Il Movimento per il socialismo (MPS) ha preso atto delle misure annunciate oggi dal Consiglio di Stato per combattere la pandemia, dopo il richiamo ricevuto negli scorsi giorni dal Consiglio Federale.
Le misure prese dal governo sono da considerare ridicole: si tratta di piccoli accorgimenti (chiusura dei bar alle 19.00, chiusura di locali da gioco, locali erotici, ecc. alle ore 22.00. ecc.) che rappresentano una vera e propria cosmesi. In nessun modo essi permetteranno di limitare l’espansione del contagio, in particolare poiché non affrontano di petto le questioni che sono e potranno essere all’origine di ulteriori progressi della pandemia.
Pensiamo, ad esempio, al settore del commercio che da giorni e per i prossimi giorni saranno luoghi di grande concentrazione di persone. Ebbene, il Consiglio di Stato arriva ad ammettere che nei giorni scorsi alcuni controlli nel settore del commercio e della grande distribuzione hanno dato esiti sconfortanti, mettendo in luce la mancanza del rispetto delle norme minime di protezione.
Ebbene, di fronte a tutto questo, a settori che non sembrano in grado di proteggere chi frequenta i loro commerci (né sembrano preoccuparsene malgrado le dichiarazioni), il governo non trova di meglio da fare che lanciare l’ennesimo appello affinché le misure vengano rispettate. Inutile ripetere che se le misure di protezione non verranno rispettate si dovranno adottare misure più severe se poi, proprio di fronte a queste inadempienze, si fa finta di nulla e non si prendono provvedimenti.
Un atteggiamento un minimo responsabile su questo tema avrebbe perlomeno necessitato la rimessa in discussione delle aperture festive e domenicali previste da qui a Natale. Eppure, ancora una volta, le esigenze non certo dei consumatori, ma del padronato della grande distribuzione vengono prima di tutto.
Le stesse riflessioni andrebbero fatte verso settori produttivi che avrebbero potuto essere oggetto di misure più incisive: pensiamo, ad esempio, alla chiusura anticipata dei cantieri. Lo stesso si sarebbe potuto pensare con la scuola, ritardando di alcuni giorni (dal 7 al 10 gennaio) la ripresa dei corsi. Ma di tutto questo il governo cantonale e i partiti che lo sostengono non vogliono sentir parlare.
Assolutamente surreale, poi, ascoltare l’”elogio della mascherina” propinatoci dal presidente del governo Norman Gobbi: presidente di un governo che ci ha messo tre mesi a decidersi a rendere obbligatorio portare la mascherina nei luoghi chiusi.
Gravissimo poi il fatto che non siano state annunciate nuove misure sanitarie in alcuni ambiti oggi problematici, quali ad esempio le case per anziani. In questo settore siamo confrontati con una situazione assai più grave della prima ondata (come numero di morti, numero di case per anziani con infettati, ecc.). Eppure, nessuna nuova misura viene annunciata: ad esempio, l’introduzione di un tampone obbligatorio ogni due tre giorni.
L’MPS prende atto che, confermando l’atteggiamento già espresso in Gran Consiglio nel corso del dibattito di alcuni giorni fa, il governo e i partiti che lo sostengono non vogliamo assumere misure di lotta alla pandemia per non ostacolare interessi economici particolari.