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I socialisti democratici dell’Ucraina offrono un sostegno critico al governo centrista di Zelensky. Vladyslav Starodubcev è uno dei dirigenti del partito di sinistra Sotsialniy Rukh (Movimento Sociale). Il giovane diciannovenne ha dichiarato al sito Insider di sperare che l’Occidente fornisca armi all’Ucraina. Come socialista democratico, Vladyslav Starodubcev ha molte critiche da muovere all’amministrazione “neoliberale” del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: a cominciare dalle proposte relative alla riforma del diritto del lavoro che renderebbero più facile per i datori di lavoro licenziare i propri dipendenti per qualsiasi motivo.

Ma, parlando da Kiev e con il rumore dei colpi di artiglieria in sottofondo, Starodubcev, 19 anni, leader del Sotsialniy Rukh (Movimento Sociale, un piccolo partito di socialisti democratici che si è fortemente concentrato su azioni anti-capitaliste di base in opposizione alla politica elettorale) ha dichiarato che lui e i suoi compagni non hanno avuto alcun dubbio da che parte schierarsi quando la Russia ha lanciato “questa orribile guerra” nel paese. [Nei mesi di luglio e agosto 2021, il Movimento sociale aveva documentato e denunciato gli attacchi dell’estrema destra ucraina contro gli attivisti democratici di sinistra. Red].

«Il primo giorno di guerra ho preso la decisione di restare», ha detto a Insider. La sua famiglia ha scelto di fuggire dalla capitale ucraina, lasciandolo solo nel loro appartamento, dove si rifugia quando i missili cruise colpiscono la città. «È difficile dormire perché un razzo può cadere sul palazzo dove abito e questo può accadere in qualsiasi momento». Ma, aggiunge, «resto perché voglio fare la mia parte in questa situazione per difendere il mio paese, per aiutare le persone in difficoltà. E dato che l’Ucraina è occupata, per resistere a questa occupazione». Per lui, resistere all’invasione da parte della Russia significa aiutare a distribuire aiuti umanitari, in particolare cibo e medicamenti. Per altri socialisti, significa «partecipare allo sforzo bellico a sostegno dell’esercito». E, per ora, significa sostenere il governo; Starodubcev elogia Zelensky per aver “unito il paese” con la sua sfida mediatica. Ciò non significa che non vi siano critiche – nella città assediata di Mariupol, per esempio, crede che lo Stato avrebbe potuto e dovuto fare di più per preparare la popolazione a un attacco russo, dato che la città era un chiaro obiettivo strategico, e ora sta affrontando una catastrofe umanitaria.

La questione dell’invio di armi

A preoccuparlo è la risposta di una parte della sinistra, all’estero. Se è vero che molti a sinistra hanno condannato l’invasione dell’Ucraina, questa condanna è venuta spesso sotto forma di quella che a lui appare come una giustificazione, cioè la convinzione che la guerra di aggressione del Cremlino sia stata in definitiva provocata dall’Occidente, piuttosto che essere il prodotto del nazionalismo russo revanscista.

Poco prima di parlare con Insider, Vladyslav Starodubcev era al telefono con i membri di Podemos, il partito di sinistra “populista” spagnolo e junior partner del PSOE in una coalizione di governo diretta dal Partito Socialista. «Hanno sostenuto una posizione ”contraria all’invio di armi’. Si oppongono ad altri partiti in Spagna che stanno cercando di aiutare gli ucraini: è un atteggiamento politico stupido e orribile», ha dichiarato. «Partono dall’idea che la Russia si stia difendendo contro l’espansione della NATO e che abbiano le loro ragioni per attaccare: ripeto questo ragionamento è semplicemente sbagliato e stupido. Questa idea di non inviare armi perché ciò potrebbe prolungare la guerra è solo una cattiva comprensione delle politiche russe», ha ribadito. «L’obiettivo della Russia è di installare un governo fantoccio e distruggere l’Ucraina come paese sovrano, con una sua politica indipendente dal Cremlino. Quindi questo loro ragionamento è, di fatto, un sostegno all’occupazione». Ironia della sorte, o forse no, «i militanti russi di sinistra sono meno filorussi dei militanti di sinistra occidentali», ha aggiunto Starodubcev. «Capiscono il loro governo molto meglio del DSA [I Socialisti Democratica d’America] negli Stati Uniti o di Podemos o della Stop the War Coalition in Gran Bretagna. Si oppongono fermamente a Putin. Si oppongono fermamente alla guerra – stanno cercando di sabotarla».

I socialisti ucraini chiedono azioni concrete, come la cancellazione del debito estero del paese – che ora ammonta a quasi 130 miliardi di dollari, quasi 10 volte quello che era nel 2000. Una rivendicazione che non è contestata dagli attivisti di sinistra del mondo. Ma ciò di cui l’Ucraina ha bisogno ora è il sostegno alla lotta armata contro il militarismo russo, ha ribadito nuovamente Vladyslav Starodubcev.

Gli ucraini contro l’aggressione imperialista

«Naturalmente sosteniamo l’invio di armi alla resistenza ucraina e all’esercito ucraino», afferma Vladyslav Starodubcev. «Penso che molti socialisti dovrebbero spingere il loro governo a inviare armi antiaeree o anticarro, in grado di difendere il popolo ucraino». «Questa è una guerra del popolo ucraino contro l’aggressione imperialista», ha aggiunto. «E trovo molto strana la risposta della sinistra occidentale che, semplicemente, ignora il fatto che il popolo ucraino sta combattendo per la propria vita, per la propria indipendenza». Fuori dall’Ucraina, i canali di notizie via cavo e i gruppi di discussione di sinistra hanno trascorso una quantità smodata di tempo a discutere su ciò che Vladyslav Starodubcev e il governo degli Stati Uniti vedono come una proposta destinata a fallire: l’instaurazione di una no-fly zone. Si tratta di un’esigenza rivendicata da Volodymyr Zelensky e significherebbe che i membri della NATO possono abbattere gli aerei russi in Ucraina: ma questo potrebbe condurrebbe a un conflitto diretto tra potenze nucleari.

Restare sul posto per mandare un messaggio

Nel frattempo, Vladyslav Starodubcev ha intenzione di rimanere sul posto, determinato ad aiutare a costruire un’Ucraina socialista dalle ceneri della guerra. La sinistra in Ucraina non è particolarmente forte, anche se le sue politiche in materia di sanità e di lavoro organizzato sono popolari, ed essa è stata resa più debole dall’associazione popolare [del Partito Comunista Ucraino] con la Russia. Quando Mosca ha annesso la Crimea nel 2014, lo ha fatto con il sostegno del partito comunista ucraino. E mentre questo partito non è particolarmente progressista – combinando il conservatorismo sociale con la nostalgia per lo stalinismo e l’impero sovietico – ha ampiamente offuscato la sinistra agli occhi di una popolazione che ha abbracciato l’identità ucraina.

È in parte questo il motivo per cui Starodubcev rimane a Kiev. Crede che sia la cosa giusta da fare (anche se non giudica quelli che se ne sono andati), ma è anche una sorta di propaganda attraverso l’azione: mostrare che i nazionalisti ucraini di destra – un problema reale, ammette, esacerbato dalla guerra ma ingigantito dalla propaganda russa – non hanno il monopolio del patriottismo in tempo di guerra. Questa è anche la ragione per la quale ha insistito che il suo vero nome venisse pubblicato, anche se questo lo mette potenzialmente in pericolo se Mosca dovesse mai prendere il controllo della capitale. «In questa situazione, affinché la nostra posizione sia ascoltata, è meglio usare i nostri veri nomi perché stiamo cercando di [mostrare] che la sinistra è favorevole alla consegna delle armi» – e si oppone a un’invasione straniera dell’Ucraina, ha detto. Inoltre, conclude, «non credo che ci sia un grande rischio, perché i servizi segreti russi sono abbastanza stupidi».

*articolo apparso sul sito Insider il 21 marzo 2022. La traduzione in italiano è stata curata dal segretariato MPS.