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Lo scorso 13 dicembre 2021 MPS ha inoltrato un’interpellanza al Municipio di Bellinzona titolata “Tutela dell’integrità personale delle dipendenti e dei dipendenti: ogni minimo segnale deve essere preso sul serio e oggetto d’intervento da parte del Municipio”

Nella stessa si segnalava che: “Da alcune settimane tra il personale dell’amministrazione comunale circola voce che un dirigente alla testa di un servizio in cui sono attive diverse decine di donne (spesso con forme di contratto precarie e con bassi salari) utilizzerebbe la sua posizione gerarchica per richiedere prestazioni che ledono l’integrità personale delle dipendenti a lui subordinate”.

Si ricordava inoltre che da alcune settimane il Municipio, seppure con notevole ed ingiustificato ritardo, ha introdotto una direttiva sulla tutela dell’integrità del personale.

Tale direttiva si prefigge di tutelare le collaboratrici e i collaboratori della Città da qualsiasi tipo di violazione dell’integrità personale come mobbing, molestie sessuali, discriminazione, violenza. Essa ricorda che il datore di lavoro è tenuto per legge a tutelare l’integrità personale delle proprie collaboratrici e dei propri collaboratori.

Nel comunicare al personale tale direttiva il Municipio scriveva tra l’altro: “La direttiva intende chiarire, per quanto ancora necessario, che comportamenti passibili di ledere la personalità di una collaboratrice o un collaboratore non sono tollerabili né tollerati.”

La procedura in caso di sospetta violazione dell’integrità personale prevede, tra l’altro, la “possibilità di reclamo al Municipio”. Lo stesso deve trattare i problemi segnalati con celerità e assumere una posizione imparziale. Dopo una verifica preliminare, se del caso, deve procedere all’apertura di un’inchiesta amministrativa o disciplinare. 

Come dimostrato in occasione dei decessi presso la Casa Anziani di Sementina, il Municipio di Bellinzona, per partito preso ed al di là di quanto scrive nelle sue direttive, difende i quadri dirigenti.

Ciò è capitato anche per questa segnalazione fatta dall’MPS. Invece di procedere immediatamente con una verifica preliminare di quanto riportato nell’interpellanza (come d’altronde chiedeva la stessa che inviava ad effettuare preliminarmente degli accertamenti) il giorno successivo la ricezione della nostra interpellanza, il sindaco Mario Branda, lavandosene le mani, l’ha trasmessa al Ministero Pubblico cercando in questo modo di mettere sotto pressione e intimorire le persone che possono essere state lese nella propria dignità. E sperando che questo esercizio di scaricabarile potesse mettere sotto pressione i rappresentanti dell’MPS che avevano osato segnalare questa situazione. Un modo di procedere che la dice lunga su quale sia l’atteggiamento del Municipio di Bellinzona su questi delicatissimi temi.

L’MPS non può quindi che esprimere una ferma condanna per questo modo di procedere. Ribadisce quanto segnalato nell’interpellanza (tra l’altro: dalla sua pubblicazione sembra che siano emerse ulteriori segnalazioni, che confermerebbe l’esistenza di un malcostume non ristretto a una sola persona) e invita questo Municipio tutto maschile (e si vede!) a intraprendere con celerità e imparzialità (se ne è capace) quanto richiesto nell’interpellanza, evitando furbizie da ex-procuratori.