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Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un primo articolo di presentazione del rapporto Banking on Climate Chaos. Puntare sul caos climatico. Il rapporto 2022 sulla finanza dei combustibili fossili * MPS – Movimento per il socialismo (mps-ti.ch). L’articolo che segue ritorno su questo importante rapporto. (Red)

Il 13° rapporto annuale Banking on Climate Chaos mette in evidenza la palese disparità tra gli impegni pubblici sul clima assunti dalle più importanti banche del mondo e la realtà del finanziamento dell’industria dei combustibili fossili. Più chiaramente: quando le grandi banche promettono di tagliare i finanziamenti all’industria del petrolio, del gas e del carbone, non fanno altro che mentire.
Nei sei anni trascorsi dall’adozione dell’Accordo di Parigi (2015-2016), le 60 maggiori banche private del mondo hanno finanziato i combustibili fossili per 4’600 miliardi di dollari, di cui 742 miliardi solo nel 2021. Le cifre del finanziamento dei combustibili fossili del 2021 sono rimaste al di sopra dei livelli del 2016, anno in cui è stato firmato l’accordo di Parigi. Di particolare importanza è la rivelazione che le 60 banche analizzate nel rapporto hanno incanalato, e solo nello scorso anno, 185,5 miliardi di dollari verso le 100 aziende che contribuiscono maggiormente all’espansione del settore dei combustibili fossili.
Quelle che rappresenta l’analisi globale più completa dei finanziamenti ai combustibili fossili è stata elaborata da Rainforest Action Network, BankTrack, Indigenous Environmental Network, Oil Change International, Reclaim Finance, Sierra Club e Urgewald ed è sostenuta da oltre 500 organizzazioni in oltre 50 paesi del mondo.
I finanziamenti ai combustibili fossili rimangono dominati da quattro banche statunitensi (JPMorgan Chase, Citi, Wells Fargo e Bank of America) che, insieme, rappresentano un quarto di tutti i finanziamenti ai combustibili fossili identificati negli ultimi sei anni. JPMorgan Chase rimane il peggior finanziatore mondiale del caos climatico, mentre JPMorgan Chase, Wells Fargo, Mizuho, MUFG (Mitsubishi UFJ Financial Group) e cinque banche canadesi hanno aumentato il loro finanziamento ai combustibili fossili tra il 2020 e il 2021.
Mentre i mercati globali del petrolio e del gas sono scossi dall’invasione russa dell’Ucraina, i dati rivelano che JPMorgan Chase è la banca più importante, tra quelle analizzate in questo rapporto, dal punto di vista dei suoi contatti con il gigante energetico statale russo Gazprom, sia in termini complessiva nel periodo 2016-2021, sia limitando all’ultimo anno. JPMorgan Chase ha fornito a Gazprom 1,1 miliardi di dollari in finanziamenti per combustibili fossili nel 2021.
Il rapporto presenta anche una linea temporale che mostra come le banche che lo scorso anno avevano aderito alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA, parte della Glasgow Financial Alliance for Net Zero hanno finanziato simultaneamente alcune delle più compagnie petrolifere e del gas in maggiore espansione, contribuendo potenzialmente a bloccare il pianeta in decenni di emissioni che alterano il clima.


Subito dopo il lancio dell’NZBA, nell’aprile 2021, molte banche firmatarie o in procinto di esserlo si sono impegnate in enormi transazioni che andavano in una direzione completamente opposta all’obiettivo dello zero netto. Tra questi, a maggio 2021: 10 miliardi di dollari alla Saudi Aramco (Citi, JPMorgan Chase), 1,5 miliardi di dollari alla Abu Dhabi National Oil Co. (Citi); giugno 2021: 12,5 miliardi di dollari a QatarEnergy (Citi, JPMorgan Chase, Bank of America, Goldman Sachs); agosto 2021: 10 miliardi di dollari a ExxonMobil (Citi, JPMorgan Chase, Bank of America, Morgan Stanley). Delle 44 banche prese in esame in questo rapporto che si sono attualmente impegnate a finanziare emissioni “nette zero” entro il 2050, 27 non hanno ancora una politica significativa di non espansione per tutte le parti dell’industria dei combustibili fossili.
I principali scienziati del clima del mondo hanno concluso che le riserve di combustibili fossili esistenti contengono inquinamento più che sufficiente per rompere quel che rimane del nostro “bilancio di CO2” e per spingere il mondo verso un riscaldamento superiore ai 2 gradi Celsius – per non parlare dell’obiettivo di 1,5 gradi fissato dall’accordo di Parigi – e la catastrofe climatica che ne consegue.

La nuova Global Oil and Gas Exit List mostra che l’espansione del petrolio e del gas a monte è notevolmente concentrata: le prime 20 compagnie sono responsabili di più della metà dello sviluppo e dell’esplorazione dei combustibili fossili. Banking on Climate Chaos mostra che il sostegno delle banche a queste aziende è anche notevolmente concentrato: i primi dieci banchieri di queste prime 20 aziende sono responsabili del 63% del finanziamento di queste aziende dopo Parigi. Ognuno di questi dieci banchieri si è impegnato a raggiungere lo zero netto entro il 2050: JPMorgan Chase, Citi, Bank of America, BNP Paribas, HSBC, Barclays, Morgan Stanley, Goldman Sachs, Crédit Agricole, Société Générale.

Tendenze del settore

Sabbie bituminose. Le sabbie bituminose hanno visto un allarmante aumento del 51% dei finanziamenti tra il 2020 e il 2021, raggiungendo i 23,3 miliardi di dollari, un incremento dovuto all’impegno in particolare delle banche canadesi RBC (Royal Bank of Canada) e TD (Toronto-Dominion Bank).

Petrolio e gas artici. JPMorgan Chase, SMBC Group (Sumitomo Mitsui Financial Group) e Intesa Sanpaolo sono stati i principali finanziatori bancari di petrolio e gas artici nel corso dello scorso anno. Il settore ha ricevuto 8,2 miliardi di dollari di finanziamenti nel 2021, fatto che ha messo in evidenza come le politiche che limitano il finanziamento diretto dei progetti non vadano abbastanza lontano.

Petrolio e gas offshore. L’anno scorso le grandi banche hanno incanalato 52,9 miliardi di dollari verso il petrolio e il gas offshore, con le banche statunitensi City e JPMorgan Chase che hanno fornito la maggior parte dei finanziamenti. BNP Paribas è stata la più grande banca di petrolio e gas offshore nei sei anni dall’accordo di Parigi.

Petrolio e gas per fracking (frantumazione idraulica). Il fracking ha raggiunto 62,1 miliardi di dollari di finanziamenti l’anno scorso, dominati dalle banche nordamericane con Wells Fargo in testa, finanziando produttori come Diamondback Energy e compagnie di gasdotti come Kinder Morgan.

Gas naturale liquefatto (LNG). Morgan Stanley, RBC e Goldman Sachs sono state le peggiori banche nel 2021 per quel che riguarda il LNG, un’industria che si affida alle banche per aiutarla a svilupparsi attraverso una serie di enormi progetti infrastrutturali.

Miniere di carbone. Il finanziamento delle miniere di carbone è guidato dalle banche cinesi, con China Everbright Bank e China CITIC Bank che sono i peggiori tra i finanziatori nel 2021. Le grandi banche hanno fornito 17,4 miliardi di dollari al settore in generale l’anno scorso.

Coal power (centrali elettriche a carbone). Il finanziamento dell’energia da carbone è rimasto praticamente invariato negli ultimi tre anni attorno a un valore di circa 44 miliardi di dollari; un dato allarmante visto che il carbone come fonte energetica dovrebbe essere eliminato rapidamente in questo decennio e nel prossimo. China Merchants Bank e Ping An Group hanno guidato il finanziamento del settore nello scorso anno.

*articolo apparso su https://climateandcapitalism.com/ il 31 marzo 2022. Traduzione in italiano curata dal segretariato MPS.

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