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I partiti di governo ed i loro consiglieri di stato si riempiono spesso la bocca, soprattutto nei periodi pre-elettorali, con discorsi a tutela dei disoccupati “anziani”. Discorsi che però non sono altro che fumo negli occhi per nascondere politiche di smantellamento delle conquiste sociali. Proprio di questi giorni la consegna delle firme a sostegno di un’iniziativa popolare che chiede l’aumento dell’età di pensionamento a 66 anni. Iniziativa nel cui comitato promotore figura l’altro nascente del PLRT Fabio
Käppeli.
E come dimenticare il giochetto fatto dalla maggioranza del parlamento in relazione alla proposta MPS d’introdurre delle indennità di disoccupazione cantonali?
Approvata dal parlamento a ridosso delle elezioni cantonali 2015 sospesa e congelata una volta archiviate le elezioni grazie al lavoro di concordanza promosso dal capogruppo PS e dall’attuale presidente del GC.
Con lo scorso 1 luglio 2021 a livello federale sono entrate in vigore le “Prestazioni transitorie per i disoccupati anziani”. Come indicato nell’opuscolo di presentazione le prestazioni transitorie sono
tese a garantire la copertura del fabbisogno vitale delle persone, tra i 60 ed i 65 anni, che non hanno più diritto alle indennità di disoccupazione LADI, con una sostanza non superiore a 50’000 franchi
(rispettivamente 100’000 franchi per coppie sposate) esclusa la propria abitazione. I beneficiari possono ricevere fino ad un importo massimo annuo di 44’123 (rispettivamente 66’184 franchi per coppie sposate) a cui si aggiungono 5’000 franchi (rispettivamente 10’000 franchi per le coppie sposate) per premi di cassa malati.
Importi tutto sommato modesti ma che per lo meno evitano a queste persone di dover richiedere le prestazioni dell’assistenza.
In queste prime settimane di luglio ci aspettavamo un’impetuosa campagna informativa da parte del Consiglio di Stato ed il DSS. Invano! Neppure quando è gratis l’esecutivo ha il guizzo di aiutare, o meglio far conoscere ad un settore di popolazione in difficoltà, quali sono le prestazioni a cui ha
diritto.
Per queste ragioni chiediamo al Consiglio di Stato:

1. Quante sono a livello cantonale le persone che hanno, per lo meno da un punto di vista anagrafico, diritto a queste prestazioni?
2. Per quale motivo fino ad oggi, 19 luglio 2021, le autorità cantonali non si sono ancora attivate per informare massicciamente dell’introduzione di queste misure?
3. Cosa intende fare per recuperare questo grave ritardo?
4. Si è pensato di sviluppare delle sinergie tra gli uffici Ufficio Regionali del Lavoro e la cassa cantonale di compensazione AVS così da facilitare l’accesso a queste misure?