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Il governo si dice preoccupato per l’apertura dei ristoranti; ma poi nega di
fatto il telelavoro ai suoi dipendenti


Proprio ieri i diversi ministri cantonali si sono detti sorpresi dell’apertura di bar e ristoranti
sottolineando che avrebbe preferito aspettare ancora qualche settimana prima di procedere.
Addirittura il nuovo presidente del cantone ha tuonato accusando il governo federale di aver ceduto
alla lobby della ristorazione…utilizzando poi una metafora presa a prestito dal mondo delle
montagne ha detto “avanzeremo a passo spedito, ma con prudenza…”
Ora apprendiamo che la nuova direttiva emanata ieri dal governo di fatto prevede il rientro al lavoro
di tutti i dipendenti e la fine, nei fatti, dell’esperienza del telelavoro.
Infatti questa forma di lavoro sarà concessa solo ai dipendenti con figli con meno di 3 anni e a quelli
con meno di 12 che non posso far capo all’accudimento.
Questa volta, in barba a quelle che sono le indicazioni della Confederazione (che sostengono
l’importanza di mantenere il più possibile il telelavoro), il governo cantonale fa un passo avanti.
Una decisione che mette in difficoltà oggettiva molte famiglie: le scuole, si sa, apriranno ma a giorni
alterni e tutti gli istituti scolastici hanno sottolineato come sarà oggettivamente difficile conciliare
scuola in presenza e accudimento.
Nellamaggior partedelle sedi, così comenella scuola dell’infanzia, non èprevisto il servizio di mensa.
Gli orari di entrata e uscita dalle scuole saranno scaglionati.
Di fronte ad una situazione di questo tipo sarebbe auspicabile che i datori di lavoro e in particolare
l’amministrazione cantonale adottassero sistemi maggiormente flessibili, tra i quali rientra in questa
fase il telelavoro.
Ma i problemi organizzativi non sono gli unici. Malgrado tutti si ostinino a parlare della fase “post
covid19”, il virus è comunque ancora in circolazione (come ha sottolineato anche il Ministro della
sanità Raffaele de Rosa); ma allora, perché mettere in circolazione (verosimilmente con mezzi
privati) migliaia di persone che potevano comunque tranquillamente e efficacemente lavorare da
casa?
Per finire rimane anche la questione della sicurezza degli stabili dell’amministrazione.Non tutti gli
uffici hanno delle dimensioni tali da garantire il distanziamento sociale (dove non sarà possibile
mantenere le distanze saranno montati dei plexiglas di separazione); in alcuni stabili (ad esempio
quelli Minergie) non è possibile aprire le finestre e quindi procedere anche a quelle minime misure
di igiene d’altronde raccomandate; gli spazi comuni dovranno essere riorganizzati e igienizzati di
continuo.
Insomma ci sembra proprio che unico obiettivo di questa decisione sia quello di rimettere tutti al
lavoro senza considerare iproblemi creati interminidi conciliabilità lavoro e famiglia e il potenziale
rischio che il virus continui a circolare troppo velocemente.
Gli esperti consigliano di “non aprire tutte le porte” insieme; ora a partire dall’11 maggio già
moltissime porte saranno aperte (scuola, ristoranti, bar, centri fitness, etc.); se veramente si vuole
procedere in modo prudente l’amministrazione avrebbe potuto e dovuto aspettare, tanto più che,
a quanto sappiamo, il telelavoro ha dato prova di essere comunque funzionante.
Ti fronte a questa situazione chiediamo:

  1. Il governo ha fatto un bilancio serio dell’efficacia del telelavoro? Se sì, quali elementi sono
    emersi?
  2. Sulla base di quali considerazioni sanitarie e di funzionamento dell’amministrazione si è
    deciso di far tornare tutti al lavoro, quando le disposizioni federale continuanoa sostenere
    di favorire e incentivare, dove possibile, il telelavoro?
  3. Come sarà organizzato concretamente il rientro al lavoro, sarà possibile rispettare le
    distanze sociali negli spazi? Dove questo non è possibile quali accorgimenti saranno presi
    (nella circolare ci si limita a demandare questo compito al funzionario dirigente)? Il
    personale avrà a disposizione mascherine e disinfettante?
  4. Non ritiene con questa decisione, per le complicazioni alle quali abbiamo accennato, di
    mettere oggettivamente in difficoltà le famiglie con figli?
  5. Si sa che molte famiglie fanno affidamento ai nonni per l’accudimento extra- scolastico; il
    governo, anche alla luce delle dichiarazioni recenti di alcuni medici, ritiene che i genitori
    possano tornare a queste pratiche? Non teme che, di fronte a questa situazione, le famiglie
    saranno costrette di nuovo a far capo ai nonni mettendo seriamente in pericolo la loro
    salute?
  6. Non teme che la rimessa al lavoro dell’amministrazione possa creare una circolazione di
    persone che rischia di far aumentare ulteriormente la diffusione del virus?
  7. Con la chiusura delle scuole verosimilmente finirà anche l’accudimento (perlo meno quello
    garantito dai docenti). Nel frattempo non è ancora dato sapere come si intende perlomeno
    garantire tutto il lavoro di accudimento che, di regola veniva offerto d’estate: colonie, etc.).
    Come intende muoversi il governo per far fronte allarichiesta di dipendenti che, nei mesti
    estivi e di chiusura delle scuole, dovranno lavorare e avranno comunque figli a carico?