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Non contento di aver sostenuto e di continuare a sostenere i dirigenti della casa per anziani di Sementina, non contento di aver sostenuto e di continuare a sostenere che a Sementina (malgrado il più alto tasso di decessi in casa anziani di tutto il Ticino) tutto sia andato secondo le regole, il Municipio di Bellinzona ha pensato bene di prendersela con coloro che, facendo il proprio lavoro onestamente, hanno messo in luce pubblicamente quanto successo alla casa anziani di Sementina, il dolore dei famigliari delle vittime, ma anche il punto di vista del medico cantonale e di altri responsabili della vicenda.

Si è appreso infatti ieri che il Municipio di Bellinzona nei mesi scorsi aveva inoltrato un ricorso presso l’Autorità di ricorso in materia radiotelevisiva (AIRR) contro il contenuto di due trasmissioni della RSI (una puntata del Quotidiano del 9 giugno 2020 e una di Modem del 10 giugno). Il Municipio di Bellinzona accusava le due trasmissioni di non aver presentato correttamente i fatti.

L’AIRR (all’unanimità) ha respinto il ricorso del Municipio di Bellinzona, sostenendo che le due giovani giornaliste autrici dei due servizi hanno agito in modo corretto, rispettando il punto di vista delle diverse parti coinvolte, mostrando indipendenza e sensibilità su un tema certamente difficile.

Era la stessa impressione che avevamo avuto noi seguendo, all’epoca, le due trasmissioni. E immaginiamo sia stata la stessa impressione che ha avuto il pubblico: raramente abbiamo sentito parlare in modo così positivo di un servizio giornalistico e abbiamo visto una così ampia condivisione dei suoi contenuti. Diciamo che, con quei due servizi, la questione delle morti nelle case per anziani è diventato, giustamente, un tema di dibattito pubblico. Ricordiamo, ad esempio, che nel servizio di Modem il medico cantonale aveva avuto la possibilità di esprimersi ampiamente su quanto successo a Sementina (fu in quella occasione che teorizzò il tema della “sfortuna” come elemento esplicativo della tragedia di Sementina).

Quei due servizi hanno senza dubbio contribuito a interrogarsi su quanto successo a Sementina e in altre case per anziani, apportando un contributo di conoscenza, di informazione, di opinioni: che è poi quello che si chiede a un giornalismo serio. Noi pensiamo che per quei servizi queste giornaliste avrebbero dovuto essere premiate, non diventare oggetto di una denuncia.

E invece il Municipio di Bellinzona, con i suoi Branda, Soldini, Minotti e Gianini di servizio, ha pensato bene che fosse meglio esercitare una pressione affinché queste giornaliste, ritenute troppo indipendenti, non facessero più cose del genere: da questo punto di vista non si smentiscono (è noto che il Municipio ha tentato di bloccare anche altre espressioni di analisi e ricerca indipendenti su avvenimenti sociali che hanno interessato la città in passato). Uno spettacolo desolante che porta disonore solo a chi si è macchiato di simili atteggiamenti.