Officina FFS di Bellinzona. Più posti? Intanto si licenzia!

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La conferenza stampa indetta questa mattina dalla CoPe allargata (SEV, Transfair, Unia e CoPe) in relazione alle roboanti dichiarazioni fatte, per il tramite della sezione PLRT di Bellinzona, da parte dei consiglieri di stato Zali e Vitta, ha permesso di far chiarezza sulla situazione occupazionale alle Officine FFS di Bellinzona.

In primo luogo, le affermazioni fatte dai due consiglieri di stato e confermate dalle FFS non sono supportate da nessun documento, tanto meno il famoso e fantomatico piano industriale. Ancora una volta dobbiamo prendere atto che nessuno al momento ha ancora avuto la possibilità di visionarlo e dunque poter constare se il numero di personale previsto per il prossimo 2026 è realistico e veritiero.

Apprendiamo inoltre, con grande preoccupazione, che nello stesso giorno in cui i due consiglieri di stato si sono presi la responsabilità di comunicare un aumento dei futuri posti di lavoro nel nuovo stabilimento, le FFS notificavano a ben 12 dipendenti temporanei la disdetta del rapporto di lavoro. A dimostrazione di quanta considerazione hanno le FFS per i rappresentanti del Consiglio di stato.

Altrettanto grave l’atteggiamento irrispettoso delle FFS e dei rappresentanti del Consiglio di stato verso i rappresentanti del personale (CoPe e sindacati) e persino di Franz Steinegger, moderatore della Piattaforma. Il prossimo 30 aprile, su richiesta dei rappresentanti del personale, si terrà un formale incontro di questa Piattaforma convocata appunto per discutere del piano industriale del futuro stabilimento di Castione.

La notizia diffusa negli scorsi giorni, se confermata, può solo servire a cercare di dimostrare che il disastro occupazionale per l’Officina e per la città, causato dalla politica di Municipio e Consiglio di Stato è solo un po’ meno disastro, ma resta un disastro. In effetti, la notizia dei 300 posti nel 2026, anche se confermata e dimostrata, confermerebbe non “più posti all’Officina”, ma una minore soppressione di posti di lavoro rispetto a quanto preventivato in un primo tempo. Il che sarebbe certo una buona cosa, ma non cambierebbe la sostanza delle cose. 

A parte un sostegno alla campagna elettorale dei partiti che governano (male) Bellinzona, che fretta vi era nel dover diffondere una simile notizia?

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