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Il 24 febbraio 2022, le truppe della Federazione Russa sono entrate in Ucraina. Smentendo le previsioni iniziali, dimostrando con questo solo fatto la falsità dell’ideologia coloniale che prevale al Cremlino, l’esercito ucraino e la popolazione del paese stanno resistendo. Stanno resistendo con le armi, ma stanno anche resistendo all’invasione in molti altri modi. Ogni giorno, migliaia di manifestanti protestano nelle zone occupate dall’esercito russo. Nel tentativo di spezzare la protesta, spesso vengono rapiti i sindaci e il personale amministrativo.

Mentre il piano di disgregare l’Ucraina indipendente è fallito in pochi giorni, la barbarie dell’esercito russo aumenta di intensità: bombardamenti e distruzione di intere città, uso di armi proibite, ricorso a mercenari stranieri, spostamenti forzati, città assediate, brutalità di ogni tipo… C’è da temere che questa pratica del terrore aumenterà ulteriormente. Grozny e Aleppo ieri; Kiyv, Kharkiv, Mariupol – anche Idlib – oggi.

La resistenza del popolo ucraino trova una sua corrispondenza in Russia e in Bielorussia. In quest’ultimo paese, i lavoratori delle ferrovie ostacolano coraggiosamente l’uso delle ferrovie da parte dell’esercito russo. In Russia, malgrado la repressione che aumenta man mano che l’esercito russo si impantana nel conflitto, migliaia di russi si oppongono alla guerra e per questo vengono imprigionati.

Il nostro mondo è entrato in una spirale di incertezze e incognite.

Per orientarci, abbiamo bisogno di una bussola. Alcune persone hanno perso la bussola, o la bussola indica loro una direzione diversa dal Nord. È così con coloro che non vedono l’evidenza di una guerra di aggressione volta a distruggere l’indipendenza dell’Ucraina. Argomenti e sottigliezze non sono sufficienti a nascondere il loro imbarazzo quando si tratta di condannare la Russia e il suo regime autocratico.

Questo regime ha contribuito alla repressione dei movimenti democratici in Bielorussia e Kazakistan, bombarda le popolazioni civili in Siria dal settembre 2015, sostenendo una delle dittature più brutali del mondo, arma diversi gruppi mercenari in alcuni paesi in Africa, mentre in patria distrugge ogni libertà pubblica e ogni diritto sociale e democratico. Senza dimenticare che questo regime finanzia e fomenta l’odio e i gruppi di estrema destra in tutto il mondo.

Questa bussola squilibrata, ossessionata dall’imperialismo americano e da una visione geopolitica binaria, è incapace di capire che la Russia è un regime reazionario, autocratico, antipopolare e guerrafondaio. Peggio ancora, dimentica i popoli, le cui aspirazioni stanno scomparendo. Il Nord della nostra bussola è la solidarietà con i popoli, non quella con gli Stati!

Questo significa che saremmo in una situazione nella quale il bene si oppone al male? Niente affatto. L’ultimo decennio in Siria ci ha insegnato che non possiamo fidarci degli stati occidentali e delle loro alleanze. Condanniamo le richieste di riarmo che utilizzano la guerra di aggressione di Putin come pretesto. Resistendo, i popoli dell’Ucraina stanno combattendo per le loro e le nostre libertà. Solidarizzando con la loro lotta, facciamo la stessa cosa.

Condannare l’invasione russa, difendere un’Ucraina indipendente e libera e sostenere le forze democratiche in Russia è una lotta unica. L’occasione per mostrare questa solidarietà è data dalla manifestazione nazionale del 2 aprile a Berna. Invitiamo anche la popolazione a unirsi a uno dei comitati di solidarietà che esistono in diversi cantoni.

*membri del Comitato di solidarietà con il popolo ucraino fondato a Losanna il 1° marzo 2022, ww.comite-ukraine.ch. Questo articolo è apparso il 1° aprile 2022 sul quotidiano romando Le Courrier.