Dopo aver assistito per mesi ad un’escalation dei preparativi di guerra sul confine tra Ucraina e Russia, ecco ora la decisione della Russia di attaccare l’Ucraina, dopo aver riconosciuto le repubbliche separatiste del Donbass; atti che, lo ricordiamo, vengono dopo che nel 2014 la stessa Russia aveva di fatto proceduto all’annessione militare della Crimea e all’occupazione proprio quelle “repubbliche popolari” del Donbas oggi riconosciute ufficialmente.
Questa escalation viene dopo mesi e mesi di propaganda bellicista, da un lato e dall’altro del fronte, ammassamento di truppe, invio di armi.
È venuto il momento di mobilitarci per dire NO alla guerra senza se e senza ma; la guerra non solo è disastrosa per tutte le popolazioni coinvolte, ma lo è anche per tutti e tutte coloro che non sono direttamente coinvolti nel conflitto. È la guerra come metodo di soluzione dei conflitti tra popoli e nazioni che deve assolutamente essere rifiutata.
La partita è complessa, ma una cosa è certa: in gioco, su tutti i fronti (Stati Uniti, Russia, Unione europea), ci sono esclusivamente interessi di potenza, di dominazione, di sfruttamento, non certo il benessere e la libertà dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Ucraina, oggi costretti a milioni ad emigrare, e flagellati in patria da bassi salari pagati spesso con ritardo, inflazione, peggioramento dell’assistenza sanitaria, corruzione e violenza diffusa.
Anche la Svizzera non può essere insensibile a quanto succede, anche perché è proprio in questo paese che, come dimostrano le recenti rivelazioni dei fondi depositati presso il Credit Suisse, militaristi, governi corrotti, dittatori e capitalisti senza scrupoli hanno trovato rifugio e protezione.
- Stop all’escalation militare
- Ritiro di tutte le truppe russe dall’Ucraina
- Scioglimento di tutte le alleanze militari, a cominciare dalla NATO
- Interruzione di qualsiasi esportazione di armi da parte della Svizzera
- Interruzione di qualsiasi collaborazione militare con la NATO, con la Russia e altri paesi in guerra