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Pubblichiamo il testo dell’interpellanza presentata oggi dai deputati/e MPS in merito all’applicazione delle sanzioni nei confronti della Russia. (Red)

Nelle ultime settimane si è discusso molto in relazione ai patrimoni – in tutte le forme – dei cittadini russi o con doppia nazionalità residenti e non in Svizzera. La NZZ del 7 aprile ha pubblicato un articolo dal titolo «La Svizzera ha finora congelato 7,5 miliardi di franchi di beni russi – è molto o poco?». L’articolo stimava tra i 34 e i 170 miliardi di franchi la somma posseduta da cittadini russi o di doppia nazionalità.  Una differenza consistente rispetto ai i 7,5 miliardi di franchi congelati finora dalla Confederazione.

Il 28 febbraio 2022, il Consiglio federale ha deciso di sostenere le sanzioni dell’Unione europea (UE) contro la Russia. Conseguentemente, la Segreteria di Stato dell’Economia (SECO) ha ripreso la lista dei destinatari di sanzioni relative a cittadini, società e associazioni russe (e bielorusse) stilata regolarmente dell’UE. Questa lista ha ormai superato i 1’000 casi.

Sulla base della Legge sugli embarghi (LEmb), la Confederazione può disporre misure coercitive per applicare sanzioni volte a far rispettare il diritto internazionale pubblico – in particolare i diritti dell’uomo – adottate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa o dai principali partner commerciali della Svizzera (art. 1 cpv. 1 della legge sugli embarghi). Compete al Consiglio federale l’emanazione delle misure coercitive.

Nel più puro stile elvetico, l’applicazione delle sanzioni non è proattiva e, soprattutto inizialmente, non è neppure stata applicata la necessaria coordinazione per raggiungere l’obiettivo delle sanzioni. Il gioco delle parti, fra Confederazione e Cantoni, ha sicuramente permesso di far sparire dalla piazza finanziaria svizzera diversi miliardi appartenenti a società e cittadini russi figuranti nella lista dei destinatari di sanzioni. Per esempio, la SECO non prende a carico il compito di andare a cercare attivamente i beni di cittadini russi sottoposti alle sanzioni. Spetta in particolare alle istituzioni finanziarie stilare un inventario dei propri clienti e di comunicare alla SECO se gestiscono degli attivi di persone sotto sanzioni.

Ovviamente, i possibili averi da congelare non riguardano solo attivi bancari. I termini averi e risorse economiche di persone fisiche, imprese e organizzazioni includono valori patrimoniali di ogni genere, indipendentemente dal fatto che siano materiali o immateriali, mobili o immobili[1]. Per esempio, anche gli immobili, i beni di lusso o le opere d’arte sono considerati risorse economiche e possono quindi essere bloccati. Anche i beni patrimoniali immagazzinati presso un porto franco rientrano in questa casistica. Disporre di un inventario dettagliato in questo senso è fondamentale anche solo nell’ottica del blocco di beni. Se in questo frangente la persona sanzionata conserva i diritti di proprietà, è invece proibito il commercio (vendita, affitto) di questi averi.

Su questo fronte, la situazione di stallo è stata ancora più evidente. È solo dal 1° aprile che la SECO ha fornito alcune precisazioni rispetto ai compiti e al sostegno dei cantoni nell’applicazione delle sanzioni decise. Nel caso di cittadini russi figuranti nella lista dei destinatari di sanzioni, gli uffici dei registri di commercio, gli uffici dei registri fondiari e quelli delle contribuzioni dei Cantoni devono fornire alla SECO le informazioni necessarie a questo scopo.

Il Ticino è un Cantone che attrae diversi cittadini russi e le loro imprese economico-finanziarie. Basti pensare al ruolo assunto dalla piazza luganese nella gestione del commercio di materie prime provenienti dalla Russia.

Sulla scorta di quanto precede, chiediamo al Consiglio di Stato:

  1. Quale sistema di vigilanza attiva è stato implementato a livello ticinese per verificare costantemente le persone fisiche, le imprese e le organizzazioni figuranti nella lista dei destinatari di sanzioni, secondo l’Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina?
  2. Sono stati intercettate casi di questa fattispecie in Ticino? Se sì, quali sono le loro generalità? A quanto ammontano i patrimoni congelati?
  3. Che misure ha preso il Cantone nei confronti della società MMK Steel Trade AG, con sede a Pazzallo, controllata del gruppoMagnitogorsk Iron & Steel Works (MMK), di proprietà dell’oligarca russo Viktor Filippovich Rashnikov, figurante sulla lista dei destinatari di sanzioni dell’UE e, dunque, della Svizzera? Viktor Filippovich Rashnikov è stato addirittura presidente della MMK Steel Trade AG fino al 22 aprile 2003. Gli averi e le risorse economiche della controllata luganese sono stati congelati? A quanto ammontano gli averi e le risorse economiche congelate? Il fratello di Viktor Filippovich Rashnikov, Sergey Rashnikov, già gerente della STARGLOBE LIMITED, Limassol, succursale di Cadempino, secondo le ultime informazioni residente a Porza, è stato oggetto di un’indagine per verificare eventuali legami con il fratello?
  4. Che misure ha preso il Cantone nei confronti della società Severstal Export GmbH, con sede a Manno, controllata del gruppoSevergroup, di proprietà dell’oligarca russo Alexey Alexandrovits Mordaschov, figurante sulla lista dei destinatari di sanzioni dell’UE e, dunque, della Svizzera? Gli averi e le risorse economiche della controllata luganese sono stati congelati? A quanto ammontano gli averi e le risorse economiche congelate?
  5. L’articolo 21 dell’Ordinanza che istituisce provvedimenti in relazione alla situazione in Ucraina prevede l’obbligo imposto alle banche o alle persone autorizzate secondo l’articolo 1b LBCR di dichiarare i depositi esistenti superiori a 100’000 Franchi detenuti da cittadini russi o persone fisiche residenti nella Federazione Russa o da banche, imprese o organizzazioni stabilite nella Federazione Russa. In questo senso, si chiede al Consiglio di Stato di verificare presso gli istituti bancari o le persone autorizzate secondo l’articolo 1b LBCR, quanti sono questi depositi e a quanto ammontano questi averi. In ogni caso, si chiede al Consiglio di Stato di fornire questi dati in relazione a BancaStato.
  6. In maniera generale, gli interpellanti chiedono al Consiglio di Stato, in forma anonimizzata, un inventario degli immobili posseduti in Ticino da cittadini russi residenti e non sul nostro territorio. Allo stesso modo, l’inventario deve concernere i contributi fiscali pagati dai cittadini russi residenti all’erario cantonale, ricorrendo all’ufficio delle contribuzioni.

[1] Nel dettaglio: per averi si intendono valori patrimoniali, compresi denaro contante, assegni, crediti monetari, cambiali, ordini o altri strumenti di pagamento, depositi, debiti e ricognizioni di debito, cartevalori e titoli di debito, certificati azionari, obbligazioni, titoli di credito, opzioni, obbligazioni fondiarie, derivati; interessi, dividendi o altri redditi o plusvalori generati da valori patrimoniali; crediti, diritti a compensazione, fideiussioni, cauzioni a garanzia dell’esecuzione del contratto oppure altri impegni finanziari; diritti valori; beni crittografici; lettere di credito, polizze di carico, atti di cessione fiduciaria, documenti di titolarizzazione di quote di fondi o altre risorse finanziarie e qualsiasi altro strumento di finanziamento delle esportazioni. Per risorse economiche si intendono valori patrimoniali di ogni genere, indipendentemente dal fatto che siano materiali o immateriali, mobili o immobili, in particolare gli immobili e i beni di lusso, fatti salvi gli averi di cui sopra.