Apprezziamo, lo diciamo sinceramente, la convinzione con la quale la consigliera agli Stati Marina Carobbio sta presentando la propria opposizione alla riforma AVS21 che prevede, quale elemento centrale, l’aumento dell’età AVS per le donne da 64 a 65 anni.
Marina Carobbio ripete che non se ne deve parlare fino a quando le donne non avranno raggiunto la parità salariale, fino a quando su di loro continuerà a gravare il lavoro di cura, etc. etc.
Posizione legittima da parte sua anche se per nulla logica e convincente e pertanto inaccettabile; infatti un eventuale raggiungimento della parità salariale e del riconoscimento (ad esempio attraverso una sua socializzazione) del lavoro di cura non autorizzerebbe alcun discorso su un aumento dell’età di pensionamento, né per le donne, né per gli uomini, né per entrambi. Ci pare invece che gli aumenti di produttività, la necessità di dare risposte ambientali degne di tal nome, l’aumento dell’intensità del lavoro militino a favore di una diminuzione della produzione (in particolare in quei settori nei quali si producono merci assolutamente inutili e dannose) e del tempo di lavoro (settimanale e sull’arco della vita lavorativa). Aggiungere tempo di lavoro (in qualsiasi condizione) va contro quelle che sono le urgenze sociali ed ambientali.
Per il momento, almeno così ci è parso, non ha ancora nemmeno accennato, come invece aveva fatto in un passato recente, alla necessità che, affinché si possa andare in direzione di un aumento dell’età di pensionamento, dovrebbero essere messe in campo misure di compensazione adeguate (anche se forse un pensierino dentro di sé ce l’ha, visto che, in un recente dibattito, ha sottolineato come le compensazioni previste dal Consiglio degli Stati siano assai peggiori di quelle previste dal Consiglio Federale). Su questa prospettiva d’altronde, si è espresso in modo chiaro il suo compagno di partito, il consigliere agli Stati Paul Rechsteiner, che ha lasciato apertissima la porta al compromesso: “L’età pensionabile a 64 anni per le donne non è scolpita nel marmo, ha affermato da parte sua Paul Rechsteiner (PS/SG). Per il sangallese se ne potrebbe discutere solo se ci fosse una compensazione adeguata, ciò che non è il caso attualmente”.
Quest’ultima posizione riecheggia quella del PSS in occasione della riforma Previdenza 2021 sulla quale abbiamo votato (a seguito di un referendum) poco più di tre anni fa, nel 2017. Allora fu proprio il PSS, soddisfatto per le “compensazioni” ricevute a chiudere gli occhi sull’età AVS per le donne che quella riforma voleva portate a 65 anni.
A chiudere gli occhi fu anche Marina Carobbio; e io me la ritrovai, in ben due dibattiti televisivi, dall’altra parte della barricata, a difendere – visto “il buon compromesso” e con convinzione – l’aumento dell’età AVS per le donne a 65 anni.
Anche allora tutte le premesse che oggi Marina sostiene essere precondizione per qualsiasi discorso sull’aumento dell’età AVS per le donne a 65 anni (parità salariale, etc. etc.) non erano evidentemente date. Eppure…
In un’epoca di notizie e avvenimenti bruciati nello spazio di poche ore, dibattiti sul tema svoltisi tre anni fa sembrano preistoria. Oggi chiunque può dire e disdire, senza che nessuno se ne ricordi e senza pagare pegno dal punto di vista della coerenza politica. E Marina Carobbio può contare sull’oblio di molti, se non di tutti. E anche noi siamo disposti a dimenticare questa incoerenza (non è evidentemente la sola in questa posizione: vi sono legioni di donne – e uomini- che oggi fanno la voce grossa contro l’aumento dell’età AVS a 65 anni e che allora erano con forza e convinzione schierati per l’aumento). A condizione che ci faccia una promessa: che non ricominci (tra qualche giorno, tra qualche mese, tra qualche anno) a dirci che aumentare l’età AVS per le donne (e magari anche per gli uomini) è possibile sulla base di chissà quale conveniente “compromesso”.
Le diamo quindi il benvenuto – il bentornata – seppur con un certo ritardo, nel club degli oppositori e delle oppositrici all’aumento dell’età AVS per le donne. Speriamo che questa volta la sua permanenza nei nostri ranghi sia lunga.
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