Un gruppo di baldi uomini (De Rosa, Gobbi e Bertoli) hanno presentato oggi il piano d’azione cantonale contro la violenza domestica.
Un piano atteso da tempo (e che giunge con grande ritardo) in particolare di fronte al continuo aumento dei casi di violenza, sempre più pesanti e forieri di vittime e dolore.
Anche questa attesa aveva creato la (ahinoi delusa) speranza che il governo ci stesse lavorando a fondo per presentare una serie di misure incisive. Convinzione alimentata dal fatto che alcune misure (come ad esempio quella della creazione di un numero telefonico di soccorso) necessitano veramente di poco per essere attuate (se non della volontà politica…).
Il piano presentato è fortemente al di sotto delle attese, ma, soprattutto, delle necessità che l’evoluzione della situazione comporterebbe; e che, crediamo, siano attesa anche dalla popolazione, sempre più confrontata e preoccupata dall’evoluzione della situazione. Attese, soprattutto, dalle donne (cioè dalla maggioranza della popolazione) che non vogliono continuare ad essere un bersaglio.
Comprendiamo quindi la delusione e l’amarezza di tutte coloro che in questi ultimi anni si sono mobilitate contro la violenza sulle donne. In particolare pensiamo al collettivo Io l’8 ogni giorno che ha analizzato e approfondito la questione, elaborando un proprio piano contro la violenza.
E non possiamo che riprendere qui, perché lo condividiamo, il giudizio del collettivo: “Deluse e arrabbiate: è così che ci sentiamo dopo aver assistito alla presentazione del tanto annunciato e tanto atteso piano per contrastare la violenza domestica…Ma veniamo ai contenuti: nulla di nuovo sotto il sole. Più che di un piano d’azione sarebbe corretto parlare di una “fotografia” (com’è stata definita dagli stessi relatori) di quanto già esiste ed è già attivo nel nostro cantone per contrastare la violenza domestica. Una fotografia, verrebbe da dire, anche piuttosto edulcorata, perché non sembra che abbia permesso di fare emergere le importanti lacune che il nostro collettivo segnala da tempo e che sono dimostrate dalle stesse drammatiche cifre presentate a inizio conferenza: circa 3 interventi al giorno della Polizia nel nostro cantone (e si tratta solo della parte emergente di una violenza che resta ancora in gran parte sommersa).
In questi ultimi giorni, come già accaduto purtroppo di frequente già in precedenza, al nostro collettivo si sono rivolte delle persone che avevano bisogno di informazioni, di aiuto, di consulenza per situazioni di violenza domestica, sessuale, stalking o molestie. Persone che non sanno a chi rivolgersi, persone che dicono di non essere state ascoltate dalla polizia o da altri servizi competenti. Ciò che purtroppo vediamo, la realtà che è sotto ai nostri occhi, ci sembra dunque ben diversa da quella fotografata dalle istituzioni”.
Di fronte a tutto questo, il lavoro di denuncia e mobilitazione deve continuare per spingere governo e Parlamento a cambiare atteggiamento, a prendere misure adeguate alla situazione e alla necessità.
Un primo passo in questa direzione sarà la Manifest-Azione in Piazza Grande a Giubiasco alle 18.00 di giovedì 25 novembre in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
L’MPS invita tutte e tutti a parteciparvi.