Quando si tratta di distruggere la vita dei Neri, nessuna istituzione americana moderna può eguagliare l’industria del tabacco.
E questo non solo perché 45.000 neri americani muoiono ogni anno per malattie legate al tabacco; non solo perché il fumo è il principale fattore di rischio per le principali cause di morte – malattie cardiache, cancro, ictus – tra i Neri americani; non solo perché il cancro ai polmoni, causato principalmente dal fumo, è la principale forma di cancro che colpisce i Neri americani; non solo perché i fumatori neri soffrono il più alto tasso di mortalità per cause legate al tabagismo. È molto peggio di così.
Ciò che è peggio è che gran parte di questo inventario di morti e malattie non è il risultato accidentale del fatto che circa il 15% degli afroamericani sono fumatori (la maggior parte dei quali vuole smettere). È il risultato di sessant’anni di marketing mirato di sigarette al mentolo da parte dell’industria del tabacco presso la comunità nera. Si tratta di una vera e propria forma di razzismo istituzionale che opera alla luce del sole.
Il mentolo [aumenta l’assorbimento della nicotina, la droga nel tabacco] rappresenta un problema perché è un espediente di vendita che funziona davvero. Nel linguaggio pubblicitario, esso “rinfresca e ammorbidisce” la gola. Infatti, intorpidisce la gola e rende il fumo di tabacco meno aspro. Questo rende più facile per i bambini iniziare a fumare e più difficile per gli adulti smettere.
Negli anni ’50, solo il 5% circa dei fumatori neri fumava sigarette al mentolo. Ma gli esperti di marketing scoprirono che i fumatori neri avevano una leggera preferenza per le sigarette al mentolo, una preferenza che le compagnie di tabacco cercarono di sfruttare. Di conseguenza, l’industria iniziò a pubblicizzare pesantemente le marche di mentolo nelle comunità nere e nei media neri. L’industria iniziò anche a sponsorizzare festival jazz e altri eventi culturali nelle comunità nere, rafforzando il legame tra le marche di sigarette al mentolo e “l’identità nera”.
Tutto questo ha reso moltissimo alle aziende. A metà degli anni 70, il 44% dei fumatori neri consumava sigarette al mentolo. Oggi, quella cifra è salita all’85%. Una tragica testimonianza del potere del marketing predatorio dell’industria.
Anche se alcune tecniche pubblicitarie (per esempio, i grandi cartelloni) sono state eliminate dal Master Settlement Agreement alla fine degli anni ’90 [1], l’industria continua a offrire promozioni nei punti vendita e sconti sui prodotti di tabacco al mentolo (i sigari economici ne sono l’ultimo esempio) nelle comunità nere. L’industria si appropria anche di elementi della cultura nera nelle sue promozioni, musicisti jazz e DJ rap fanno parte delle sue illustrazioni preferite.
Le organizzazioni di salute pubblica hanno combattuto per anni l’uso del mentolo da parte di Big Tobacco. L’African American Tobacco Control Leadership Council ha tentato, con notevole successo in California e Massachusetts, di vietare il mentolo nelle città e negli Stati di tutto il paese. Nella Carolina del Nord, il centro storico del mostro del tabacco, il Center for Black Health and Equity ha lavorato per educare la comunità nera sulla pubblicità manipolativa dell’industria del tabacco sulle sigarette al mentolo e i sigarillos mentolati.
L’adozione del Family Smoking Prevention and Tobacco Control Act (promulgato da Obama nel giugno 2009) ha dato alla Food and Drug Administration (FDA) la possibilità di vietare il mentolo nei prodotti di tabacco. Questa legge vieta gli aromi di frutta e caramelle nelle sigarette ma, grazie all’influenza politica dell’industria del tabacco, ha esentato da questo divieto il mentolo. Una decisione sul mentolo sarebbe dipesa dai risultati delle future ricerche sui suoi effetti sulla salute.
Nel 2011, il Tobacco Products Scientific Advisory Committee della FDA ha esaminato le prove e ha concluso che “rimuovere il mentolo dalle sigarette gioverebbe alla salute pubblica negli Stati Uniti”. Nel 2013, la FDA ha condotto un’altra revisione e ancora una volta ha concluso che le sigarette al mentolo ponevano un rischio maggiore per la salute rispetto alle sigarette normali. La scoperta iniziale di dieci anni fa avrebbe dovuto essere la fine per l’uso del mentolo. Invece, la FDA non ha agito.
Dopo la revisione del 2013, le organizzazioni di salute pubblica hanno presentato una petizione chiedendo alla FDA di vietare il mentolo come aroma di tabacco. Anche se questo non ha portato alcun risultato immediato, gli anni di pressione da parte di queste organizzazioni hanno spinto Scott Gottlieb, direttore della FDA sotto Donald Trump, a proporre l’introduzione del divieto del mentolo. Ma il repubblicano Richard Burr del North Carolina (membro della Camera dei Rappresentanti dal 1995, poi del Senato dal 2005) – seguendo le orme di un altro senatore del North Carolina finanziato dall’industria del tabacco, Jesse Helms (senatore dal 1973 al 2003) – ha combattuto la proposta. Richard Burr ha convinto Trump ad opporsi all’azione della FDA sul mentolo, e la proposta è caduta.
La scorsa estate, nel luglio 2020, l’African American Tobacco Control Leadership Council e Action on Smoking and Health, in collaborazione con l’American Medical Association e la National Medical Association, hanno intentato una causa presso la corte distrettuale federale della California settentrionale per costringere la FDA a rispondere alla petizione popolare presentata nel 2013. Con un eufemismo caritatevole, la denuncia ha qualificato l’inazione della FDA sul mentolo come un “ritardo irragionevole”. La FDA ha presentato una risposta alla denuncia, promettendo di rispondere entro il 29 aprile 2021.
Le compagnie del tabacco, ovviamente, vogliono continuare a usare il mentolo. L’industria sta attualmente spendendo milioni di dollari in una campagna referendaria per rovesciare il divieto emesso in California. Uno degli stratagemmi più falsi è quello di sostenere che il divieto del mentolo darà alla polizia un motivo in più per fermare e perquisire i Neri. È una crassa menzogna, come ha sottolineato Karen Bass, rappresentante della California al Congresso ed ex presidente del Congressional Black Caucus. In effetti, un divieto riguarderebbe la vendita di prodotti di tabacco mentolati, non il loro possesso.
Quello che succederà in futuro non è chiaro. La FDA potrebbe finalmente agire e vietare il mentolo. Se l’amministrazione Biden approverà il divieto, porrebbe fine a questa storia inconcepibile di razzismo istituzionale dell’industria del tabacco.
Se la FDA, attualmente guidata da Janet Woodcock, nominata da Biden e commissario ad interim, continuerà a non far nulla, il Congresso potrebbe intervenire e approvare una legislazione per rimuovere i prodotti di tabacco mentolati dal mercato, come hanno già fatto Canada e Unione Europea. Se si arriverà a questo punto, sarà necessaria la più ampia mobilitazione pubblica per superare gli sforzi di lobbying dell’industria del tabacco (che può contare su un budget di 50 milioni di dollari all’anno) e permettere che il cambiamento si realizzi.
Il razzismo istituzionale può essere difficile da rilevare perché è spesso sepolto in routine organizzative che non sono consapevolmente intese per essere razziste, ma che producono costantemente disuguaglianze razziali. Il marketing mirato dei prodotti di tabacco al mentolo nei confronti della comunità nera è un’eccezione. In questo caso, l’esempio è eclatante.
A lungo termine, la soluzione alla pandemia globale di malattie legate al tabacco è l’abolizione delle imprese del tabacco. Nel frattempo, oggi abbiamo l’opportunità di ridurre drasticamente la capacità dell’industria di trarre profitto dalla distruzione delle vite dei Neri. Se le vite dei Neri contano, non dobbiamo lasciarci sfuggire questa opportunità.
*Michael Schwalbe è professore di sociologia alla North Carolina State University. L’articolo è stato pubblicato su Counterpunch, il 2 aprile 2021. La traduzione in italiano è stata curata dal segretariato MPS.
1. Il Master Tobacco Settlement Agreement è stato adottato nel novembre 1998, originariamente tra le quattro maggiori compagnie di tabacco degli Stati Uniti – Philip Morris, RJ Reynolds, Lorillard (una filiale della Loews), e Brown & Williamson (una filiale della British American Tobacco) – e i procuratori generali di 46 stati. (Red.)