Il Movimento per il socialismo ha accolto senza troppo sorpresa le indiscrezioni giornalistiche nazionali che indicano come il Consiglio federale non sia per nulla contento della strategia di contenimento del virus sviluppata da alcuni cantoni: e come, tra questi, vi sarebbe il Ticino.
Non siamo sorpresi poiché da settimane diciamo molte delle stesse cose che sembra sostenere il CF: e cioè che il governo non sta prendendo alcuna misura ulteriore di contenimento dello sviluppo della pandemia, pertanto necessario visto che i contagi rimangono ad un livello elevato e i morti segnano un andamento importante.
In alcuni settori decisivi come quello delle case per anziani assistiamo ad una seconda ondata ancora più devastante e mortifera della prima, con un coinvolgimento ancora più ampio del numero di case per anziani toccate dal contagio (alleghiamo a questa presa di posizione l’interpellanza presentata oggi, proprio su questo tema, dal gruppo MPS in Gran Consiglio).
La responsabilità di questa politica inattiva di fronte alla pandemia non è naturalmente da addebitare al solo Consiglio di Stato: ma a tutto il panorama dei partiti politici (dalla “destra” alla “sinistra”) che lo hanno, in queste ultime settimane, sostenuto esplicitamente.
È quanto avvenuto, ad esempio, nel corso dell’ultima seduta del parlamento cantonale, durante la quale solo l’MPS si è pronunciato in modo critico sulla conduzione della lotta alla pandemia (sia dal punto di vista sanitario che sociale) e ha proposto misure atte ad incentivare la lotta alla pandemia sia dal punto di vista sanitario (chiedendo, ad esempio, misure di lokdown in alcuni settori – come hanno fatto altri Cantoni che oggi sembrano meglio attrezzati del Ticino) sia dal punto di vista sociale. Inutile ricordare che tali misure sono state coralmente respinte dagli altri partiti.
Ora è addirittura il Consiglio federale a richiamare all’ordine il governo cantonale e, con esso, i partiti (di governo o non) che sistematicamente lo hanno sostenuto da marzo in avanti.
Naturalmente vi sarebbe molto da dire anche sull’atteggiamento del Consiglio Federale la cui strategia (sostanzialmente quella di delegare molte decisioni ai Cantoni) ha portato alla situazione attuale, fonte di grande preoccupazione: come abbiamo sempre sostenuto ci sarebbero volute decisioni più marcate a livello federale già da tempo.
Ma, per ora, prendiamo atto che persino al Consiglio federale, responsabile di una moderatissima politica di lotta alla pandemia sia dal punto di vista sanitario che sociale (addirittura da essere considerata una delle più liberali in Europa), la politica seguita dal governo cantonale e dai suoi sostenitori non piace. Una cosa che dà da pensare!