Pubblichiamo una presa di posizione di tre studenti del Liceo di Bellinzona affissa oggi all’albo studentesco del Liceo. La lettera fa riferimento all’incontro tenutosi mercoledì 27 ottobre, nell’ambito di uno speciale collegio dei docenti, dedicato sia alla ristrutturazione dell’attuale Liceo, sia alla realizzazione di una sede provvisoria per i prossimi 3-4 anni. All’incontro hanno preso parte il capo della sezione delle scuole media superiori (Daniele Sartori, in rappresentanza del DECS), i progettisti e i rappresentanti della sezione della Logistica. (Red)
Ieri si è svolta la consultazione plenaria tanto a lungo attesa da docenti e studenti, in cui si sono potute incontrare le alte istanze del Dipartimento per discutere del progetto di ristrutturazione del Liceo. Ieri il DECS avrebbe potuto mostrare di essere disponibile ad intavolare un dialogo costruttivo, una discussione fruttuosa e aperta alle critiche esterne; avrebbe potuto tacere tutti quanti accusavano il suo fare di autoritarismo. Ma tutto ciò non è accaduto. Ieri, invece, si è tenuto l’atto finale di una grottesca farsa che finalmente cala la propria maschera. Speravamo che le nostre rimostranze sulla ristrutturazione avrebbero potuto portare ad una riflessione autocritica, alla riconsiderazione di un progetto che presenta evidentissime carenze: ci sbagliavamo. Credevamo che le firme di 548 allievi avrebbero potuto smuovere i burocrati del dipartimento dai propri troni: siamo stati disingannati. Pensavamo che il “dibattito democratico”, espressione tanto abusata dalle bocche del DECS, avrebbe potuto portare i propri frutti: ci eravamo illusi. Il plenum docenti ha mostrato la reale natura delle fumose proposte di “discussione democratica” avanzate dal DECS: slogan da parata, parole che si sciolgono alla luce della realtà. Il Dipartimento ci ha mostrato quanto gli allievi e i loro bisogni contino nel processo di discussione “democratica” sulla ristrutturazione. I burocrati del dipartimento stabiliscono dall’alto del loro empireo la dimensione della casa, le sue parti, il tipo e il numero di stanze, il modello dei letti e della cucina; agli allievi è concesso di scegliere il colore delle tende. E così la democratica democrazia del DECS ha democraticamente risposto alle richieste degli allievi sottolineando che – orrore! – mai e poi mai potrà essere messa in dubbio la natura del progetto e in nessun caso il budget potrà venir aumentato. Come, date queste premesse, possano essere apportati miglioramenti qualitativi e quantitativi alla situazione del villaggio provvisorio, è cosa che non ci è data sapere.
Ora l’onorevole Sartori, quando criticato, potrà schermarsi dietro ad un facile (fallace?) argomento: c’è stato confronto, allievi e docenti sono stati coinvolti, le scelte sono state condivise: democratici fummo. Ma egli sappia che la sua “democrazia” monca e menzognera non è la nostra democrazia.
*studenti del Liceo di Bellinzona