Questo testo è stato scritto dai compagni francesi di Lutte Ouvrière, un’organizzazione della sinistra rivoluzionaria. Si tratta di un volantino rivolto ai salariati e alle salariate sui luoghi di lavoro. Lo abbiamo tradotto e lo pubblichiamo perché pensiamo che spieghi, in modo pedagogico, le contraddizioni tra qualcosa di utile per la popolazione (in questo caso il vaccino) e le esigenze e la logica del capitalismo reale. (Red)
Il capitalismo, la concorrenza, la proprietà privata hanno il dono di rovinare le migliori scoperte, ed è quello che succede anche oggi con la vaccinazione.
Gli scienziati hanno fatto il loro lavoro. Hanno trovato vaccini efficaci, in dieci mesi: hanno ottenuto un risultato che molti ritenevano impossibile. Ora si tratta di produrli, a sufficienza e velocemente, per salvare delle vite e non essere ripresi dalle varianti che sfuggirebbero ai vaccini.
Tutto ciò necessiterebbe una mobilitazione generale delle industrie farmaceutiche, una condivisione delle loro conoscenze, una messa in comune delle loro catene di produzione e dei loro sforzi per crearne di nuove. Questo necessiterebbe la mobilitazione di operai, tecnici e ingegneri, una parte dei quali oggi è condannata alla disoccupazione.
Invece di fare questo, i laboratori farmaceutici si fanno una concorrenza feroce e proteggono gelosamente i propri brevetti. Se accettano di subappaltare una fase della produzione, lo fanno continuando a mantenere il controllo sui segreti di fabbricazione perché, per loro, è escluso poter condividere quella che considerano una gallina dalle uova d’oro. Poco importa se si perde tempo prezioso!
Da grande speranza, la vaccinazione è diventata l’oggetto di tutte le tensioni e di tutte le bassezze: laboratori farmaceutici che incassano i soldi, ma non forniscono vaccini; meschinerie come quella di Pfizer che fa pagare la sesta dose recuperabile sul fondo del flacone; rincari sulle ordinazioni che rendono di fatto inaccessibili i vaccini ai paesi poveri. Gli Stati non si comportano certo meglio. Si scatenano gli egoismi nazionali, i litigi per essere serviti per primi e gli stupidi proclami nazionalistici.
L’organizzazione capitalista della società, fondata sulla concorrenza e la ricerca del profitto, si vanta della sua efficienza e capacità di innovazione. Nei fatti, frena, snatura e spreca le immense possibilità della società. Con le vicende legate al nucleare e alla bomba atomica abbiamo potuto constatare come il capitalismo sia capace di ritorcere progressi scientifici formidabili contro l’umanità stessa!
Un’illustrazione dello spreco capitalista è la condanna alla disoccupazione di milioni di uomini e donne. Si tratta di grandi disponibilità, impegno e competenze che la società capitalista spreca per pure ragioni di redditività, concorrenza e voracità.
I difensori inveterati del capitalismo ci spiegano che la brama di guadagno e la concorrenza hanno accelerato le scoperte dei vaccini. Confondono tutto. I profitti promessi dalla vaccinazione anti-covid hanno dato alla ricerca una caratterizzazione di corsa all’oro, ma non è questo che ha motivato i ricercatori a lavorare giorno e notte!
Se gli epidemiologi, i biologi o i genetisti passano la loro vita a studiare, senza la garanzia che i loro lavori porteranno un giorno a un risultato, non è certamente per arricchirsi personalmente e men che meno per rimpinguare le ricchezze di una manciata di parassiti. E per loro, la concorrenza e il segreto non sono per nulla un vantaggio: nei fatti frenano l’avanzata delle conoscenze e ostacolano la riflessione collettiva.
I dirigenti della società, i politici e gli intellettuali non sono ciechi. Sono costretti a riconoscere che una pandemia di queste dimensioni impone di unire le forze disponibili su scala mondiale. È per questo che anche i più rispettosi degli interessi della borghesia esprimono la necessità di far cadere i brevetti nel dominio pubblico o di requisire alcune catene di produzione.
Spinto dall’urgenza della situazione, persino un Macron aveva promesso di “far usicre i vaccini dalle leggi di mercato”. Non ne è stato capace. Né lui, né alcun governo futuro, poiché i politici che si candidano per gestire il sistema sono troppo legati e sottomessi agli interessi del grande capitale per essere in grado di imporgli qualcosa.
Per trasformare il vaccino un bene comune bisognerebbe abbattere i monopoli dei grandi gruppi farmaceutici. Bisognerebbe requisire queste società, mettere in comune i loro mezzi di ricerca e di produzione e farli funzionare con l’obiettivo di rispondere ai bisogni di tutta la popolazione.
Rivendicare la requisizione, la collettivizzazione e la pianificazione rappresenta una dichiarazione di guerra contro i capitalisti, dato che non sono pronti ad abbandonare anche solo la metà dei loro profitti o del loro potere. Ovunque dominano gli azionisti, desiderosi solo di accumulare denaro, a maggior ragione se hanno puntato sul cavallo giusto.
Solo i lavoratori, gli sfruttati che hanno da perdere solo le loro catene hanno interesse a un funzionamento collettivo della società. È utopico? La pandemia dimostra che, per milioni di uomini e donne, è una questione di vita o di morte.