Un posto a tavola per tutti…meno che per i giovani in cerca di un posto di apprendistato
Le comunicazioni che la sezione per la formazione professionale fornisce con sempre maggiore continuità sulla campagna di collocamento degli apprendisti solleva questioni inquietanti.
Prima di tutto per la dimensione del problema: a tutt’oggi, rispetto agli obiettivi che il Consiglio di Stato aveva fissato ancora poco tempo fa in materia di creazione di nuovi posti di tirocinio, mancherebbero (il condizionale è d’obbligo, poiché non sempre i dati forniti sono, nel loro susseguirsi, appaiono coerenti…) circa 700 posti di tirocinio.
Tutto questo conferma la pochezza della strategia messa in atto, orientata esclusivamente verso il sostegno finanziario alle imprese: in cambio della conclusione di un nuovo contratto di tirocinio il Cantone e alcuni comuni finanzieranno le aziende con importi che vanno da 1’000 a 2’000 franchi.
Si tratta di una politica che, come abbiamo detto a più riprese, non solo rischia di creare dei posti di tirocinio fragili, orientati sul breve termine e motivati solo dallo stimolo finanziario; ma è una strategia che non modifica fondamentalmente i meccanismi dell’offerta di posti di apprendistato, né dal punto di vista qualitativo, né da quello quantitativo. E la crisi nella quale vive oggi il settore dell’apprendistato (e questo indipendentemente dalla crisi pandemica che ha solo accentuato questa dinamica) è proprio legata a questo monopolio del mercato dei posti di tirocinio da parte del padronato: un monopolio che non risponde alle attese dei giovani né dal punto di vista qualitativo, né da quello quantitativo.
Questa crisi avrebbe dovuto essere affrontata con misure incisive: già da mesi la tendenza era chiara, ma governo e dipartimento si sono limitati (sostenuti colpevolmente dal Gran Consiglio) di andare al di là di provvedimenti sostanzialmente propagandistici e poco concreti e incisivi.
L’MPS da anni e poi ancora in questi ultimi mesi ha attirato l’attenzione sulla necessità di un intervento pubblico teso a modificare questa dinamica; abbiamo proposto, ad esempio, di raddoppiare l’offerta di posti di tirocinio nei diversi curricula delle diverse scuole arti e mestieri a tempo pieno che, ogni anno, sono costrette (visto il loro funzionamento sulla base di un numero chiuso) a rifiutare l’accesso a molti giovani che avrebbero le capacità di affrontare con successo queste scuole. Invano: il governo, ad esempio, ha deciso di limitarsi all’aumento di poche unità l’offerta della Scuola arti e mestieri di Bellinzona.
Ma le novità di queste ultime ore segnalano una vicenda che mostra le contraddizioni del governo e dei partiti (di governo e non) che in questi ultimi mesi ne hanno sostenuto la strategia in materia di formazione professionale.
Il DECS ha infatti informato che il settore della ristorazione (e alberghiero) non offrirebbero sufficienti posti di apprendistato e quindi diversi giovani, che avrebbero voluto seguire un tirocinio in una professione del settore (cuoco, etc.), saranno parcheggiati in un corso introduttivo alle professioni del settore (scuola a tempo pieno con stages) con la speranza di poter poi, il prossimo anno, concludere un contratto di tirocinio presso un’azienda.
Tutto questo infatti avviene infatti mentre governo e BancaStato (sostenute dalle lodi sperticate di tutti i partiti) hanno per tutta l’estate condotto la loro discutibile promozione di “invito a cena” di tutto il Ticino (con l’offerta di buoni gratuiti), con l’obiettivo di dare un sostegno al settore della ristorazione.
Ora, non solo l’efficacia di questa campagna di promozione dal punto di vista economico resta tutta da dimostrare (malgrado il dispendio di diversi milioni); ma il settore della ristorazione non riesce nemmeno alcune decine di posti di tirocinio in più per rispondere alle richieste di tutti quei giovani che vogliono abbracciare una professione del settore.
Ovvero, come sprecare denaro pubblico senza risolvere alcun problema e solo a fini di promozione dell’immagine di un governo attivo nella promozione turistica.
L’MPS ritiene che tutto questo sia inaccettabile. Ritiene che il Consiglio di Stato con uno sforzo ulteriore avrebbe potuto trovare un posto a tutti i giovani che cercano una professione nel settore: non sarebbe stato difficile, facendo capo alle strutture del settore pubblico e para-pubblico (mense scolastiche, dell’amministrazione, del settore ospedaliero, etc.) riuscire a offrire un posto di tirocinio a questi giovani.
Per terminare MPS non può che rilevare l’ipocrisia dei partiti che partecipano alle varie commissioni parlamentari. A parole, nel corso degli ultimi mesi tutti hanno ribadito l’importanza del potenziamento dell’offerta di posti di tirocinio nel settore pubblico; alla prova dei fatti l’unico atto parlamentare sul tema (la mozione dell’MPS Apprendisti ed amministrazione pubblica del 19 settembre 2020 (messaggio del CdS del 1° febbraio 2017) giace, negligentemente, nei cassetti della commissione della gestione.
Alla luce di queste considerazioni chiediamo al Consiglio di Stato:
- Quanti sono stati gli apprendisti cuochi e apprendiste cuoche assunte dall’amministrazione pubblica per l’anno scolastico 2020-2021?
- Quale è la differenza delle assunzioni con l’anno 2019-2020?
- Lo scorso mese di maggio il Gran Consiglio ha adottato una generica mozione (rapporto 7782R) con cui si chiedeva che l’amministrazione cantonale aumentasse il numero degli apprendisti ad almeno il 5% del totale del personale alle sue dipendenze. Cosa ha nel frattempo intrapreso per adeguarsi a questa decisione del Parlamento?
- Quanti sono stati nel 2019 gli apprendisti assunti complessivamente dall’amministrazione cantonale? Quanti sono stati fino ad oggi gli apprendisti assunti complessivamente dall’amministrazione cantonale per l’anno 2020-2021?
- Alla luce della mozione adottata dal Parlamento lo scorso mese di maggio (rapporto 7782R) non ritiene opportuno modificare il suo parere negativo alla mozione MPS Apprendisti ed amministrazione pubblica del 19 settembre 2016 che in modo scandaloso e vergognoso giace nei cassetti della commissione della gestione?
Per il Gruppo MPS-POP-Indipendenti
Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori