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Il governo cantonale sembrerebbe intenzionato a portate il proprio contributo al progetto del Polo Sportivo e degli Eventi (PSE) dagli attuali previsti circa 7 milioni a 18 milioni, quasi il triplo.

Questo orientamento (che diventerà una decisione definitiva dopo la votazione sul referendum promosso dall’MPS il prossimo 28 novembre con la pubblicazione di un messaggio) non sorprende: da tempo le pressioni sul governo si erano moltiplicate affinché si andasse in questa direzione. Il fatto che questa posizione emerga ora (e sia evidentemente condizionata da una eventuale vittoria del Sì il prossimo 28 novembre), è un elemento che i favorevoli al progetto (di fatto tutti i partiti che siedono in governo) gettano nella campagna a favore del PSE.

Diciamo subito che questa intenzione del governo (e una sua decisione se questa si concretizzerà dopo il 28 novembre), noi non la condividiamo per nulla. Ci opporremo e, se sarà necessario e se saremo in grado di farlo (abbiamo altri importanti campagne che di attendono), ricorreremo anche all’arma del referendum.

Al di là delle critiche concrete al progetto PSE (che ci hanno portato a lanciare il referendum) la decisione governativa è contestabile da altri punti di vista.

La prima, fondamentale, è che il governo non può nascondersi dietro l’idea che interviene con un importante contributo perché convinto della necessità di sostenere il progetto sportivo (stadio e palazzetto). In realtà (e indipendentemente dalle forme che prenderà questo contributo – ancora non chiare), si tratterà, in ultima istanza, di un finanziamento al PSE: cioè non solo al “polo sportivo”, ma all’insieme del progetto, cioè a quel “quartiere speculativo” all’interno del qual è inserita la parte sportiva che, ricordiamo, rappresenta poco più di un terzo dell’operazione complessiva PSE.

Per quale ragione il denaro pubblico dei contribuenti e delle contribuenti di tutto il Cantone deve essere di fatto messo a disposizione di una grande impresa con capacità milionarie come la HRS e di un colosso finanziario come il Credit Suisse che dirigono tutta l’operazione PSE?

Accanto a questa riflessione di fondo ve n’è un’altra, suggerita dalle continue esternazioni del capo delle finanze cantonale, Christian Vitta, sulla necessità di rivedere strutturalmente le spese del Cantone, sulla necessità di concedere crediti e prestazioni in modo oculato, vagliandole sulla base di motivate priorità: il tutto alla luce delle conseguenze della pandemia sull’attività economica e sulle prospettive finanziarie che non sembrano delle migliori.

Appare quindi perlomeno curioso che, in questo contesto e con la situazione qui sopra richiamata, il governo trovi addirittura spazio per un contributo di 18 milioni per un progetto che (a parte le strutture sportive – il cui “interesse cantonale” è ancora tutto da dimostrare) non ha nessuna urgenza e nessun interesse per lo sviluppo del Cantone.