “abbiamo sentito i docenti”: frase tra le più correnti nella prosa delle istanze dipartimentali degli ultimi anni.

Tra le altre ragioni va sicuramente segnalato un sempre venir meno del ruolo di raccordo da parte delle direzioni degli istituti scolastici: raccordo tra la pratica quotidiana di insegnamento (con le proprie difficoltà ed esigenze) e le indicazioni, sempre più prescrittive (per usare un eufemismo), provenienti delle istanze direttive del DECS.

I direttori e le direttrici si trovano spesso tra due fuochi: quello della direzione del DECS (che li vorrebbe sempre più come dirigenti-esecutori delle disposizioni emanate) e quello dei docenti che vorrebbero caricarli dei propri dubbi, delle proprie difficoltà, della proprie proposte di fronte alle difficoltà che la politica dipartimentale suscita.

I direttori e le direttrici che potrebbero esercitare questo ruolo di mediazione e di raccordo molto spesso vi rinunciano: alla fine capitolano, non foss’altro che per quieto vivere, di fronte alla richieste, che sicuramente hanno una legittimità istituzionale, delle istanze direttive del dipartimento.

Ancora di recente, di fronte al dibattito sulla questione dell’uso dello smartphone, abbiamo assistito a divieti di espressione (che hanno investito docenti e direzioni scolastiche, prima durante e dopo la discussione) che testimoniano, qualora fosse necessario, di questo malessere.

È quindi necessario che vi sia un cambiamento nelle procedure di nomina dei direttori degli istituti scolastici. Nessuno, e non è certo questo il senso della proposta, vuole rimettere in discussione la legittimità e il ruolo del DECS e del Consiglio di Stato quali autorità di nomina dei direttori e delle direttrici.

Siamo invece convinti della necessità di dare un contributo alla riprese di una dialettica tra insegnanti e istanze direttive del Dipartimento attraverso un ripensamento della funzione e del ruolo delle direzioni scolastiche. Pensiamo che la proposta contenuta in questa nostra iniziativa possa contribuire a fare in modo che gli insegnanti percepiscano le direzioni dei loro istituti non solo come semplici esecutori di direttive dipartimentali, ma anche come espressione dell’istituto stesso.

Si tratta, in altre parole, di far convivere (e crescere) due momenti di rappresentatività attorno alla figura del direttore (e anche, laddove sono previsti, dei consigli di direzione).

Chiediamo quindi di modificare la Legge sulla scuola in modo che i collegi dei docenti possano esprimere un proprio gradimento sui candidati che concorrono al posto di direttore, fornendo un preavviso all’autorità di nomina, a cui spetterebbe, come d’altronde prevede la legge, la scelta definitiva.

Angelica Lepori Sergi, Simona Arigoni, Matteo Pronzini

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