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Il rapporto Oxfam: cresce in Italia e nel mondo la concentrazione delle ricchezze, aumenta il numero dei poveri. La patetica performance dei “milionari patriottici” che chiedono di pagare le tasse.

Il rapporto Oxfam: cresce in Italia e nel mondo la concentrazione delle ricchezze, aumenta il numero dei poveri.
Nonostante la disuguaglianza stia contribuendo alla morte di almeno 21.000 persone ogni giorno – una persona ogni quattro secondi per negato accesso alle cure sanitarie, violenza di genere, fame ed emergenza climatica – i paperoni vedono rosa per il futuro, segno di ottimismo e fiducia nonostante i dati economici suggeriscano prudenza. Ma dietro la ripresa si nascondono due mondi completamente differenti: da una parte quello dei ricchissimi, con i 10 maggiori patrimoni mondiali più che raddoppiati da 700 a 1.500 miliardi in due anni di pandemia e 13 italiani in più nella lista Forbes dei super-ricchi. Dall’altra le vittime economiche della pandemia, che ha fatto cadere in povertà 163 milioni di persone.
Puntuale, come ogni anno, il rapporto pubblicato da Oxfam, La pandemia della disuguaglianza, in occasione del World economic forum di Davos, la kermesse dei ricconi in corso nella prestigiosa località sciistica elvetica. Un vero e proprio festival dell’arroganza che fa schifo anche a qualche riccone, specie se esercita lo sport preferito dalla sua classe sociale: la filantropia. Sui giornali delle famiglie buone del capitalismo è apparsa la lettera, dal titolo “In tax we trust”, di un gruppo che si fa chiamare dei “miliardari patriottici” che reputano, in sostanza, che sia giusto che qualche tassa la paghino anche loro.
Scrivono i milionari patriottici: «La fiducia – nella politica, nella società, nel prossimo – non si costruisce in piccole stanze private accessibili solo ai più ricchi e potenti. Non è costruita da viaggiatori spaziali miliardari che fanno una fortuna con una pandemia ma non pagano quasi nulla in tasse e forniscono salari miseri ai loro lavoratori. La fiducia si costruisce attraverso la responsabilità, attraverso democrazie ben oliate, eque e aperte che forniscono buoni servizi e sostengono tutti i loro cittadini.
E il fondamento di una democrazia forte è un sistema fiscale equo. Un sistema fiscale equo.
Come milionari, sappiamo che l’attuale sistema fiscale non è giusto. La maggior parte di noi può dire che, mentre il mondo ha attraversato una quantità immensa di sofferenza negli ultimi due anni, abbiamo effettivamente visto la nostra ricchezza aumentare durante la pandemia – eppure pochi se non nessuno di noi può dire onestamente che paghiamo la nostra giusta quota di tasse (…) Colmare questo divario richiederà più di progetti di vanità miliardari o gesti filantropici frammentari – richiederà una revisione completa di un sistema che fino ad ora è stato deliberatamente progettato per rendere i ricchi più ricchi.Per dirla semplicemente, ripristinare la fiducia richiede di tassare i ricchi.
(…) Se non lo fate, allora tutti i colloqui privati non cambieranno ciò che sta arrivando – o le tasse o i forconi. Ascoltiamo la storia e scegliamo saggiamente
».

In realtà noi sappiamo che la mobilitazione dal basso e l’unità tra gli sfruttati sono le uniche forze in grado di redistribuire la ricchezza e ripensare il modo e i rapporti di produzione.
Se i “milionari patriottici”, guidati a quanto pare dalla nipote di Walt Disney, accusano i colleghi più allergici alle tasse di produrre solo performance, non si può certo dire diversamente della loro petizione e di certo filantropismo trasversale utilizzato come leva per l’elusione fiscale in nome di un compassionismo caritatevole di cui sono campioni anche le teste di serie della categoria, Bill Gates e Soros che fanno piovere soldi anche su certe Ong.
Entrambe le fazioni, i milionari “buoni” e i milionari “egoisti”, condividono la medesima visione del mondo che contempla un ruolo chiave dei paperoni in un sistema di produzione capitalistico. Noi no. Né gli uni, ceto parassitario per antonomasia, né l’altro, il sistema di produzione che sta conducendo l’umanità al rischio di estinzione. L’unico milionario buono è quello espropriato, quello le cui ricchezze siano servite a una redistribuzione. L’unico milionario buono è quello che non è più in grado di nuocere.
Ma torniamo al rapporto. La pandemia, spiega la Ong Oxfam nel rapporto, «ha aggravato le condizioni economiche delle famiglie italiane e rischia di ampliare a breve e medio termine i divari economici e sociali preesistenti. Nel primo anno di convivenza con il coronavirus in Italia è cresciuta la concentrazione della ricchezza». La quota, in lieve crescita su base annua, di ricchezza detenuta dal top-1% supera oggi di oltre 50 volte quella detenuta dal 20% più povero dei nostri connazionali. Il 5% più ricco degli italiani deteneva a fine 2020 una ricchezza superiore a quella dell’80% più povero. Nei 21 mesi intercorsi tra marzo 2020 e novembre 2021 il numero dei miliardari italiani della Lista Forbes è aumentato di 13 unità e il valore aggregato dei patrimoni dei super-ricchi è cresciuto del 56%, toccando quota 185 miliardi di euro alla fine dello scorso novembre. I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte). L’inversione delle fortune, iniziata dalla metà degli anni ’90, con una marcata divergenza tra le quote di ricchezza del 10% più ricco e della metà più povera della popolazione italiana, non sembra allentarsi nel biennio 2020-2021 con le famiglie più povere incapaci di intercettare la significativa crescita del risparmio registrata durante la pandemia. Alla riduzione delle spese per consumi è corrisposto nel 2020 un significativo aumento dell’incidenza della povertà assoluta. Oltre 1 milione di individui e 400.000 famiglie sono sprofondati nella povertà.
Più in generale, al tempo della pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo raddoppiano le proprie fortune, mentre nel mondo si stima che 163 milioni di persone in più sono cadute in povertà. Nei primi 2 anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15mila dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Nello stesso periodo si stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà a causa della pandemia. «Già in questo momento i 10 super ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone», afferma la direttrice di Oxfam Gabriela Bucher.
Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super-ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021. Il surplus patrimoniale del solo Jeff Bezos nei primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari) equivale al costo completo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale.
«E’ il virus della disuguaglianza, non solo la pandemia, a devastare così tante vite», sottolinea Oxfam. «Ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. Fenomeni connotati da elevati livelli di disuguaglianza». Le donne che hanno subito gli impatti economici più duri della pandemia, hanno perso complessivamente 800 miliardi di dollari di redditi nel 2020, un ammontare superiore al pil combinato di 98 Paesi, e «stanno affrontando un aumento significativo del lavoro di cura non retribuito, che ancora oggi ricade prevalentemente su di loro».
Mentre l’occupazione maschile dà segnali di ripresa, si stima per il 2021 che 13 milioni di donne, rispetto al 2019, non troveranno lavoro. «Le banche centrali hanno pompato miliardi di dollari nei mercati finanziari per salvare l’economia, ma gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario – aggiunge Bucher – alcuni settori hanno beneficiato della crisi con conseguenze avverse per troppi, come nel caso del settore farmaceutico, fondamentale nella lotta alla pandemia, ma succube alla logica del profitto e restio alla sospensione temporanea dei brevetti e alla condivisione di know how e tecnologie necessarie per aumentare la produzione di vaccini Covid e salvare vite anche nei contesti più vulnerabili del pianeta».
Mentre i monopoli detenuti da Pfizer, Biontech e Moderna hanno permesso di realizzare utili per 1.000 dollari al secondo e creare 5 nuovi miliardari, meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei Paesi a basso reddito. La percentuale di persone con covid-19 che muore a causa del virus nei Paesi in via di sviluppo è circa il doppio di quella dei Paesi ricchi, mentre ad oggi nei Paesi a basso reddito è stata vaccinata appena il 4,81% della popolazione.
«La disuguaglianza non è una fatalità ma il risultato di precise scelte politiche», continua Bucher, «Non solo i nostri sistemi economici ci hanno reso meno sicuri di fronte a questa pandemia, ma consentono a chi è estremamente ricco di beneficiare della crisi. Non è mai stato così importante intervenire sulle sempre più marcate ingiustizie e iniquità. Per questo servono coraggio e visione per affrancarsi da paradigmi di sviluppo che hanno mostrato il fallimento negli ultimi decenni».

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