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Pubblichiamo il testo di una interpellanza inoltrata oggi al Consiglio di Stato dai nostri deputati in Gran Consiglio in merito al tema dell’educazione sessuale nelle scuole. (Red)

La questione dell’educazione sessuale nelle scuole è sicuramente una di quelle storie lunghe e tormentate tornata recentemente alla ribalta con l’intervista di Nicolò Osterwalder, presidente della commissione per l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole al quotidiano La regione del 15.09.2021

In quell’intervista Osterwalden , affermava la necessità di definire dei programmi di educazione sessuale nelle scuole e rivedere le linee guida finora elaborate. 

Affermazioni che necessitano di essere chiarite e contestualizzate e che pongono una serie di domande a cui il DECS dovrebbe dare una risposta.

Ma andiamo con ordine.

Nel 2004 viene istituito un gruppo interparlamentare (GLES) DECS-DSS che aveva l’obiettivo esplicito di elaborare delle linee guida in materia di educazione sessuale nella scuola.

Il gruppo di lavoro ha basato le sue considerazioni su aspetti teorici (definizioni) rispetto a sessualità, educazione sessuale ed educazione sessuale a scuola (considerando anche le esperienze e gli studi a livello nazionale e internazionale), sui bisogni degli allievi dal punto di vista evolutivo, sulle domande dei giovani, sugli aspetti legati alla salute pubblica (IST, IVG,…) e ha rilavato una panoramica di quello che già nelle scuole si faceva sul tema.

Il GLES ha quindi elaborato delle linee guida che sono poi state affiancate da raccomandazioni operative per i diversi settori scolastici. L’idea maturata durante i lavori e condivisa da tutto il gruppo (nel quale erano rappresentati i vari settori scolastici) era è stata infatti di evitare il ricorso a programmi specifici che avrebbero sovraccaricato il curricolo già molto denso, come pure a interventi “spot” da parte di enti esterni. Interventi peraltro già presenti in gran numero nelle scuole (sui temi più variegati) e che nell’ambito dell’educazione sessuale andavano a costituire un possibile approfondimento di tematiche già affrontate dai docenti. L’approccio individuato dal GLES si basava su una visione olistica della sessualità e prevedeva che l’educazione sessuale per avere senso andava affrontata dai docenti nella normale quotidianità scolastica e completata eventualmente da interventi esterni.

Nel 2006 le linee guida sono state avallate da DECS e DSS. Nel 2008 il DECS le ha fatte proprie con l’approvazione delle Direttive per l’ES nella scuola.

Tra il 2008 e il 2019 si è costituito un nuovo gruppo di lavoro (GLES 2) legato unicamente al DECS (presenti solo Consultori salute sessuale per il DSS) con il compito di implementare le linee guida proposte e di organizzare la formazione dei docenti.

In questi anni è stato individuato il modello formativo che prevede di seguire i docenti (volontari) a piccoli gruppi integrando formazione teorica con spunti di attività pratiche volte a stimolare la riflessione e la crescita personale dei docenti e, in seguito, degli allievi (le attività stimolo sono pensate da riproporre poi in classe agli allievi). Nel percorso formativo è prevista una supervisione ai docenti rispetto al vissuto in classe nel proporre le attività scelte.

A questo scopo sono state formate (CAS SUPSI) 10 persone che hanno poi costituito il TES (Team per l’educazione sessuale). Queste persone sono a disposizione delle scuole di ogni ordine e grado per seguire e formare i docenti. Il lavoro dei docenti è riconosciuto nell’ambito del QM.

Sono stati inoltre organizzati momenti di formazione vari ed è stato redatto il libro “L’incontro” accompagnato da proposte di lavoro per i docenti. Il tutto – libro compreso – è stato elaborato in modo coerente con l’intero concetto.

Inoltre, sono state offerte consulenze alle scuole ed è più volte stata evidenziata l’importanza di costituire uno sportello per le situazioni problematiche incontrate dalle sedi.

Nel 2016 sono state riviste le Raccomandazioni operative per i diversi settori scolastici alla luce dei nuovi piani di studio (10 anni dopo il Rapporto GLES, ma soprattutto perché sono cambiati i piani di studio)

Il modello formativo richiede un investimento personale del docente non indifferente e per questa ragione non è stato così semplice da promuovere. Questa tematica ha creato delle difficoltà al GLES2

Il 3.10.2019 il DECS decide di sciogliere il GLES2 e istituire la Commissione per l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole (CEAS) composta da funzionari DECS, obiettivi della

CEAS sono i seguenti:

Di fronte a questa situazione chiediamo quindi al Consiglio di Stato

1.Per quali ragioni si è deciso di sciogliere il GLES2 e istituire una Commissione per l’educazione affettiva e sessuale nelle scuole?

2. Con quali criteri sono stati scelti i membri di questa commissione?

3. Dall’intervista a Nicolò Osterwalder emerge che si vuole rivedere il concetto, facendo passare per nuovi elementi gli standard OMS e il concetto olistico. Entrambi in realtà erano già stati considerati e integrati nei lavori del GLES e del GLES2 (gli standard OMS sono nel secondo gruppo); sono inoltre già state analizzate le varie alternative, i vari modelli e la letteratura nazionale e internazionale. Perché allora si ritiene necessario ritornare sulla letteratura ed esperienze svizzere e internazionali se era già stato fatto dalle commissioni precedenti?

4. Qual è la valutazione della formazione TES? Perché abbandonare oggi questa risorsa per la quale si è investito tanto? Non sarebbe stato più sensato procedere su questa strada visto quanto investito?

5. Per quale ragione si vuole tornare verso le scuole con richieste di indagini quando i docenti sono già interpellati e sono sufficientemente sollecitati?

6. Osterwalder nella sua intervista parla di programmi. Perché? Visto che nel GLES 1 questa pista era stata esclusa anche dai rappresentanti DECS e nel piano di studio attualmente in vigore si è abbandonata questa logica?