Qual è il pericolo del riscaldamento climatico? Entro il 2070, fino al 30% della popolazione mondiale potrebbe essere confrontata con temperature letteralmente invivibili.
Gli studi sul clima prevedono un aumento della temperatura mondiale di 2 o 3 °C nello scenario di statu quo. Evidentemente queste medie includono gli Oceani che sono più freddi, oceani che ricoprono il 70% del pianeta. L’aumento della temperatura sulle terre emerse sarà quindi più importante e le temperature nelle zone già calde saranno ancora più elevate.
Se la media mondiale aumenterà di 3 °C, le regioni dove le persone vivono effettivamente saranno almeno di 6 °C più calde di oggi. La conseguenza sarà che vaste regioni diventeranno troppo calde per essere abitate.
«Future of the human climate niche», uno studio pubblicato il 4 maggio sul sito di Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), fa notare che da circa 6000 anni, quasi tutti gli umani vivono nelle regioni dove la temperatura media annua si situa tra gli 11 °C e i 25 °C. Si tratta della “nicchia climatica” umana, la fascia di temperatura dove il lavoro all’esterno non è mortale e nella quale siamo riusciti a produrre sufficientemente cibo per sopravvivere.
Gli autori dello studio, specialisti attivi in Cina, Danimarca, Olanda, Regno Unito e Stati Uniti [Chi Xu, Timothy A. Kohler, Timothy M. Lenton, Jens-Christian Svenning, e Marten Scheffer], affermano che ogni grado di riscaldamento climatico in più spingerà un miliardo di persone al di fuori di questa zona di sopravvivenza.
Oggi, almeno l’1% della superficie terrestre del pianeta è confrontato con una temperatura annuale media superiore ai 29 °C e quasi tutta questa superficie si trova nel deserto del Sahara. Se le emissioni di gas a effetto serra non saranno ridotte rapidamente, fino al 19% delle terre, che ospitano 3,5 miliardi di persone, avranno una temperatura annuale media superiore ai 29 °C.
Come ha dichiarato al Guardian uno dei principali autori dello studio dello PNAS lo scorso 5 maggio 2020, «le temperature medie superiori a 29°C sono invivibili».
Anche con una forte attenuazione del clima – un passaggio dallo scenario estremo RPC8,5 del GIEC al RPC2,6 più controllato – 1,5 miliardi di persone saranno comunque confrontate con temperature non sopportabili. Quelli che possono lavorare all’interno e che potranno permettersi l’aria condizionata si adatteranno, ma per la maggioranza l’unica opzione sarà emigrare. I paesi che costruiscono dei muri alle frontiere condanneranno così centinaia di milioni di persone alla morte.
* articolo pubblicato sul sito Climate&Capitalism, il 9 maggio 2020; traduzione a cura del segretariato MPS