Quelli che…ce l’avete con Branda!

Tempo di lettura: 5 minuti

È uno dei tormentoni della politica bellinzonese, soprattutto all’interno della “Kuche” (la cucina per usare l’espressione con la quale in Svizzera tedesca, nel gergo politico, si indica l’ambiente ristretto, sempre più, dei frequentatori di quella che si definisce la “sinistra”), additare l’MPS come “nemico” del sindaco di Bellinzona, Mario Branda.

Le nostre riserve nei suoi confronti sarebbero pregiudiziali; a nulla serve, naturalmente, ricordare che quando contestiamo le opzioni politiche espresse da Branda lo facciamo poiché egli rappresenta il Municipio e i partiti che ne fanno parte e che vanno, tra di loro, d’amore e d’accordo sulle principali opzioni politiche della città. Opzioni sulle quali noi ci troviamo in netta opposizione. Anche per questo non abbiamo preso posizione nella contesa, del tutto artificiale, per la poltrona di sindaco.

Ora, Mario Branda ci offre un altro spunto per contestarne l’agire. Proprio oggi, sui giornali è apparsa la notizia che “i sindaci di Bellinzona, Chiasso, Locarno e Mendrisio hanno espresso … sostegno al progetto del Polo sportivo e degli eventi (PSE) di Lugano”; e che i sindaci considerano il PSE “un tassello fondamentale nella creazione in Ticino di una rete di infrastrutture, impianti e servizi complementari, che la nuova rete di trasporto pubblico, dopo l’apertura della Galleria ferroviaria del Monte Ceneri, può oggi mettere in relazione tra loro in maniera ottimale e fare del nostro Cantone e dei suoi poli quella che ormai possiamo chiamare a pieno titolo Città Ticino”.

Un vero e proprio “pieno di nebbia” lanciato, evidentemente, a “titolo personale”, dai sindaci delle maggiori città, tra le quali anche Bellinzona.

Naturalmente tutti costoro, a cominciare da Branda, rispettano le leggi a intermittenza. Sono pronti, come a Bellinzona, a richiamare i rappresentanti dell’opposizione se parlano, in replica, più di due minuti; ma non fa loro né caldo né freddo infischiarsene degli articoli di legge quando esprimono il proprio punto di vista. Come, ad esempio, l’art. 118 della Legge Organica Comunale (ripreso nell’art. 83 del Regolamento comunale della città di Bellinzona) laddove afferma che “Il sindaco rappresenta il comune…”. Sui pronunciamenti di tipo politico, quando si agisce nella veste di sindaco (e alla riunione che ha emesso quel comunicato i sindaci erano presenti nella loro veste ufficiale), non esiste il punto di vista “personale”.

Chi ha autorizzato Mario Branda ad affermare, esprimendosi come sindaco e quindi “rappresentando” la città di Bellinzona e le sue cittadine e cittadini, che il PSE è un progetto fondamentale e che va sostenuto?

E visto che parliamo di Bellinzona, e se le parole hanno ancora un senso, se il PSE veramente rappresenta un “tassello fondamentale” per i poli del Cantone, perché la città di Bellinzona non dovrebbe sostenerlo anche dal punto di vista finanziario? Non ci sono infatti dubbi che, ammessa e non concessa la sua valenza strategica, esso vale almeno venti volte quello che vale il contributo di 500’000 franchi proposto per la Gottardo Arena (sulla cui valenza strategica non è il caso nemmeno di discutere talmente essa è insignificante).

Coerenza vorrebbe che molto presto il Municipio di Bellinzona presentasse un messaggio per un contributo di sostegno al PSE di qualche milione di franchi, qualora il progetto venisse accolto il prossimo 28 novembre, come ha fatto (sbagliando, ma coerentemente) il Consiglio di Stato.

Ma questo coerente coraggio, né a titolo personale né a titolo collettivo, a Branda non verrà mai perché, ci ricorda il Manzoni, “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” …

**********

L’articolo che precede è stato poi trasformato in un’interpellanza del gruppo MPS che riportiamo qui di seguito. (Red)

Il sindaco di Bellinzona fan del PSE. Cosa intende fare Bellinzona per favorire il PSE?

I giornali hanno dato notizia di un incontro tra i sindaci delle principali città del Ticino; alla fine della riunione i sindaci hanno rilasciato una presa di posizione pubblica nella quale evocano il tema del Polo Sportivo e degli Eventi (PSE) sul quale voteranno le cittadine e i cittadini di Lugano il prossimo 28 novembre.

Si legge in questa presa di posizione che “i sindaci di Bellinzona, Chiasso, Locarno e Mendrisio hanno espresso … sostegno al progetto del Polo sportivo e degli eventi (PSE) di Lugano”; e che i sindaci considerano il PSE “un tassello fondamentale nella creazione in Ticino di una rete di infrastrutture, impianti e servizi complementari, che la nuova rete di trasporto pubblico, dopo l’apertura della Galleria ferroviaria del Monte Ceneri, può oggi mettere in relazione tra loro in maniera ottimale e fare del nostro Cantone e dei suoi poli quella che ormai possiamo chiamare a pieno titolo Città Ticino”.

Tra gli artefici di questo vero e proprio “pieno di nebbia” effettuato, evidentemente, a “titolo personale”, vi è anche il sindaco della nostra città.

Il nostro sindaco, con gli altri municipali e i loro partiti, sono sempre pronti a ricordarci la necessità di rispettare leggi e regolamenti, in particolare quando ci si esprime in Consiglio Comunale. Come di recente, con le proposte tese a limitare il nostro tempo di parola poiché, in sede di replica alle risposte alle interpellanze, tendiamo a superare i due minuti.

Questo puntiglioso atteggiamento di richiamo al rispetto di leggi e regolamenti sembra però venir meno nei confronti dei propri atteggiamenti (basti ricordare che, ad oggi, vi sono interpellanze inoltrate ancora in maggio/giugno inevase: e nel frattempo si sono già tenute ben due sedute del Consiglio comunale).

Un’ulteriore dimostrazione ci è data proprio dalla disinvoltura con la quale il sindaco di Bellinzona si è unito alla dichiarazione degli altri sindaci che abbiamo qui sopra ricordato.

Basterebbe qui citare l’art. 118 della Legge Organica Comunale (ripreso nell’art. 83 del Regolamento comunale della città di Bellinzona) laddove si afferma che “Il sindaco rappresenta il comune…”. Sui pronunciamenti di tipo politico, quando si agisce nella veste di sindaco (e alla riunione che ha emesso quel comunicato i sindaci erano presenti nella loro veste ufficiale), non esiste il punto di vista “personale”.

Alla luce di queste considerazioni, ci permettiamo di inoltrare le seguenti domande

  1. Chi ha autorizzato il sindaco ad affermare, esprimendosi come sindaco e quindi “rappresentando” la città di Bellinzona, le sue cittadine e i suoi cittadini, che il PSE è un progetto fondamentale e che va sostenuto?
  2. Il sindaco di Bellinzona ha elementi, che noi non abbiamo, per poter affermare che le cittadine e i cittadini di Bellinzona sostengono con convinzione il PSE e che quindi, esprimendosi in questo modo, egli non ha fatto altro che “rappresentare” il punto di vista della città, delle sue cittadine e dei suoi cittadini?
  3. Il Municipio di Bellinzona ha mai discusso del PSE? Se sì, in quale circostanza? Quali riflessioni e giudizi sono emersi in merito a questo progetto?
  4. Una decina di mesi fa il Municipio di Bellinzona ha proposto di finanziare con 500’000 franchi il nuovo impianto sportivo dell’HCAP. Una proposta giustificata dal valore “strategico” per il “polo Bellinzona” di questo impianto.
    Ora, il PSE, stando al comunicato sottoscritto anche dal sindaco, viene considerato “un tassello fondamentale” per lo sviluppo e il collegamento di strutture che possano giovare allo sviluppo dei “poli” del Cantone.
    Indubbiamente, e con tutto il rispetto per la nuova struttura dell’HCAP, non c’è paragone. Ci si chiede: per quale ragione – come d’altronde ha fatto il Cantone – la città di Bellinzona non pensa di favorire lo sviluppo di questo progetto attraverso un sostegno finanziario qualora lo stesso dovesse essere accettato il prossimo 28 novembre? E se pensa di muoversi in questa direzione, a quanto potrebbe ammontare il contributo a sostegno del PSE?

articoli correlati

EU riarmo

Nuovo disordine, transizione geopolitica e militarizzazione dell’Europa

Sudan

L’altra catastrofe: genocidio e fame in Sudan

Spagna - Sanchez primo ministro

Spagna. L’acquisto di munizioni da Israele apre una crisi nel governo