Quante volte abbiamo assistito, nell’ambito delle discussioni su questioni politiche di fondo, a perentorie dichiarazioni del tipo “È Berna che vuole così…”, “È una legge federale che lo stabilisce…”, etc. etc.
Con queste dichiarazioni governo cantonale e partiti che ne fanno parte e lo sostengono mettono in scena un teatrale gioco delle parti che ha come unico obiettivo quello di limitare i danni a livello politico ed elettorale, in particolare per quei temi che suscitano un particolare interesse tra la popolazione. Temi come, ad esempio, la legislazione in materia di assicurazione malattia, o di casse pensioni, o, ancora, le decisioni su trasporti o ambiente.
Obiettivo fondamentale è quello di tentare di “departiticizzare” le decisioni politiche prese: così la responsabilità viene addossata a “Berna” come astratta entità geografica, di tipo amministrativo, privata di qualsiasi contenuto politico; come se tutte le decisioni che vengono prese nei vari ambiti non avessero come protagonisti organismi (governo, parlamento, etc.) che hanno una precisa composizione politica, nei quali siedono proprio gli stessi partiti che poi addossano la responsabilità a “Berna”.
Giocano questo gioco un po’ tutti i partiti di governo: dal PLRT al PS, dall’UDC al PPD. È un gioco praticato da molto tempo, unitamente ad un altro assai simile: quello di apparire come partiti di “opposizione” mentre si è comodamente, responsabilmente e consenzientemente al governo. E maggiori sono le responsabilità di governo, maggiori appaiono i tentativi di darsi un profilo di “opposizione”. Specialisti in questo ambito PSS e UDC che fanno sistematicamente finta di non essere i due maggiori partiti presenti nel governo federale e dimenticano che i loro ministri (con convinzione) dirigono alcuni settori fondamentali del governo al servizio degli interessi della borghesia svizzera.
Un recente esempio che bene illustra questo tipo di comportamento è la questione della fermata dei treni intercity (IC) a Chiasso e Mendrisio che ha visto i deputati del Mendrisiotto, le autorità comunali, il governo cantonale protestare perché con il prossimo orario ferroviario i due centri del Mendrisiotto non vedranno più alcuna fermate degli IC. E vi allora alle richieste corali a Berna e alle FFS (accusate di insensibilità) da parte di tutta la classe politica.
Ma di chi è la colpa, politicamente parlando, di questa situazione? ci si potrebbe chiedere. Ci aiuta a capirlo la risposta del Consiglio Federale ad un’interpellanza inoltrata dal consigliere nazionale Marco Romano (PPD/TI). Il governo federale risponde ricordando che “La decisione di non prevedere più fermate per i treni IC nel Mendrisiotto, attuata con l’entrata in servizio della transizione dinamica a Chiasso, risale a un Accordo del 2009 tra il Cantone e le FFS”. Ma la cosa è ancora più grave e rischia di essere a lungo compromessa poiché, nell’ambito della programmazione della fase di ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria (FA) 2035, il Cantone Ticino non ha presentato domanda di integrazione del Mendrisiotto nella rete dei trasporti a lunga distanza. Bisognerà aspettare la prossima tornata…dopo il 2035.
Ecco, quindi svelato il mistero: sono quelle stesse forze politiche che oggi (giustamente potremmo aggiungere) alzano la voce ad essere colpevolmente responsabili di quanto sta succedendo.
D’altronde i deputati del Mendrisiotto non sono nuovi a questi exploit a scoppio ritardato, in particolare nel segnalare alcune questioni al Consiglio di Stato, nel quale siedono…i rappresentanti dei loro stessi partiti.
La recente vicenda ospedaliera è illuminante. Le proteste contro le prospettive di chiusura di alcuni reparti all’Ospedale regionale di Mendrisio rientrano nella stessa logica che l’EOC (diretto da rappresentanti nominati da questi stessi partiti) persegue da anni. Le motivazioni (ad esempio l’idea che un reparto maternità per essere “redditizio” debba aver almeno 700 parti all’anno) sono le stesse che l’MPS ha combattuto in occasione della pianificazione ospedaliera e attraverso la proposizione dell’iniziativa popolare “Giù le mani dagli ospedali”. Allora, questi stessi partiti non trovarono di meglio che accogliere le motivazioni dell’EOC e combattere le proposte dell’MPS (che se accolte impedirebbero oggi la soppressione di reparti negli ospedali regionali).
Oggi fanno finta di non sapere che queste politiche inaccettabili proposte dall’EOC sono figlie del loro stesso comportamento politico, delle loro stesse decisioni politiche. Illustrativo di questo tentativo di buttar polvere negli occhi della popolazione il fatto che, su questo tema, a coordinare l’azione dei deputati e partiti del Mendrisiotto sia il leghista Caverzasio, cioè il rappresentante di un partito che non solo conta la maggiore rappresentanza in governo, non solo conta propri rappresentanti in seno al consiglio di amministrazione dell’EOC, ma esprime addirittura il presidente dell’EOC, quel Paolo Sanvido la cui logica privatistica e aziendalistica appare ogni volta che prende la parola.