Al Lodevole Consiglio di Stato:
Interrompere tutte le attività economiche e commerciali socialmente non necessarie e urgenti
“Restate tutti a casa”, titolava il Corriere del Ticino di mercoledì 18 marzo; e la stessa sera il medico cantonale ripeteva che dobbiamo stare tutti a casa: ogni persona che sta a casa dà un contributo al contenimento del virus e della pandemia, ci ha ripetuto.
È partendo da queste considerazioni che l’MPS rivolge un nuovo pressante appello al Consiglio di Stato affinché, entro domenica – quando finiranno questi 4 giorni di blocco, seppur parziale, delle attività – dichiari un nuovo e deciso blocco di tutte le attività produttive e commerciali socialmente non necessarie e urgenti.
È una misura che il Consiglio di Stato può prendere, è una misura che il Consiglio di Stato deve prendere per le prossime settimane. Solo bloccando tutte le attività nel prossimo periodo avremo la possibilità di arginare il virus e di alleggerire il pesante fardello di morti in continua crescita.
Non è possibile, non è logico lanciare appelli al rispetto delle regole igieniche e di distanza sociale e poi permettere che nelle aziende, sui cantieri, in altre attività produttive e commerciali vi siano persone che, a decina di migliaia, sono costrette a lavorare a stretto contatto per le esigenze del ciclo produttivo.
In alcuni cantoni i governi hanno già preso decisioni che vanno in questa direzione. Ad esempio, Vaud e Ginevra hanno deciso la chiusura di tutti i cantieri. Da noi, l’invito a limitare l’attività in questo ambito (fatto anche dall’associazione di categoria) ha certo diminuito fortemente le attività, anche se (soprattutto nel Sopraceneri) vi sono ancora molti cantieri attivi.
Poiché il governo federale non ha ancora preso decisioni in tal senso si manifestano già pressioni per riprendere, a partire da lunedì, le attività sui cantieri. Sarebbe un nuovo passo indietro che deve assolutamente essere scongiurato.
Lo stesso vale per il settore industriale. Senza un divieto generale si continuerà a lavorare, privilegiando le ragioni produttive a quelle della salute pubblica e della protezione dei lavoratori e di tutti coloro che entrano in contatto con loro.
Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: è il momento di un cambiamento radicale. È il momento di decisioni coraggiose, che vanno prese senza ulteriori indugi. Il governo deve avere il coraggio di opporsi anche a interessi di parte che tuttavia sa bene non coincidere con gli interessi e il benessere, soprattutto dal punto di vista della salute in questo momento, della quasi totalità della popolazione.
In un recente passato decisioni ritardate di qualche giorno (pensiamo alla decisione di vietare i Carnevali solo in seconda battuta) hanno avuto sicuramente pesanti conseguenze dal punto di vista dello sviluppo della pandemia. Pensiamoci, ed agiamo di conseguenza!
Bellinzona, 19 marzo 2020