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Il Movimento per il socialismo (MPS) prende atto di come, ancora una volta, le istituzioni pubbliche siano guidate, nella lotta alla pandemia, da un atteggiamento reattivo piuttosto che preventivo. Questo comporta un ritardo sistematico nell’adozione di misure di lotta al COVID 19: misure che vengono adottate quando gli effetti che avrebbero potuto contribuire ad evitare, se adottate in precedenza, sono ormai acquisiti.

È questa l’impressione che emerge alla luce dell’esito dell’incontro odierno a Berna e delle dichiarazioni dell’autorità governative federali: tutti preoccupati, tutti a dire che la situazione si sta aggravando, ma, alla fine, si continua con le stesse misure e le stesse logiche fin qui seguite.

Con il solito appello ai comportamenti e alla responsabilità individuale; che, certo, va richiamata senza dimenticare che i nostri comportamenti individuali si sviluppano all’interno di un quadro collettivo caratterizzato da decisioni politiche e amministrative che possono vanificare comportamenti individuali virtuosi. Ad esempio: portare la mascherina per una scelta individuale all’interno di una struttura pubblica nella quale non vige l’obbligo per tutti di portarla, rende in parte vano l’esercizio della responsabilità individuale.

La stessa situazione si sta affermando anche a livello cantonale, con le autorità che sembrano voler ripetere lo stesso schema della prima ondata, privilegiando un atteggiamento reattivo piuttosto che uno preventivo. Ignorando, ad esempio, le raccomandazioni che nelle ultime settimane (e a più riprese) sono venute anche dal mondo medico.

L’MPS, già una decina di giorni orsono, aveva manifestato la propria critica sostenendo che vi fossero ormai le condizioni per mettere in atto nuove misure di protezione e di allargare quelle già esistenti in alcuni ambiti.

Della proposte che avevamo suggerito sono state recepite solo l’obbligo di portare la mascherina nei negozi e un inasprimento dei criteri per quel che riguarda la ristorazione. Nulla è, ad esempio, stato finora intrapreso in ambito scolastico oppure negli edifici pubblici dove vi è contatto tra addetti e pubblico (tranne qualche lodevole eccezione).

Le segnalazioni che giungono da più parti (ad esempio quella odierna proveniente da un settore dell’amministrazione cantonale) mostrano l’accumulazione di ritardi e una mancanza di determinazione e di convinzione nell’intraprendere tutta una serie di possibili misure per porre un freno alla diffusione del virus.

Per questo l’MPS ribadisce la necessità che, con effetto immediato, il governo vari una serie di ulteriori misure, tra le quali citiamo:

– l’obbligo di portare la mascherina nelle scuole medie e medie superiori

– l’obbligo di portare la mascherina in tutti i luoghi di lavoro, siano essi pubblici o privati (amministrazione, cantieri, uffici, etc.)

– l’obbligo di portare la mascherina in tutti i luoghi nei quali vi è un contatto tra fornitori di servizi e utenti (sportelli dell’amministrazione, delle banche, etc.).

Questo obbligo deve, naturalmente, essere accompagnato da un rafforzamento delle altre misure di protezione (mantenimento comunque delle distanze, messa a disposizione di disinfettante sui luoghi di lavoro, etc.)

L’MPS chiede che le mascherine vengano messe a disposizione gratuitamente della popolazione sui luoghi di lavoro da parte dei datori di lavoro o, nei luoghi pubblici, da parte delle amministrazioni pubbliche.

L’MPS invita il governo ad agire con celerità, ad abbandonare la logica fin qui seguita nelle ultime settimane, pena il ripetersi di quanto successo, avendo seguito la stessa colpevole logica, nella fase iniziale dello sviluppo della pandemia.