Il capitalismo scommette su vaccini che consentano al pianeta di tornare alla “normalità” ma le radici vere della pandemia affondano proprio in quella “normalità”
Oramai, al di là dello stucchevole dibattito sul diritto di fare il cenone di Natale e il veglione di Capodanno, che vergognosamente riempie i talk show e i giornali, indecente se messo a confronto con l’incolmabile lutto delle centinaia di morti giornalieri nei reparti di terapia intensiva degli ospedali, l’attenzione sembra tutta concentrata sull’imminente arrivo del vaccino.
La destra, messa in difficoltà dal fatto che i suoi “modelli” di riferimento (Donald Trump, Boris Johnson, Jair Bolsonaro…) si sono ampiamente dimostrati incapaci di affrontare adeguatamente la pandemia nei propri paesi, oggi tenta il contropiede, sventolando l’esempio di questi stessi paesi che, aggirando e banalizzando le procedure di controllo sull’efficacia e sull’affidabilità dei vaccini finora disponibili, hanno iniziato prima degli altri la loro somministrazione di massa.
Ma occorre domandarsi: basteranno i vaccini a superare questa emergenza? Quel che è certo è che nessuno di questi vaccini, anche se si verificassero massimamente efficaci, riuscirà a scongiurare di per sé il rischio di altre pandemie che potrebbero presentarsi in qualunque momento se non saranno attivamente e tempestivamente messe in atto le misure necessarie a evitare il ripetersi di fenomeni di spillover (cioè di salto di specie) di altri virus.
E’ quello che affermava già ad aprile il biologo statunitense Rob Wallace nell’intervista rilasciata al Manifesto. “Dovremmo sicuramente modificare la nostra relazione con l’ambiente, diceva in quell’intervista Wallace, in modo da tenere i patogeni al loro posto. Le foreste primarie sono sempre più in pericolo. Siamo in un circolo perverso, in cui più perdiamo ambiente primario e più diventa prezioso per le compagnie che se lo contendono”.
Nel marzo scorso, in un lungo articolo di Bárbara Loureiro e Luiz Zarref apparso sul sito del MST (il Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra brasiliani), veniva giustamente affermato che: “il massiccio avvelenamento della natura stimola la selezione naturale nel senso dell’emergere di varietà sempre più resistenti di vegetali, virus, batteri. La concentrazione di animali in sistemi confinati costituisce la condizione favorevole per la moltiplicazione di microrganismi patogeni, soprattutto per quelli che hanno già un’elevata resistenza. Durante questo processo di evoluzione genetica (che nei virus e nei batteri può durare anche solo pochi mesi) compaiono mutazioni che consentono a questi microrganismi di infettare esseri diversi come maiali, uccelli, bovini e umani”.
La scommessa fatta dal capitalismo su dei vaccini che consentano al pianeta di tornare il più rapidamente possibile alla “normalità” pre-Covid, rischia di schiantarsi sulle radici vere della pandemia che affondano proprio in quella “normalità”.
*Sinistra Anticapitalista