A fine marzo 2020, Filippo Lombardi, presidente del consiglio d’amministrazione della Lugano-Airport SA, ha avuto il coraggio di annunciare, gongolante, che l’importanza dello scalo luganese era stata dimostrata durante la pandemia assicurando i voli sanitari d’emergenza e i voli privati di rimpatrio.
Lo scorso 27 giugno, il sito online del quotidiano italiano La Repubblica pubblicava un articolo relativo all’attività svolta, durante il picco della pandemia, da un autista NCC (Noleggio con conducente), ossia un autista privato che trasporta in particolare clienti facoltosi. L’autista intervistato raccontava della sua intensa attività durante la pandemia, dominata dal trasporto di ricchi manager italiani, bergamaschi soprattutto, atterrati negli aeroporti italiani provenienti dalla Wuhan, primo focolaio covid-19 nel mondo. Questi facoltosi viaggiatori non sono stati sottoposti ad alcun controllo, senza essere posti in quarantena, potendo senza problemi raggiungere le proprie case e le proprie aziende nel nord Italia. L’articolo diventa interessante quando l’autista NCC parla del periodo a partire dal quale gli aeroporti sono stati chiusi: «quando, con il lockdown, gli aeroporti hanno chiuso, sono andato a recuperare i clienti in Svizzera (a Zurigo o a Lugano per i jet privati) e a Nizza. Perché tanti clienti di rientro hanno dovuto volare su questi scali. Poi macchina fino a Bergamo. Mi chiedevo perché queste persone, che tornavano da Pechino, Shanghai, Wuhan, Shenzhen, non venissero messe in quarantena. La stessa domanda se la sono fatta anche i miei colleghi»[1]. E ancora: «E quando il 12 marzo vengono chiusi anche 23 aeroporti italiani, gli imprenditori di rientro dalla Cina non si sono di certo arresi: “Nizza, Zurigo, Lugano. Molti si sono fatti venire a prendere lì. Anche al confine. Un’auto dall’aeroporto. Un’altra, la mia, dal confine. Hanno rivisto i piani di viaggio in base a divieti e chiusure»[2].
Queste affermazioni ribaltano profondamente la dimensione “quasi umanitaria” con la quale il presidente del Cda di Lasa ha cercato di vendere, male, il ruolo dell’aeroporto luganese durante la pandemia. Forse alcuni voli sanitari hanno effettivamente avuto luogo ma si è taciuto sui voli privati per scaricare manager, imprenditori provenienti dall’epicentro del focolaio mondiale del covid-19, i quali, con tutta probabilità, sono usciti dalle porte dell’aeroporto di Lugano-Agno in tutta tranquillità, senza subir il benché minimo controllo, se non quello del passaporto…
Una situazione potenzialmente grave che deve interpellare la responsabilità degli organi dirigenti di LASA e le autorità cantonali!
In questo senso, il nostro gruppo chiede dunque al Consiglio di stato:
- Se era informato di questi voli privati particolari, atterrati all’aeroporto di Lugano-Agno;
- Il medico cantonale Merlani e lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC) erano informati di questi voli privati particolari, atterrati all’aeroporto di Lugano-Agno?
- Se queste autorità erano informate di questi voli speciali, quali misure di controllo sono state adottate?
- Se non sono state adottate particolari misure di controllo, il Consiglio di Stato può spiegarne le ragioni?
- Se le autorità e organismi citati erano all’oscuro di tutto, il Consiglio di Stato non pensa che sia importante avviare un’inchiesta approfondita, rapida su quanto successo nei mesi di pandemia all’aeroporto di Lugano-Agno?
- Se le autorità e organismi citati erano all’oscuro di tutto, come giudicano l’azione delle autorità responsabili dell’aeroporto di Lugano-Agno, ossia il consiglio d’amministrazione di LASA?
- Qualora dovessero emergere infrazioni (rispetto alle varie ordinanze contro la pandemia, cantonali e federali), negligenze gravi, il Consiglio di Stato intende prendere delle misure contro gli organi dirigenti di LASA?
- Come valutano le autorità e organismi citati l’esposizione grave e pericolosa alla quale è stato esposto, a sua insaputa, il personale dell’aeroporto di Lugano-Agno?
- Cosa intendono fare le autorità e organismi citati, in particolare l’azionista di minoranza – il Cantone Ticino -, per evitare che quanto successo in precedenza non si ripeta qualora dovesse scoppiare una nuova crisi pandemica come quella appena vissuta?
Per MPS-POP-Indipendenti
Matteo Pronzini, Simona Arigoni, Angelica Lepori
[1] https://www.tpi.it/cronaca/autista-ncc-bergamaschi-tornavano-wuhan-senza-quarantena-20200628628362/
[2] Idem.