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Lo scorso 31 marzo i media elettronici hanno riportato le affermazioni fatte da Filippo Lombardi, presidente del consiglio d’amministrazione della Lugano-Airport SA. Quanto riportato dai media lascia allibiti.

In primo luogo appare particolarmente ignobile usare la crisi del coronavirus per giustificare la supposta utilità dello scalo luganese, diventato importante per «i voli sanitari e di rimpatrio privati». Se per Lombardi l’utilità dell’aeroporto è data solo in tempo di crisi pandemiche, indirettamente conferma l’inutilità dello stesso nei tempi normali… Ma non è questo l’aspetto peggiore.

Il 10 febbraio scorso, il consiglio d’amministrazione di LASA ha licenziato i 74 dipendenti, con scadenza a fine aprile. Non ritorniamo sulle considerazioni di questa scelta di usare i dipendenti come carne da macello per tentare di influenzare la votazione referendaria, prevista allora per il 26 aprile prossimo. Va però sottolineata la demenzialità della scelta perorata in prima linea anche del giurista e consigliere di Stato Claudio Zali. Infatti, con il licenziamento collettivo in corso, il Lombardi e soci hanno, de facto e de jure, eliminato la possibilità di ricorrere al lavoro ridotto, in quanto questo è negato ai lavoratori il cui contratto è stato disdetto! Se il consiglio d’amministrazione della LASA avesse un minimo rispetto per i propri dipendenti, invece di fare comunicati stampa assurdi, avrebbe già riassunto tutto il personale. Ciò non è stato fatto dimostrando che ai sostenitori dell’aeroporto, la sorte dei dipendenti è l’ultima delle loro preoccupazioni.

Che dire poi della fantastica proposta di attaccarsi alla mammella della Confederazione cercando di spillare quattrini pubblici grazie ai crediti transitori con fideiussioni. Con questa idea, gli amici dell’aeroporto hanno veramente toccato il fondo. Sul sito della Seco si legge che «numerose aziende dispongono di sempre meno liquidità per coprire i costi correnti a causa delle chiusure aziendali e del brusco calo della domanda. Bisogna evitare che aziende sostanzialmente solvibili vadano incontro a difficoltà. Aiuti immediati mediante crediti transitori con fideiussioni: affinché le banche possano concedere crediti transitori alle PMI (ditte individuali, società di persone, persone giuridiche)»[1].

Con quale coraggio politico e giuridico, Zali e Lombardi possono anche solo pensare di ricevere questi crediti?!

In primo luogo, questi crediti servono alle aziende entrate in difficoltà a causa della crisi del coronavirus. Sono almeno 10 anni che LASA avrebbe dovuto applicare l’articolo 725 del Codice delle Obbligazioni, ossia il deposito dei bilanci in pretura per una manifesta eccedenza dei debiti rispetto agli attivi e perché i conti economici degli ultimi tre anni presentano una perdita annuale… A evitare il fallimento, è stato soprattutto la postergazione continua – dal 2010 fino ad oggi! – del debito contratto dalla società nei confronti della Città di Lugano. I crediti sono per le aziende “sostanzialmente solvibili” non per quelle finanziariamente ed economicamente già morte…

In secondo luogo, i creditori transitori superiori ai 500’000 franchi e fino al 10% della cifra o a un massimo di 20 milioni, sono concessi sulla base di «un esame più approfondito da parte delle banche»[2]. Ora ci sembra piuttosto difficile che una banca, anche alla luce di un esame sommario, possa concedere un credito di questo genere a una realtà aziendale che presenta una situazione finanziaria e produttiva catastrofica da più di un decennio… In questo senso, sembra che LASA abbia registrato nel 2019 un deficit di 2,2 milioni di franchi, risultato molto realistico visto che nel 2018 era già stato di 2,15 milioni di franchi… Non pensiamo che le banche, neppure Banca Stato, possa accontentarsi della fantasmagorica affermazione di Filippo Lombardi secondo il quale la cifra d’affari di LASA sia cresciuta del 40% in questa prima fase dell’anno. Difficile da credere, quando ad Agno non arriva più un volo di linea dal 2019… Lo scalo luganese sarebbe quindi in controtendenza rispetto al settore mondiale dell’aviazione, il quale ha registrato un crollo progressivo dell’attività da almeno febbraio 2020…

Infine ci chiediamo come è possibile che i sindacati, benché ormai sostenitori sempre più attivi della politica del Governo ticinese, possano essere d’accordo con una proposta tanto assurda formulata dal presidentissimo Filippo Lombardi, il quale probabilmente è molto più predisposto nel credere ai miracoli rispetto a noi comuni mortali… Dalle organizzazioni sindacali ci saremmo almeno aspettati una gentile richiesta riassunzione dei  74 licenziamenti, nell’attesa che l’acqua di Lombardi si trasformi in grappa…


[1] https://www.seco.admin.ch/seco/it/home/seco/nsb-news.msg-id-78515.html

[2] https://www.efd.admin.ch/efd/it/home/dokumentation/nsb-news_list.msg-id-78572.html