Tempo di lettura: 3 minuti

Non passa giorno senza che lo Stato Maggiore di Condotta Cantonale, per bocca del comandante della polizia Matteo Cocchi, del medico cantonale Giorgio Merlani o di rappresentanti del Consiglio di Stato, invitino, giustamente, la popolazione a rimanere a casa.

Tali pressanti inviti partono del presupposto che siamo ancora lontani dal famoso picco dei contagi. D’altronde l’evoluzione quotidiana del numero dei contagi e dei morti non permette altro orientamento.

Nella giornata di ieri Merlani ha affermato che:

Non è però il momento di allentare le restrizioni, è decisamente troppo presto, torno anzi a ribadire per l’ennesima volta l’importanza del rispetto delle stesse. Non possiamo permetterci di avere un effetto boomerang adesso, potrebbe fare molto male al sistema sanitario.”

Gli ha fatto eco il comandante e capo dello SMCC Cocchi:

Dalle segnalazioni ricevute emerge che c’è ancora troppa gente in giro. È probabile che la durata delle restrizioni – combinata a un’evoluzione che sembra rispondere alle misure – possa spingere alcuni a pensare di allentare il proprio rispetto delle regole, ma non è questo il momento per farlo. Mi appello nuovamente alla responsabilità individuale e confido nella saggezza di ognuno per limitare i propri spostamenti al minimo così come i contatti intergenerazionali”.

Contemporaneamente vi è un diffuso sentimento da parte della popolazione che un numero sempre maggiore di aziende abbiano ripreso o stiano per riprendere l’attività anche per attività non socialmente necessarie allo stato attuale, né tantomeno urgenti: dalle tapparelle del consigliere nazionale Fabio Regazzi alle aziende che lavorano l’oro nel Mendrisiotto passando da aziende edili che affermano pubblicamente d’aver ricevuto un permesso grazie alle amicizie con il consigliere di stato Gobbi.

Si tratta, come detto, di un sentimento diffuso, confermato in parte dallo SMCC. A ieri, 1° aprile 2020, sarebbero una quarantina le autorizzazioni. Matteo Cocchi non ha però voluto comunicare quali sono queste ditte, con quali motivazioni lavorano e con quanti dipendenti.

Una mancanza di trasparenza che non trova nessuna giustificazione! In questo contesto difficile dove a tutti i singoli cittadini si chiedono molte rinunce non si capisce perché non si debba indicare in modo preciso e chiaro a quali datori di lavoro e per quale motivo si permette di derogare a queste restrizioni.

Anche perché in questi giorni abbiamo potuto constare che tali deroghe concesse alle aziende rischiano di vanificare gli sforzi di tutte e tutti i cittadini. Lo abbiamo visto sul cantiere del Ceneri dove non si sono rispettate le norme sanitarie, lo abbiamo visto alla Diamond di Losone dove la ditta, non contenta di aver ricevuto un’autorizzazione ad aprire, ha infranto volontariamente i limiti imposti, occupando molte più persone di quelle di cui aveva diritto.

Da ultimo, non possiamo che augurarci che il Consiglio di Stato e lo SMCC abbiano il buon senso di non più concedere, qualora avesse ancora l’ardire di presentare una nuova domanda, alcuna autorizzazione al capo degli industriali nonché parlamentare federale Fabio Regazzi. Come ci hanno insegnato a scuola l’esempio dovrebbe venire dall’alto!

Per queste ragioni chiediamo al CdS:

1.     Di indicare quali sono le aziende che hanno ottenuto un’autorizzazione a lavorare per il periodo dal 30 marzo al 4 aprile.

2.     Di indicarci per ogni ditta il tipo di produzione svolto, le motivazioni, il numero di dipendenti occupati ed i giorni di lavoro.

3.     Come si è proceduto per la verifica che le aziende abbiamo effettivamente lavorato solo per le motivazioni alla base dell’autorizzazione e con unicamente il numero di dipendenti autorizzati?

4.     Se, per il controllo e la verifica, sono state coinvolte le commissioni del personale delle aziende o, dove non ci fossero delle commissioni, direttamente il personale?

5.     Come si è proceduto per la verifica del rispetto delle condizioni sanitarie sui posti di lavoro, nei locali comuni (mense e spogliatoi) e per il tragitto casa-lavoro?

6.     Di confermarci che il capo di AITI e consigliere nazionale PPD Fabio Regazzi non riceverà per la settimana dal 6 al 9 aprile 2020 nessun permesso per produrre un bene non primario come le tapparelle.

Per il Gruppo MPS-POP-Indipendenti

Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori

Print Friendly, PDF & Email