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Pubblichiamo il testo dell’intervento di Matteo Pronzini (a nome del gruppo MPS-POP-Indipendenti) nella discussione di entrata in materia sulla Legge sull’Innovazione discussa martedì 26 maggio in Gran Consiglio (Red).

È istruttivo (e sconsolante, ma non sorprendente) passare in rassegna la lista delle aziende che nel periodo 2016-2019 hanno beneficiato del sostegno finanziario nel quadro del Legge sull’innovazione economica (LInn).

Qualcuno potrebbe pensare che, visto il titolo della legge e i suoi obiettivi, questi milioni che lo Stato investe a sostegno delle imprese riguardino aziende che non hanno mezzi sufficienti per finanziare le loro ricerche in innovazione e sviluppo; oppure che il mondo bancario chieda, per sostenerle, garanzie che queste aziende non possono offrire; o, ancora, che si tratti di aziende all’inizio del loro percorso e quindi necessitino di particolari incoraggiamenti.

Nulla di tutto questo. Possiamo affermare che buona parte dei sostegni finanziari dati (almeno la metà, se non di più, dei 15 milioni stanziati in totale) sono andati ai soliti noti, ad aziende solide, con ampie riserve finanziarie e patrimoniali, alcune appartenenti a multinazionali che (forse) restano in Ticino fino a quando trovano dei polli che votano senza fiatare sussidi a fondo perso che ad altro non servono se non ad aumentare i loro profitti.

Vediamone alcuni esempi, tra i più macroscopici, che ben illustrano questo assoluto spreco di denaro pubblico.

Il primo e forse più eclatante caso è quello del gruppo Mikron, beneficato di 1 milione. Avete sentito bene: quello stesso gruppo Mikron che da ormai un anno sopprime posti di lavoro, ricorre al lavoro ridotto, ha beneficiato – come molte altre aziende – delle riforme fiscali. Un gruppo che ha una solidità finanziaria tale da potersi certamente permettere di sviluppare e innovare prodotti e processi – le sue attività di ricerca e sviluppo tecnologico – o attraverso i mezzi propri (magari ricorrendo ai propri azionisti) o attraverso le normali vie di credito. Nel contesto attuale questo sussidio ai profitti è pura vergogna!

Un altro gruppo che approfitta è il gruppo Georg + Fischer. È il proprietario della tristemente famosa AGIE, anch’essa distintasi per una politica occupazionale non certo brillante – ne abbiamo parlato anche in questa sede; ma il Gruppo G+F ha pensato bene di aggirare l’ostacolo facendosi finanziare un’altra azienda che controlla in Ticino: la Precicast di Novazzano che ha ottenuto 750’000 Fr.

E che dire della ABB Power Protection di Quartino? Chi può credere seriamente che l’ABB, la illustrazione della potenza multinazionale per eccellenza, abbia bisogno dei 776’000 franchi del Canton Ticino per sviluppare le propria attività di innovazione?

O, ancora, ecco un altro milione alla Imerys, proprietà dell’omonimo gruppo multinazionale francese. Per memoria: il gruppo francese ha chiuso il 2019 con 435 milioni di utile su un cifra d’affari di quasi 4 miliardi e mezzo, con un utile operativo di quasi l’11%. Risultati simili anche negli anni precedenti. Dell’azienda di Bodio si era parlato a fine 2018 quanto aveva licenziato 14 dipendenti e aveva assistito alla partenza di alcuni quadri. Allora si era parlato, senti senti, di tagli nel settore Ricerca e Sviluppo.

Interessante poi quanto succede con il gruppo delle aziende del settore chimico farmaceutico. Qui abbiamo la presenza di multinazionali piene di liquidità che controllano interamente queste aziende (che sono delle piccole unità produttive, spesso marginali rispetto all’estensione dei loro imperi) che, furbescamente, si fanno finanziare programmi cosiddetti di innovazione dagli sprovveduti ticinesi. In questo ambito troviamo la Gnosis Bioresearch che ha ricevuto più di 1 milione di franchi, azienda di sperimentazione di lieviti industriali, che appartiene alla multinazionale francese Lesaffre. Qualche dato su questa multinzionale: 10’500 dipendenti e una cifra d’affari che supera i 2,5 miliardi di euro. Ora, qualcuno pensa seriamente che non sia in grado di finanziare i progetti di innovazione che si svolgono a St.Antonino?

O, ancora, la famosa Human Biomed, come noto proprietà della Vir Biotechnology, una delle maggiori aziende americane di biotecnologie; questa azienda è, di fatto, quella alla quale è stato affidato il compito di sfruttare commercialmente i risultati delle ricerche dell’IRB di Bellinzona (al quale offrono contributi a fondo perso Cantone e Città). Un rapporto discutibile sul quale, prima o poi, si dovrà tornare. Anche in questo caso 750’000 franchi di sostegno.

E non poteva mancare il filantropo-collezionista (attraverso la fondazione di mamma e papà) – imprenditore Riccardo Braglia e la sua Helsinn (che ha ottenuto 1 milione di franchi). Braglia e il suo gruppo, come noto e facilmente dimostrabile, macinano profitti milionari; e sicuramente avrebbe potuto far capo, per sostenere l’innovazione, alle controllate Helsinn Internation Service con sede a Monte Carlo (di cui Braglia è presidente); così come è presidente della Helsinn Investment Fund in Lussemburgo. Due paesi noti per la loro compiacente fiscalità…

Ci fermiamo qui, anche se la lista e l’analisi potrebbero continuare e le conclusioni sarebbero ugualmente impietose.

Ecco in cosa di fatto consiste la politica di sostegno all’innovazione: milioni distribuiti ad aziende che non avrebbero bisogno, che innoverebbero comunque anche senza questo sostegno; che ne approfittano per intascare lauti sostegni che vanno a rimpolpare le loro entrate e a sostenere i profitti.

E speriamo che nessuno osi dire che, magari, grazie a questi finanziamenti tali aziende sono rimaste in Ticino e continuano a rimanerci, mantenendo posti di lavoro, etc. etc. Perché a questo punto non si tratterebbe più di una discussione sui finanziamenti all’innovazione, ma di una discussione su vere e proprie tangenti di Stato. Il che aprirebbe un altro discorso.

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