La direzione del PS sta facendo un’intensa campagna contro il referendum dell’MPS contro la LEGGE sulla retribuzione e sulla previdenza professionale dei membri del Consiglio di Stato (LRetCdS). Già il fatto che una forza politica che si pretende di sinistra faccia attiva campagna per non firmare un referendum è significativo della cattiva coscienza che anima questo partito. Nemmeno i partiti borghesi sono soliti fare queste cose quando altri partiti lanciano un referendum!
Ma da dove nasce questa cattiva coscienza? Dal fatto che la legge approvata dal Gran Consiglio è pessima e, purtroppo, nasce grazie all’apporto del PS e della iniziativa popolare depositata nel 2019.
Cosa chiedeva questa iniziativa? Da un lato cosa già decise, dall’altro faceva proposte che hanno permesso ai partiti borghesi di salvare capra e cavoli: cioè privilegi e salari dei loro consiglieri di Stato, attuali e futuri.
L’iniziativa del PS proponeva tre punti che qui riportiamo integralmente:
“a) assoggettare i Consiglieri di Stato all’Istituto di previdenza del Canton Ticino durante il loro mandato;
b) modificare conseguentemente la legislazione attuale, stralciando il regime previdenziale speciale a loro favore e inserendo delle indennità speciali di uscita da corrispondere a fine mandato;
c) rivedere la retribuzione dei Consiglieri di Stato in corso di mandato al fine di mantenere un certo equilibrio tra la situazione complessiva attuale e quella futura.”
Il punto a) era praticamente inutile: dal 2015 il principio di assoggettare i consiglieri di Stato alla IPCT era stato approvato dal Parlamento. E i consiglieri di Stato hanno cominciato a pagare i contributi (9%) come gli altri dipendenti, versandoli in un fondo speciale.
Ma da allora tutto era bloccato, perché il governo non voleva cedere sui propri privilegi (alcuni senza base legale) e non voleva che l’operazione comportasse una diminuzione del proprio salario. Ed ecco allora arrivare l’aiuto del PS che con i punti b) e soprattutto c) della loro iniziativa permettono che la nuova legge preveda delle indennità speciali di uscita a fine mandato (più o meno quello che succede ora) e, soprattutto, che si “riveda” la retribuzione dei Consiglieri di Stato, cioè si aumenti i salari. Un invito a nozze per i partiti di governo che non si lasciano sfuggire questa occasione.
Comprendiamo quindi che oggi i dirigenti abbiano la coda di paglia e provino una certa vergogna di fronte ad aumenti salariali di 33’000 franchi per i consiglieri di Stato. E che a loro non resta che negare, negare persino l’evidenza.
Vi sarà o no l’aumento salariale?
Il rapporto della commissione della gestione (firmato anche dai rappresentanti del PS) a pag.8, commentando l’articolo della nuova legge, scrive: “L’onorario lordo attuale ammonta a 244’062 franchi mentre l’onorario lordo basato sul disegno di legge ammonterà a 277’314”. Più chiaro di così…
La discussione che si tenta di introdurre, per imbrogliare le carte, su lordo e netto non ha nessun senso poiché il salario lordo attuale è sottoposto a prelievo (i consiglieri di Stato dal 2015 pagano il 9%) così come lo sarà quello nuovo maggiorato di 33’000 franchi. Alla fine, da qualsiasi parte la si prenda, il risultato è sempre lo stesso: un cospicuo aumento del salario (lordo e netto) per gli attuali consiglieri di Stato.
Il pagamento di un contributo è l’unico punto, oltre all’aumento salariale di cui qui sopra abbiamo detto, sul quale gli attuali membri del governo sono assoggettati alla nuova legge: per tutto il resto per loro vale il diritto precedente, cioè quello finora in vigore. Di fatto l’unica novità (visto che dal 2015 già pagavano i contributi ad un fondo speciale) è l’aumento salariale.
Vi sarà o no l’aumento del vitalizio per gli attuali consiglieri di Stato?
L’aumento salariale comporterà (contrariamente a quanto si affollano a ripetere, senza portare nessuna prova i membri della gestione) un aumento del vitalizio per gli attuali consiglieri di Stato. Nel caso massimo (di un consigliere di Stato che lascia la carica dopo 15 anni) egli avrà diritto al 60% del suo salario al momento in cui lascia la carica: quindi se il salario aumenta di 33’000 franchi, il vitalizio aumenterà del suo 60% cioè di 19’952 franchi. Come noi abbiamo sempre sostenuto.
Il fatto che La Regione sostenga il contrario, limitandosi ad affermare che vi sarebbe un non meglio precisato documento della commissione della gestione (senza fornire né dati, né calcoli, né tantomeno il documento nel quale si spiegano queste cose), non è certo un argomento; quanto al gruppo Salvioni, per come ha trattato e tratta il suo personale, non può in nessun caso un’autorità in materia. Basti ricordare, se fosse ancora necessario, che tipo di benservito ha dato al direttore de La Regione dopo decenni di fedele servizio!
Assoggettati…ma rimborsati (126’000 franchi a testa, un bel regalo di Natale!)
Si insiste che i consiglieri di Stato attuali pagheranno finalmente i contributi e che questa sarebbe una vittoria dell’iniziativa PS. Ma questa non è una novità. Come detto già dal 2015 questo principio è stato approvato e da quella data gli attuali consiglieri di Stato versano un contributo (9%) a un fondo speciale. La nuova legge prevede per loro che continueranno a versare questo contributo. Ma, novità assurda, quanto hanno versato allo stesso titolo negli ultimi cinque anni (126’000 franchi) verrà rimborsato (anche Beltraminelli godrà di questo rimborso). Un regalo senza alcuna giustificazione, una vera e propria vergogna!
Privilegi mantenuti…e confermati
Gli attuali consiglieri di Stato continueranno a beneficiare dei privilegi, in parte illegali: pensiamo per esempio alla rendita sostitutiva AVS (una rendita ponte che accompagna di solito chi va in pensione prima della rendita AVS – esiste in molte aziende e per i dipendenti dello Stato).
Ebbene, questa rendita, pari a 22’465 franchi viene versata, da tempo, senza nessuna base legale. Nel 2015, quando il Parlamento – unanime – decise che i consiglieri di Stato avrebbero dovuto far parte della cassa pensione e pagare i contributi, il rapporto della commissione (redatto da Pelin Kandemir Bordoli) scriveva: “Alla luce anche delle condizioni in vigore negli altri Cantoni, appare incomprensibile il fatto che i membri del Governo non siano chiamati a partecipare al finanziamento della loro previdenza professionale, non siano assoggettati a un sistema di cassa pensioni e inoltre che vi siano delle condizioni previste per accedere a una rendita che appaiono come dei benefici non giustificabili (ad esempio il supplemento sostitutivo AVS/AI)”
Ebbene, dopo questo sforzo legislativo, tutti gli attuali consiglieri di Stato beneficeranno di questo supplemento “non giustificabile”. Il ministro Gobbi, ad esempio, potrebbe uscire dal governo nel 2026 a 49 anni e godere, oltre al vitalizio di 168’091 franchi, anche di questo supplemento “non giustificabile” di 22’465 fino ai 65 anni, cioè per ben 16 anni!