Nel corso della seduta di lunedi 9 marzo 2020 la richiesta di una discussione generale relativa all’emergenza coronavirus fatta dal Gruppo MPS-POP-Indipendenti è stata respinta da tutti i gruppi parlamentari (UDC, Lega, PLRT, PPD, PS, Verdi).
L’ennesimo muro di gomma innalzato dai partiti di governo per impedire un necessario confronto e dibattito sulla grave emergenza sanitaria che sta colpendo il nostro Cantone. Ciò che è riuscito ai partiti di governo in Parlamento non sta però funzionando nel paese. Da più parti la strategia adottata dal Consiglio di stato viene contestata. Sia dalla società civile che da parte di specialisti.
Inoltre emerge sempre più chiaramente la dicotomia tra quanto il Consiglio di stato dice e quanto succede nella realtà.
In questa situazione l’ente pubblico cantonale (così come gli enti comunali) ha anche delle responsabilità verso il proprio personale. In modo sempre più pressante riceviamo informazioni e sollecitazioni da parte di settori dell’amministrazione pubblica scioccata sul modo, estremamente superficiale e improvvisato, con il quale si sta gestendo, all’interno dell’amministrazione, l’emergenza.
In un paese normale sarebbe in primo luogo compito delle organizzazioni sindacali del settore pubblico intervenire a tutela della salute del personale cantonale. In Ticino evidentemente ciò non avviene. Qui per OCST e VPOD l’importante è non mettere in difficoltà il governo amico.
Con tutta la modestia del caso ci facciamo carico, come MPS, di segnalare tramite questa lettera aperta al Consiglio di stato alcune tra le situazioni più eclatanti. Rinunciamo, per il momento, ad un atto formale. Se però non riceveremo risposta o vedessimo che queste nostre domande/osservazioni non trovano un riscontro faremo in modo di presentare, entro il prossimo 27 marzo, degli atti parlamentari.
A più riprese il Consiglio di stato ha invitato la popolazione a muoversi il meno possibile, vietando manifestazioni pubbliche o private, così come assembramenti con più di 50 persone (organizzatori compresi). Anche escludendo le scuole (sul tema abbiamo già espresso in modo chiaro il nostro punto di vista) vi sono molti altri ambiti dell’amministrazione cantonale dove si superano le 50 persone.
Ad esempio presso la sezione della circolazione di Camorino. Contrariamente agli esami teorici, sospesi, gli esami pratici così come i collaudi continuano normalmente. Ricordiamo che quotidianamente il personale occupato nei collaudi (circa 30 persone) entra in contatto con oltre 200 utenti.
Rimanendo sempre a Camorino segnaliamo che in data 5 marzo 2020 la direzione del servizio ha precettato tutto il personale (circa 200 persone) per una riunione plenaria (obbligatoria) prevista per il prossimo 17 marzo 2020 dalle ore 17.30 alle ore 19.30: “la presente per informarvi che il Direttore del Dipartimento Norman Gobbi ha il piacere di incontrare tutte le collaboratrici e i collaboratori della sezione in una riunione plenaria nella quale condividerà le sue visioni e gli obiettivi del Dipartimenti. Tali incontri sono previsti per tutte le Sezioni del DI”. Pur comprendendo la passione di Norman Gobbi nel sentirsi parlare e nell’offrire aperitivi ci auguriamo che il Consiglio di stato imponga a Gobbi d’annullare questi appuntamenti di dubbio gusto.
In data 10 marzo 2020 il Consiglio di stato ha diramato 4 pagine di raccomandazioni ai dipendenti cantonali. La lettura delle stesse non solo è disarmante, ma rafforza la convinzione che il governo non si sia dotato di un chiaro e preciso protocollo per contrastare l’emergenza. Impressione confermata dalla risposta, perlomeno evasiva, del presidente del governo ad una giornalista che, nel corso della conferenza stampa dell’11 marzo, aveva proprio fatto una domanda in questo senso.
Inoltre, in chiara contraddizione con i suoi pressanti inviti ai datori di lavoro del settore privato ad incentivare il lavoro da casa, in queste raccomandazioni viene a più riprese ribadito che il lavoro da casa non è permesso. Addirittura viene indicato che qualora il personale dovesse rimanere a domicilio per la cura dei figli l’assenza verrà sarà a carico del collaboratore se esso avrà già esaurito i 5 giorni di congedo.
A titolo di paragone, possiamo ricordare come nel Canton Vaud l’amministrazione cantonale abbia generalizzato il telelavoro: sarà applicato a tutte le persone che sono in grado di svolgere “i compiti a distanza”, ha annunciato oggi il governo vodese. Inoltre fino a 10 giorni d’assenza non sarà necessario un certificato medico. A ciò si aggiunge l’intenzione del governo vodese d’essere flessibile con i dipendenti che devono rimanere a casa per precauzione o per occuparsi di un figlio.
Stesso discorso per l’invito a voler mantenere una distanza tra le persone e la consegna di disinfettante. Fino ad oggi nulla è stato fatto all’interno dell’amministrazione cantonale in relazione alla logistica e non in tutti gli uffici è stato distribuito disinfettante.
Alla luce di queste considerazioni chiediamo al consiglio di stato di:
· consegnare a tutto il personale dell’amministrazione il protocollo o i protocolli adottati per fronteggiare l’emergenza;
· sospendere tutte le attività con l’utenza non indispensabili;
· ridurre l’apertura giornaliera degli sportelli indispensabili così da permettere una presenza limitata negli uffici;
· rinnovare automaticamente, per il mese di marzo ed aprile le prestazioni che necessitano un rinnovo (prestazioni LADI, Assegni famigliari, assistenza, etc.);
· prolungare al 30 settembre 2020 la data per l’inoltro delle dichiarazioni d’imposta 2019;
· introdurre per tutto il personale che può eseguire i propri compiti a distanza il lavoro da casa;
· allentare a 10 o 15 giorni il termine per la consegna dei certificati medici in caso d’assenza;
· permettere al personale con responsabilità famigliare di potersi occupare dei figli che devono rimanere a casa da scuola;
· modificare la logistica così da permettere il rispetto della necessaria distanza tra gli impiegati;
· mettere a disposizione in modo sufficiente a tutti gli uffici ed a tutto il personale il materiale necessario per l’igiene personale (disinfettante, cestini chiusi, ecc)
Per il Gruppo MPS-POP-Indipendenti
Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori