Naturalmente anche noi non possiamo che essere contenti della constatazione, ripresa da diversi media, che ieri non vi è stato nessun nuovo caso di contagio, né alcun decesso nelle case per anziani in Ticino. Ma i dati riassuntivi forniti dall’associazione dei direttori delle case per anziani (DICASI) confermano le nostre denunce di una situazione sfuggita di mano e che invoca la responsabilità del governo (e di chi ne sostiene e ne ha sostenuto l’azione) e delle autorità mediche cantonali.
Ci si ricorda infatti che nelle case per anziani, dall’inizio del Covid ci sono stati 1’863 contagi. Questo rappresenta quasi il 40% sul totale dei 4600 ospiti delle 68 case per anziani attive in Ticino. Stessi dati inquietanti per quel che riguarda le morti. Ad oggi sono 382 dall’inizio della pandemia; un dato pesante, ma che, nella realtà, è stato sicuramente ben più pesante. Basti pensare che nello stesso periodo vi sono state 1’053 vittime nelle case per anziani dovute “ad altre cause”. La triste e tragica esperienza di questi mesi ci ha insegnato (e lo abbiamo denunciato) che molte morti nelle case per anziani apparentemente dovute “ad altre cause” sono sicuramente riconducibili al Covid.
La questione del Covid e delle case per anziani resta dunque aperta in tutta la sua drammaticità, in particolare resta aperta la questione delle responsabilità politiche che i partiti, quelli di governo e non solo, no vogliono affrontare. Basti pensare che da mesi giace sui banchi del Gran Consiglio una nostra proposta di creare una commissione parlamentare di inchiesta su questo tema. Nell’ultima seduta, di fronte alla nostra richiesta di attivarla con urgenza, ancora una volta la stragrande maggioranza del Parlamento (adducendo questioni formali – il fatto che vi sia in atto un’inchiesta penale sul caso di Sementina) ha detto di no.
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