Pubblichiamo un presa di posizione del comitato del MOVIMENTO DELLA SCUOLA che fa il punto dopo la decisione di chiudere le scuole. (Red)
Nella febbrile settimana che abbiamo alle spalle, in molte sedi scolastiche, in particolare in quelle del settore medio, ha regnato la preoccupazione e l’incertezza. Soprattutto dopo l’iniziale decisione di tenere aperte tutte le scuole dell’obbligo, numerosi sono stati i collegi dei docenti che hanno sentito il dovere di mobilitarsi per chiedere a gran voce al governo la sospensione della normale attività didattica e l’assunzione nelle scuole di misure adeguate ad affrontare l’emergenza. Venerdì finalmente il Consiglio di Stato e le autorità federali hanno deciso la chiusura di tutte le scuole (le strutture scolastiche, come risaputo, si limiteranno ad accogliere i figli di coloro che non saranno nelle condizioni di accudirli senza mettere a rischio le fasce della popolazione più esposte, gli anziani innanzitutto).
Le pressioni per andare nella direzione infine intrapresa sono state molte: le richieste provenienti dall’opinione pubblica sono state particolarmente forti, l’appello dei vertici dell’EOC è stato decisivo, ma anche le prese di posizione del mondo della scuola hanno avuto in questa situazione un loro ruolo. Ci è parso che pochi l’abbiano sottolineato a sufficienza. Riteniamo quindi utile pubblicare di seguito le lettere e le risoluzioni che i colleghi ci hanno fatto pervenire (in molte sedi si stavano preparando altre prese di posizione quando venerdì mattina il governo ha annunciato il suo dietro front).
Dal nostro punto di vista, la vicenda ha ricordato quanto sia vitale – per garantire che le scelte adottate in ambito scolastico siano il più possibile adeguate ed efficaci – che gli insegnanti mantengano la capacità di organizzarsi e di partecipare alle decisioni riguardanti la scuola, e nel contempo quanto sarebbe importante che gli appelli all’adesione alle disposizioni governative rivolte ai docenti dalle autorità scolastiche siano accompagnati da empatia e riconoscimento per la loro funzione. Chiedere esclusivamente di “avere fiducia nelle autorità” non è mai un buon segno, neppure nelle situazioni d’emergenza. È ora certo il momento di impegnarsi tutti insieme per combattere questo strano nemico che è il Covid-19, ma ci pare doveroso non dimenticare questa lezione.
Nei prossimi giorni sarà necessario sia mettere le scuole nelle condizioni di poter svolgere i compiti di accoglienza a loro assegnate (ciò riguarderà solo il settore dell’obbligo), sia organizzare al meglio la ripresa dell’anno scolastico nelle particolarissime condizioni di emergenza in cui ci troviamo (ciò vale invece per tutti gli ordini scolastici). Ci permettiamo su questi due terreni di esporre alcune preoccupazioni:
- Nelle scuole comunali e medie dovrà essere garantito fin da subito il rispetto delle norme prescritte per evitare una diffusione incontrollata del contagio. Sarà importante che tutte le sedi siano dotate di disinfettanti adeguati, di cestini chiusi, di mascherine e di guanti di lattice per i docenti che riterranno opportuno indossarli. Crediamo inoltre che sia fondamentale far sì che gli insegnanti che – per ragioni motivate, a partire da quelle legate all’età o a malattie pregresse – preferiscono rimanere a casa, lo possano fare. Facciamo appello a tutti i colleghi affinché vigilino che tutto ciò avvenga.
- Le autorità sottolineino con forza il fatto che l’accoglienza è prevista solo per i figli di quei genitori che sono nell’impossibilità – per ragioni di lavoro – di tenere a casa i figli. In questa fase, meno bambini e ragazzi si presenteranno a scuola, meglio si riuscirà ad organizzarsi nelle sedi e meglio si contribuirà a ridurre il numero di contagi.
- Nelle scuole di ogni ordine e grado ci si sta preparando, con un encomiabile sforzo da parte degli insegnanti e soprattutto dei responsabili informatici e delle direzioni, per garantire la ripresa dell’attività didattica in forme a distanza. Chiediamo alle autorità scolastiche e alle direzioni di predisporre dispositivi che tengano conto della particolare situazione che stanno vivendo gli operatori della scuola e gli studenti. Nelle scuole dell’obbligo, è impensabile proporsi di chiedere ai docenti di riprendere a distanza la normale attività scolastica e nel contempo di contribuire all’accoglienza nelle sedi; in generale non si dimentichi che molti insegnanti, di ogni ordine, si troveranno a dover gestire a casa dei figli e ogni altro tipo di preoccupazione. D’altronde, crediamo anche che sia importante evitare in questa fase di caricare gli allievi di eccessive incombenze e ansie, con un occhio di riguardo in particolare al delicato tema della valutazione. Ci si metta insomma nell’ottica di andare verso un momentaneo rallentamento dei normali tempi scolastici, puntando prioritariamente sulla qualità della relazione educativa e dell’apprendimento (“fare meno cose, garantendone senso e valore”, si potrebbe riassumere).
- La ripresa dell’attività didattica prevederà inevitabilmente l’uso più diffuso delle nuove tecnologie. Pur consapevoli delle potenzialità che i mezzi informatici ci offrono in frangenti come questo, sarà bene tener presente i rischi che la formazione a distanza implica, a partire da una riflessione su quanto essa possa modificare la pregnanza del rapporto fra insegnamento e apprendimento. Sarà necessario tener conto dei limiti delle nuove modalità che dovranno essere adottate. Questi sono ovviamente di tipo tecnico (in tutte le famiglie, pensiamo a quelle con più figli ad esempio, si è dotati della strumentazione necessaria?), ma non solo. Vi sono anche importanti implicazioni sul piano sociale: in particolare, il contesto famigliare di supporto tenderà in situazioni di apprendimento a distanza ad assumere un peso rilevante nell’efficacia dell’apprendimento stesso, con rischi evidenti di disparità nei risultati tra chi ha a disposizione genitori in grado di seguire i figli e chi no.
- Ricordiamoci infine che il mondo non crolla se qua e là chiedessimo ai ragazzi di togliere lo sguardo da tablet, telefonini e computer e consigliassimo loro qualche buona lettura. (15 marzo 2020)