Di seguito riproduciamo il discorso di Ilya Boudraitskis al raduno per la candidatura di Philippe Poutou del sabato 2 aprile 2022. (Red)
Il 24 febbraio – il giorno in cui Putin ha iniziato la sua guerra – ha diviso la vita di milioni di persone tra un “prima” e un “dopo”. Milioni di residenti delle città ucraine stanno soffrendo a causa dei bombardamenti. I rifugiati e le rifugiate, soprattutto donne e bambini, ora riempiono le città europee. I soldati russi stanno morendo in massa, per lo più giovani provenienti da famiglie povere della provincia, che non capiscono dove o perché sono stati mandati. Il popolo russo sta sprofondando sempre più nella povertà. Nelle città russe, i manifestanti contro la guerra vengono imprigionati o costretti ad abbandonare il paese.
Senza dubbio, Putin e la sua banda criminale sono i principali responsabili di questa tragedia. Sono loro che hanno deciso di iniziare questa guerra. Sono loro che, attraverso la repressione e la disgustosa propaganda sciovinista, hanno costretto la società russa alla passività e alla sottomissione. Oggi, tutte le forze di sinistra del mondo devono chiedere la fine immediata della guerra e l’indagine sui crimini di guerra commessi per ordine di Putin.
Proprio per chiedere questo, la gente continua a scendere nelle piazze delle città russe per protestare contro la guerra, anche oggi, quando qualsiasi scritta “no alla guerra” è considerata un crimine dalla legge russa. Per i manifestanti e le manifestanti, senza eccezione, ci sono conseguenze: carcere, multe pesanti, espulsione dall’università o perdita del lavoro. Alcuni continuano a protestare, mentre la maggior parte è paralizzata dalla paura. Le socialiste e i socialisti russi, sia dentro che fuori la Russia, continuano la loro agitazione contro la guerra.
Il crollo militare e politico del regime di Putin è inevitabile, ma durerà a lungo. Questo periodo sarà indubbiamente difficile: molti affronteranno ancora il carcere o l’esilio. La solidarietà del movimento internazionale della sinistra, compreso il suo aiuto concreto, è ormai indispensabile per poter continuare questa lotta.
Siamo convinti che l’attuale tragedia in Ucraina può essere compresa e risolta solo da un coerente orientamento anticapitalista. Putin e il suo regime non sono né un’anomalia né una creazione arcaica della storia particolare della Russia. È una conseguenza naturale del capitalismo globale e dell’imperialismo.
La sua ideologia -sciovinismo, disprezzo per il mondo del lavoro e il desiderio di vedere in tutto solo un cinico “conflitto di interessi”- è facilmente riconoscibile nella retorica dell’estrema destra in tutto il mondo. Non è un caso che, fino a poco tempo fa, Putin fosse l’idolo di Le Pen, Zemmour o Salvini. Questi politici sono direttamente responsabili della sofferenza del popolo ucraino oggi. E la vigorosa lotta contro i candidati di estrema destra fa parte di una vera lotta contro la guerra che Putin sta conducendo contro il popolo ucraino.
Ma il regime di Putin non è solo sciovinismo e nazionalismo. È una palese disuguaglianza sociale, è il potere di pochissimi ricchi sulla maggioranza dei salariati e delle salariate senza diritti. Il regime di Putin è quello di burocrati e miliardari che per anni hanno prelevato denaro dal paese, portandolo nelle banche occidentali, investendo in ville e yacht in Europa. E i governi capitalisti europei, che sapevano delle origini criminali di questo denaro e hanno chiuso un occhio, hanno evidentemente qualche responsabilità rispetto alla guerra in Ucraina. Inoltre, fino a qualche anno fa, paesi come la Francia hanno continuato a vendere alla Russia le armi con le quali oggi vengono uccisi i bambini ucraini. Tutto questo rivela l’intima disumanità, l’immoralità del capitalismo come sistema.
Ecco perché solo un programma anticapitalista e socialista può essere veramente contro la guerra oggi, perché attacca le cause invece degli effetti. È la lotta per un tale programma che può prevenire le guerre future e fermare quella che attualmente insanguina l’Ucraina.