Precariato e sottoccupazione si stanno vergognosamente diffondendo nel mondo del lavoro ticinese senza che nessuno vi ponga argini e sembra che nemmeno il settore pubblico ne sia esente. Da alcune testimonianze che abbiamo raccolto risulta che ci sono docenti, con e senza abilitazione, che per anni vivono di supplenze o con poche ore la settima di insegnamento (anche nelle materie principali) e che di conseguenza hanno redditi molto bassi. Oltre al danno la beffa perché comunque sono tenuti per regolamento a partecipare alle riunioni dei collegi dei docenti, dei consigli di classe e dei gruppi disciplinari, agli incontri obbligatori con gli esperti di materia, ai colloqui inerenti alla loro valutazione, ai colloqui con i genitori organizzati dai docenti di classe e/o richiesti dagli interessati; tutte attività che fanno lievitare il carico di lavoro, ma non le ore remunerate.
Le “Stime previsionali del fabbisogno di docenti nelle scuole dell’infanzia, elementari, medie e medie superiori”, redatte regolarmente dalla SUPSI, forniscono cifre relative all’impiego dei docenti unicamente nell’ottica di valutare le necessità della scuola per quanto riguarda la forza lavoro: gli incarichi limitati e le supplenze vengono considerati come “una capacità del sistema a colmare il fabbisogno temporaneo”, ma non vi è una valutazione della soddisfazione dei docenti in merito al loro grado di occupazione e alla loro situazione lavorativa.
Il problema dei tempi parziali brevi sembra riguardare soprattutto le scuole medie visto che la mediana del tasso di occupazione nelle materie principali è di 10,5-15 ore (fra il 40 e il 60%) mentre alle scuole medie superiori si situa generalmente a 15-20 ore (fra il 60 e l’80%). Dalla stima del fabbisogno per gli anni 2020-2023 emerge che circa il 10% dei docenti di scuola media lavora meno di 10 ore la settimana (meno del 40% rispetto a un tempo pieno) e un altro 15% da 10,5 a 15 ore la settimana (meno del 60%), ma non è specificato in quanti casi questa sia una scelta volontaria. I primi anni di insegnamento sono particolarmente critici per quanto riguarda la sicurezza dell’impiego (e quindi del salario), ma anche fra i docenti con 10 e più anni di anzianità circa il 10% risulta non avere ancora una nomina. Da una precedente rilevazione sappiamo inoltre che il 71% dei docenti con incarichi limitati e supplenze vorrebbe aumentare il grado di occupazione, ma nulla si sa degli altri docenti con poche ore di insegnamento.
Neppure il dato sulla disoccupazione dice molto: rispondendo all’interrogazione 100.19 il Consiglio di stato afferma il medio mensile giugno 2018-maggio 2019 dei disoccupati iscritti, professione cercata “Docente di scuola media”, era di 5 mentre quello delle persone in cerca di impiego iscritte di 10. Stupisce la differenza con quanto riportato nella statistica ufficiale della SECO: nel ramo “Istruzione” nel dicembre 2019 c’erano in Ticino 106 disoccupati iscritti, 21 disoccupati di lunga durata e 193 persone in cerca di impiego. È pur vero che i docenti che hanno sempre avuto poche ore di insegnamento o supplenze non si iscrivono neppure alla disoccupazione visto che non avrebbero diritto alle indennità per un ipotetico tempo pieno.
Per i docenti precari o sottoccupati la formazione per ottenere un’abilitazione risulta problematica poiché danno la priorità alla ricerca di ore supplementari di insegnamento per poter conseguire un reddito sufficiente. L’ottenimento dell’abilitazione inoltre non garantisce un impiego: nella risposta alla nostra interrogazione 156.17 il Consiglio di Stato precisava infatti che “fra i docenti abilitati a giugno 2017 dal DFA, meno di un terzo di quelli abilitati per la scuola media e ca. il 20% di quelli abilitati per il medio superiore non hanno ottenuto ore di insegnamento, eccezion fatta per le supplenze”.
Sempre in quella risposta il governo afferma che “il tempo pieno (menzionato dall’atto parlamentare) non è da considerare come lo sbocco naturale all’abilitazione ma, piuttosto, come uno dei rapporti di impiego possibili, accanto a quello altrettanto diffuso del tempo parziale.” Resta da capire quanto “parziale” perché con tassi di occupazione del 50% e meno (non volontari) la scuola, che si vuole “inclusiva”, rischia di creare una sacca di precariato e povertà – e quindi di esclusione sociale- proprio fra i docenti.
Chiediamo pertanto al Lodevole Consiglio di Stato:
- È mai stato realizzato uno studio/sondaggio per sapere quanti docenti sono soddisfatti del loro tasso di occupazione? Se sì quali sono i risultati? Se no, non ritiene il DECS di dover condurre un simile sondaggio per valutare la percentuale di docenti sottoccupati?
- Nelle “Stime previsionali del fabbisogno di docenti nelle scuole dell’infanzia, elementari, medie e medie superiori” per il periodo 2020-2023 si parla di “supplenze lunghe”. Le supplenze più brevi sono state prese in conto?
- In base ai dati del Servizio di gestione del personale docente cantonale, quanti docenti o aspiranti docenti di scuola media (SM) hanno effettuato supplenze (di ogni tipo, non solo lunghe) in media negli ultimi anni?
3a. Quale è la mediana delle ore di supplenza settimanali e annuali effettuate da questi docenti o aspiranti docenti? Esiste una differenza fra uomini e donne?
3 b. Quale è il salario mediano di questi docenti o aspiranti docenti? Esiste una differenza fra uomini e donne?
- Quanti docenti SM o aspiranti tali hanno avuto un incarico limitato in media negli ultimi anni? Esiste una differenza fra uomini e donne?
4a. Quale è la mediana delle ore settimanali e annuali effettuate da questi docenti o aspiranti docenti? Esiste una differenza fra uomini e donne?
4b. Quale è il salario mediano di questi docenti o aspiranti docenti? Esiste una differenza fra uomini e donne?
- Quanti docenti o aspiranti tali hanno avuto un incarico in media negli ultimi anni? Esiste una differenza fra uomini e donne?
5a. Quale è la mediana delle ore settimanali effettuate da questi docenti o aspiranti docenti? Esiste una differenza fra uomini e donne?
5b. Quale è il salario mediano di questi docenti o aspiranti docenti? Esiste una differenza fra uomini e donne?
- Quale è la mediana delle ore settimanali di insegnamento dei docenti che esercitano senza abilitazione? Esiste una differenza fra uomini e donne?
- I dati riguardanti i docenti di scuola media disoccupati forniti nell’interrogazione 100.19 riguardano solo i docenti con abilitazione? Se sì, quanti sono globalmente negli ultimi anni i disoccupati iscritti e le persone in cerca di impiego che vorrebbero insegnare alle scuole medie?