Carissime,i
questo messaggio per, prima di tutto, augurare a tutte e tutti un buon anno. L’ottimismo rivoluzionario ci spinge a pensare, malgrado i tempi grami, che questo mondo dominato dal capitalismo e dall’oppressione, generatori di disastri umani e sociali come quello che stiamo vivendo, prima o poi verrà spazzato via.
Vorremmo, qui di seguito, presentare alcune riflessioni sull’anno appena trascorso, in particolare sull’attività dell’MPS.
Circa un anno fa, proprio in questi stessi giorni, l’MPS consegnava alla Cancelleria dello Stato le firme a sostegno dell’iniziativa popolare denominata «Rispetto per i diritti di chi lavora! Combattiamo il dumping salariale e sociale!». Da solo, pur essendo impegnato a dare il proprio contributo ad altre campagne e iniziative (pensiamo al referendum sull’aeroporto di Lugano-Agno), l’MPS riusciva a portare a termine la raccolta delle firme per questa importante iniziativa che ci permetterà di continuare in permanenza la nostra battaglia contro il dumping salariale e sociale.
Poi è arrivata la pandemia che, approfondendo gli elementi di crisi economica e sociale che da mesi ormai si stavano accumulando sul mondo capitalista, ci ha precipitati in una crisi nella quale siamo immersi e che, giorno dopo giorno, dà nuovi inquietanti segnali.
Il nostro impegno nella lotta contro la pandemia, le sue conseguenze sanitarie, sociali ed economiche è stato fin dall’inizio grande. Possiamo dire, senza tema di smentita, che abbiamo tenuto la barra ferma e non abbiamo mai perduto la bussola, da febbraio a oggi; ricordando costantemente la necessità della difesa prioritaria della salute delle persone rispetto alle esigenze del capitale.
Lo abbiamo fatto fin dai primi giorni della pandemia (ricordate i bollettini quasi giornalieri sul COVID che abbiamo inviato nel mese di marzo), cercando di offrire una narrazione diversa da quella ufficiale. Sono state numerose le attestazioni che abbiamo ricevuto sulla coerenza di questa linea, nella prima e in questa seconda ondata. Lo abbiamo dovuto fare, nella prima come nella seconda ondata, quasi da soli, attirandoci critiche (anche dalla cosiddetta “sinistra”). Ma alla fine le nostre posizioni sono diventate punto di riferimento nel dibattito politico: valga, su tutti, l’esempio di quanto successo nelle case per anziani e che siamo stati i primi a porre in evidenza.
Appena è stato possibile abbiamo cercato di stimolare qualche mobilitazione: abbiamo promosso la più grande (e unica di fatto) manifestazione di questo ultimo anno. Era il 6 giugno e quasi 400 persone, in gran parte giovani, sfidavano una pioggia torrenziale a Bellinzona per unirsi al coro mondiale di solidarietà con le mobilitazioni contro il razzismo sviluppatesi a partire dalle violenze poliziesche negli Stati Uniti.
E veniamo all’attualità di questi giorni.
Abbiamo ricordato all’inizio la consegna, ad inizio 2020 delle firme per la nostra iniziativa contro il dumping salariale e sociale. Lunedì 4 gennaio consegneremo le firme per il referendum contro i privilegi pensionistici e salariali dei Consiglieri di Stato. Abbiamo superato abbondantemente le 8’000 firme e siamo già in possesso delle 7’000 firme vidimate necessarie alla riuscita; stiamo comunque concludendo il lavoro di vidimazione, rallentato dalle chiusure delle Cancellerie comunali per le festività di fine anno. Dobbiamo quindi considerare il referendum riuscito.
Avevamo detto, al momento del lancio del referendum, che si trattava di una scommessa: in pieno inverno, nel bel mezzo della seconda ondata pandemica, non era scontato che l’MPS, da solo, riuscisse in questa impresa. L’abbiamo vinta, malgrado le menzogne e l’ostracismo della classe politica.
Ciò è stato possibile grazie ad un impegno di tutte e di tutte, dei/delle militanti dell’MPS, ma anche di numerosi/e simpatizzanti che hanno raccolto, attorno a loro, firme.
Subito dopo la pausa natalizia dovremo discutere e portare a termine tutte le questioni legate alle elezioni comunali, nei due centri principali del Cantone (Bellinzona e Lugano) nei quali abbiamo deciso di presentarci.
Di nuovo, un grazie per l’impegno e il sostegno, un caro saluto a tutte e tutti.