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Pubblichiamo il testo di una interpellanza dei deputati MPS presentata oggi in merito alla organizzazione dei corsi di recupero organizzati in questi giorni che precedono l’inizio della scuola.

Molti, come noi, hanno sottolineato a più riprese l’esigenza di organizzare una possente attività di recupero a seguito dei ritardi accumulati con la chiusura delle scuole della scorsa primavera

Questa esigenza di recupero non ha tanto a che vedere con l’ansia di “completare il programma” o di recuperare “il terreno perso”, ma è legata ad altri fattori.

Da un lato (e questo lo hanno ammesso anche gli stessi responsabili dipartimentali) l’insegnamento a distanza ha approfondito il divario tra gli studenti legato alla loro provenienza sociale. Chi non ha potuto contare su un clima familiare materiale, sociale e culturale adeguato ha perso ulteriore contatto, molto più ancora di quanto non ne avesse già perso con la scuola in presenza. E a poco sono servite (parliamo in particolare del delicato settore della scuola media) quelle tre settimane di rientro che, dal punto di vista dei contenuti e organizzativo, sono state – in molte situazioni – una replica di quanto avviene normalmente. Lo stesso discorso vale per le scuole medie superiori e per le scuole professionali.

Accanto a questa necessità di recupero individuale legata agli sviluppi della pandemia e del modo in cui essa ha agito sulle fasce sociali diverse degli studenti, vi è una seconda necessità di recupero, anch’essa individuale ma che assume aspetti collettivi poiché implica un numero importante di studenti. Essa riguarda in particolare la scuola media superiore e la scuola media, in particolare gli ultimi due anni.

Il problema deriva in buona parte dalle straordinarie norme di promozione, emanate ad inizio aprile, che hanno permesso di promuovere alla classe successiva sostanzialmente sulla base dei risultati del primo semestre e di qualche ulteriore lavoro il cui esito è stato favorevole allo studente.

È evidente che da una situazione di questo tipo è nata l’esigenza, in questo nuovo anno scolastico che sta per cominciare, di mettere in atto un lavoro di recupero che permetta di evitare, complice magari anche la volontà dei docenti di “correre” più veloci per recuperare il terreno perso, che molti perdano subito il passo.

Ci pare di poter affermare che il DECS non abbia accolto questa esigenza di recupero.

In risposta ad altri atti parlamentari nei quali avevamo sottolineato questo problema (in giugno ad esempio) ci era stato risposto che in numerose sedi di scuola media si sarebbero organizzate attività di recupero prima dell’inizio della scuola. Negativa invece la risposta sulla nostra richiesta di mettere a disposizione delle sedi scolastiche dei pacchetti di ore per organizzare, durante l’anno scolastico, attività di recupero mirate.

Da anni, e indipendentemente dalla pandemia, vengono organizzati in numerose sedi di scuola media e medio superiore corsi di recupero che si tengono nelle due prime settimane precedenti l’inizio delle scuole. Spesso l’organizzazione è affidata alle associazioni dei genitori o ad associazioni private. Quest’anno l’offerta è apparsa sostanzialmente la stessa, forse leggermente rafforzata e con la messa a disposizione di qualche finanziamento in più per le scuole (qualche decina di mila franchi, nulla di trascendentale…) e un parziale finanziamento (100 franchi) per le famiglie. Il tutto, come sottolineano i comunicati del DECS con un numero di posti rigorosamente limitato; corsi che, l’esperienza del passato insegna, hanno più una funzione di “rimessa in moto” che di vero e proprio recupero.

Ci sembra quindi, ma è un’impressione che speriamo possa essere corretta, che l’azione di recupero intrapresa non sia stata assolutamente all’altezza della situazione vissuta negli ultimi mesi e alle necessità oggettive.

Chiediamo quindi al Consiglio di Stato:

1.In quante sedi di scuola media e di scuola media superiore sono stati organizzati (su iniziativa delle scuole, delle associazioni di genitori o di associazioni private in collaborazione con le scuole) delle attività di recupero?

2. Quanti studenti sono stati complessivamente coinvolti?

3. Poiché il numero dei posti era limitato (come indicato dagli stessi comunicati del DECS) vi sono stati studenti che non hanno potuto essere accolti? Se sì, quanti?

4. Ritiene che questa attività di recupero sia stata soddisfacente o ritiene che si debba riaprire la discussione, nelle prossime settimane, su questo tema e mettere in atto misure che permettano di far fronte a quei ritardi ai quali abbiamo qui sopra fatto riferimento?