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Pubblichiamo il testo di una interpellanza che il gruppo MPS in Gran Consiglio ha presentato oggi su un tema dei test a tappeto. (Red)

La Confederazione ha recentemente emanato la raccomandazione di aumentare i test di depistaggio del coronavirus. Una strategia, già in vigore in altri paesi del mondo, che dovrebbe permettere di identificare in particolare le persone asintomatiche che, sembra ormai assodato, hanno un ruolo importante nella diffusione del virus. 

Diversi cantoni hanno cominciato questa politica proponendo tamponi regolari sui luoghi di lavoro, nelle scuole o in alcune località. Il cantone dei Grigioni, ad esempio, sembra da questo punto di vista all’avanguardia e ha elaborato un piano che permetterà di testare periodicamente circa 20000 lavoratori e lavoratrici in diverse aziende. In altri cantoni sarà attuata una campagna di test a tappeto nelle scuole dopo il rientro dalle vacanze scolastiche. Un’opzione, quest’ultima, messa in atto per poter garantire la scuola in presenza evitando anche quarantene di classe o chiusura di istituti che sembrano essere in aumento in questo periodo. 

Del resto, anche la maggioranza delle società sportive professionistiche promuovono già da tempo al loro interno una politica di questo tipo testando regolarmente sportivi/e e staff tecnico. 

In generale una politica di questo tipo, pur non permettendo di individuare tutte le persone positive, permetterebbe di poter intervenire prima che i focolai siano estesi e di ricostruire più facilmente le linee di contagio. 

Dalle dichiarazioni emerse in varie occasioni il Consiglio di Stato sembrerebbe orientato verso una interpretazione minimalista e limitativa degli orientamenti raccomandati dal Consiglio federale; per quel che riguarda le scuole, ad esempio, la linea sembrerebbe quella di limitarsi a test estesi solo come reazione alla supposta presenza di un focolaio. 

Ancora una volta, come già avvenuto in passato per altre misure introdotte con ritardo dal nostro governo, assistiamo a un atteggiamento reattivo e non una logica preventiva come quella alla quale, ci pare, si ispiri una politica sistematica di test.

Chiediamo quindi al Consiglio di Stato

1.Per quali ragioni non ritiene necessario adottare, come sembra suggerire la Confederazione e come stanno facendo alcuni cantoni, una politica sistematica di test?

2. Non ritiene necessario promuovere, almeno nelle grandi aziende, negli ospedali, nelle strutture per anziani e nei servizi sociali, una politica di test periodico dei dipendenti e delle dipendenti (utilizzando anche i test rapidi) che permetta di avere un reale monitoraggio della situazione? Se sì, come concretamente? Se no, per quali motivi?

3. Non ritiene opportuno iniziare una politica di screening periodico nelle scuole medie e medie superiori e tra i docenti di tutti gli ordini di scuola sulla scia di quanto si sta facendo in altri cantoni, così come richiesto da diverse associazioni di categoria? Se sì, con quali modalità e quali tempi? Se no, come mai?

4. Il governo ha a più riprese richiesto un non meglio precisato controllo alle frontiere in materia di prevenzione. Cosa significa, o potrebbe significare, concretamente, dal punto di vista sanitario?

5. Non ritiene il governo che l’esigenza di tali controlli debba, giocoforza, essere estesi anche ai lavoratori e alle lavoratrici che ogni giorno entrano in Ticino per lavoro? E non ritiene che il modo migliore per rispondere a tale esigenza sia per l’appunto l’introduzione di test a tappeto nelle aziende (rivolti a tutti i lavoratori e lavoratrici, residente e frontalieri)?