La politica del DECS, pandemia o no, non cambia!
La tragicommedia alla quale tutto il Ticino, sgomento e contrariato, ha assistito sulla questione della chiusura delle scuole (con decisioni contraddittorie nella spazio di 24 ore) ha illustrato bene quale sia lo stato di confusione che regna all’interno del DECS. Una confusione che caratterizza la gestione Bertoli: e alla quale il Dipartimento (dal capo fino all’ultimo elemento della gerarchia dipartimentale) risponde, a chi la contesta o ne mette a nudo tutti gli aspetti, con una logica arrogante e autoritaria.
Il periodo pandemico ha permesso di confermare tutto questo, non solo attraverso la vicenda della decisione relativa alla chiusura della scuola, ma con una serie di decisioni (o di non decisioni) che illustrano in modo chiaro il “metodo DECS”.
In seno al quale, ad esempio, fervono i preparativi per il prossimo anno scolastico. In piena emergenza coronavirus il DECS ha infatti fatto approvare al Consiglio di Stato la tanto discussa riforma sulla griglia oraria dei licei e una revisione dell’organizzazione dei corsi per la scuola media. Confermando, qualora ce ne fosse bisogno, che la sua visione della scuola è quella nella quale i docenti, per ragioni diverse, non abbiano la possibilità di esprimersi (e di farsi sentire) sulle decisioni del DECS. E quale migliore quello in cui le componenti della scuola, e in primis i docenti, sono impegnate con l’organizzazione della scuola a distanza?
O, ancora: era proprio necessario, nel periodo iniziale e più confuso della pandemia, pubblicare i concorsi per importanti nomine di direttori e vice-direttori del settore medio e medio superiore? Non si poteva pensare a prorogare – ad esempio di un anno – la funzione degli attuali direttori (anche nei casi in cui fossero dimissionari) per permettere che la partecipazione al concorso, la discussione sulla scelta dei concorrenti potessero avvenire in un contesto diverso da quello, emergenziale, nel quale ci troviamo?
L’attuale situazione sta mettendo famiglie, docenti e direzioni scolastiche sotto pressione. Bisogna organizzare tutto in tempi molto stretti e in un contesto di emergenza sanitaria che pesa enormemente su tutte le famiglie.
In queste settimane abbiamo saputo di una grande diversità dell’organizzazione e dell’offerta didattica delle singole sedi a tutti i livelli scolastici. Si va da sedi che puntano prevalentemente sul consolidamento di quanto appreso, richiedendo uno sforzo e un impegno commisurato alla situazione, a sedi nelle quali le forme di insegnamento a distanza sono spinte più in avanti e richiedono la presenza degli allievi online per diverse ore al giorno. Una situazione che, chiaramente, genera difficoltà alle famiglie e rischia anche di aumentare le disparità di trattamento tra allievi di sedi diverse.
Da più parti è stato poi ribadito come l’insegnamento a distanza non fa che accentuare le disuguaglianze sociali tra famiglie che già la scuola in presenza non riesce a eliminare o diminuire. Ovviamente in alcuni contesti e nuclei famigliari è più difficile garantire un sostegno ai figli o anche solo poter aver accesso ad una connessione o ancora comprendere le comunicazioni che giungono dalla scuola.
In altri cantoni (come per esempio il canton Vaud) Il Dipartimento dell’educazione ha dato indicazioni chiare a tutti gli insegnati di ogni ordine di scuola sulla durata media delle attività da proporre in base all’età degli allievi, sul fatto, ad esempio, di non inviare materiale da stampare (molte famiglie non hanno un stampante) e cosa, ancora più importante, sull’andamento dell’anno scolastico e sul processo di valutazione.
A quanto sappiamo il DECS non ha fornito nessun tipo di indicazione in questo senso, e ancora non si sa che ne sarà dell’anno scolastico in corso. Riteniamo che questo ritardo non faccia altro che complicare e rendere più difficile il lavoro dei docenti e delle direzioni scolastiche e mette le famiglie in una situazione di insicurezza (soprattutto coloro i cui figli si trovano alla fine di un ciclo scolastico).
Ci sembra quindi opportuno che, celermente, il DECS faccia delle proposte e delle ipotesi su come portare a termine l’anno scolastico e su tutti gli aspetti relativi (valutazione, esami di maturità, etc.). Più celere sarà la presentazione di queste proposte, più sarà possibile permettere ai docenti, alle famiglie, agli stessi studenti di esprimersi su queste proposte. Se è possibile organizzare l’insegnamento a distanza, non sembra impossibile organizzare una consultazione a distanza!
Potrebbe essere l’occasione, per il DECS, di guadagnare qualche punto di credito: siamo ai limiti storici più bassi da almeno cinquant’anni!