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La decisione della Procura pubblica di emanare dei decreti d’accusa contro i dirigenti della casa anziani di Sementina (al di là del fatto che – essendo stata impugnata dagli accusati – verrà chiarita definitivamente nel corso del processo) rappresenta un elemento di novità nella dolorosissima vicenda dei morti per Covid avvenuti nella fase più acuta della pandemia. Essa giunge alla fine di un procedimento avviato dalla denuncia della famiglia di un residente deceduto nel 2020.

Le accuse dell’MPS…e quelle della Procura

Come si ricorderà nei primi mesi cruciali della pandemia almeno 22 residenti della casa anziani di Sementina sono morti a causa del Covid 19. Una vicenda unica nella sua gravità e che, fin dall’inizio, era stata denunciata dall’MPS con interventi pubblici a più livelli. Pur nel quadro di una pandemia che ha colpito i settori più fragili (come gli anziani), era apparso subito evidente che a Sementina qualcosa non aveva funzionato e che vi erano responsabilità nell’organizzazione della struttura e delle cure da ascrivere ai responsabili che di queste cose dovevano occuparsi. Pensiamo, in particolare, a una netta separazione tra i residenti positivi al Covid e gli altri, all’organizzazione dei pasti, al blocco delle entrate, all’uso del materiale, alla politica di effettuazione dei test per gli ospiti e per il personale e così via. Tutti aspetti che i decreti di accusa hanno evocato sulla base di rapporti precisi e dettagliati rilevati da inchieste del medico cantonale.

Le denunce dell’MPS avevano dovuto confrontarsi con il fuoco di sbarramento delle autorità comunali e in particolare del Municipio; supportato dai partiti che lo compongono, con un attivismo particolare da parte del gruppo PS che ci accusava di voler attaccare, con queste denunce, il personale curante.

La nostra risposta di allora viene oggi fatta propria addirittura dalla procura pubblica. E si tratta di un elemento importante (al di là di come finirà la vicenda giudiziaria: sappiamo che potrebbe anche finire in nulla o quasi, conoscendo l’impermeabilità del sistema giudiziario a riconoscere responsabilità penali da parte di chi commette infrazioni nel settore delle cure).

Infatti quanto successo a Sementina è il frutto (e riprendiamo dagli atti di accusa presentati) di un comportamento dei responsabili della casa per anziani che si sono “Intenzionalmente e ripetutamente opposti a provvedimenti pesi dalle autorità cantonali”.

Il personale, minacciato e sotto ricatto, non ha potuto far altro che ottemperare a queste direttive interne che contraddicevano quanto invece predicavano le autorità sanitarie con l’obiettivo di combattere la pandemia nelle case anziani.

Avevamo, all’epoca, segnalato la vicenda di una lavoratrice che, dopo diversi anni di attività a Sementina, era stata praticamente costretta a dimettersi poiché insisteva per adottare misure di protezione in sintonia con le disposizioni cantonali.

Le responsabilità politiche

Fin dall’inizio, come detto, il Municipio ha fatto quadrato attorno ai dirigenti della casa anziani, attaccando tutti coloro che, in un modo o nell’altro, avevano cercato di fare chiarezza su quanto successo. Il Municipio si era spinto addirittura a contestare alcuni servizi radiotelevisivi che – dando voce a tutte le componenti coinvolte – avevano cercato di spiegare quanto successo a Sementina.

Ma non solo il Municipio: anche il governo cantonale ed i partiti che lo sostengono hanno cercato di mettere una pietra sopra a tutta la vicenda: da ormai quasi due anni una nostra proposta di istituire una commissione di inchiesta sulla vicenda giace nei cassetti del legislativo cantonale.

Nel frattempo numerose altre vicende hanno costellato la storia delle case per anziani di Bellinzona. Concorsi per responsabili andati a vuoto, spostamenti sospetti di personale da una cassa pensione all’altra per beneficiare di condizioni pensionistiche migliori e diverse da tutti gli altri (tra l’altro questa vicenda coinvolge proprio una delle tre dirigenti imputate), mancanza di una politica di potenziamento del personale curante e ausiliario. Tutte vicende che, tra le altre cose, ci hanno spingi a chiedere che la politica delle case anziani della città venisse organizzata e coordinata in una nuova struttura che superasse l’attuale frammentazione.

Vedremo come andrà a finire questa vicenda in sede giudiziaria. A livello politico il giudizio è ormai chiaro e coinvolge le responsabilità del Municipio e dei suoi partiti; Municipio che nelle sue scomposte reazioni degli ultimi giorni (cfr. l’articolo qui sotto), ha dimostrato di voler perseguire nella ormai evidentemente assurda politica di negare qualsiasi addebito.