Come ogni anno, il 9 maggio è passato e, come ogni anno da un paio di decenni in qua, sia gli amici che i nemici di Putin, hanno ripetuto all’unisono che la Russia ricorda ed onora i 20 o 25 milioni di morti della seconda guerra mondiale. Quasi quasi, si direbbe che in questi ultimi anni, ed ancor più quest’anno in ragione della guerra lanciata da Putin contro l’Ucraina, i milioni di morti russi son stati commemorati con ancora più enfasi al fine di sottolineare, apparentemente, l’assenza degli Ucraini dal martirologio.
Tutto ciò è un’ulteriore immensa menzogna. O piuttosto, un’immensa frode macabra al servizio della propaganda grande russa dell’attuale regime. Perché? Perché, prima di tutto, quei milioni di morti che si commemorano quel giorno non erano Russi ma, in primo luogo e soprattutto, dei civili e militari sovietici.
La differenza non è da poco e lo sa lo stesso Putin che conosce l’abisso che separa la «maledetta Unione sovietica» dalla sua Federazione di Russia visto che dà in escandescenze, ogni volta che parla in pubblico della Rivoluzione d’ottobre, di Lenin e dei suoi bolscevichi.
Ma ci sarà qualcosa di vero in quanto dice Putin? I cittadini ed i militari sovietici morti a causa della seconda guerra mondiale erano veramente proprio tutti Russi?
La risposta – che si trova nelle cifre pubblicate su Wikipedia in inglese e francese- tratte dallo studio di Vadim Erikman Poteri narodonaseleniia v XX veke: spravochnik, Mosca, 2004, pp 23-35. (vedi riquadro) è, chiaramente, no.
Certo, in termini assoluti, la Repubblica socialista federativa di Russia (che contava nel 1940, 110 milioni di abitanti) è quella che ha avuto il più gran numero di morti, di più che qualsiasi altra repubblica socialista sovietica.
Le cose cambiano però in modo considerevole se il calcolo si basa sulla percentuale della popolazione di morti civili e militari per ognuna singola repubblica sovietica. E ci si rende conto che la percentuale di Russi morti (12,7%) è inferiore alla percentuale media per l’intera Unione sovietica.
E non solo! la percentuale dell’Ucraina è notevolmente più alta (16,3%) ed è seconda solo alla Belarus che è, fra le repubbliche sovietiche, quella che ha pagato il tributo di sangue più pesante (25,3%), tributo descritto poi dai film del grande realizzatore sovietico Elem Klimov.
Cosa dire poi dei «piccoli» popoli e delle «piccole» nazioni dell’URSS ignorate costantemente da Putin allorché le loro popolazioni furono quasi decimate durante la guerra?
Per esempio, gli Iakuti hanno perso il 61% dei loro uomini che han combattuto nell’Esercito Rosso. E gli Ebrei dell’URSS hanno pure subito perdite enormi, le più importanti di tutte le nazioni dell’Unione sovietica: sui 50.000 uomini che hanno combattuto nei ranghi dell’Esercito rosso, 200.000, cioè il 40%, son stati uccisi mentre due milioni di civili Ebrei hanno anche loro perso la vita.
Ed è per esempio – uno degli innumerevoli esempi in questo senso – in funzione di questa falsificazione della storia che ci si ostina a parlare della «liberazione di Auschwitz da parte dei soldati russi» allorché, in realtà, Auschwitz è stato liberato dalla 322esima divisione del «Primo fronte ucraino», cioè, essenzialmente da soldati ucraini.
Così, quando Putin e la sua propaganda grande russa non solamente ignorano i sacrifici fatti da tutti questi popoli, nazioni e nazionalità ma si spingono sino a confiscargli i loro morti e le loro sofferenze, non si tratta più di una semplice frode, di una semplice bugia si tratta di un vero e proprio sacrilegio.
La ragione è evidente: dopo aver decretato che non esiste una nazione ucraina, Putin non può coerentemente ammettere che, ottant’anni fa, milioni di Ucraini morirono combattendo il Terzo Reich. E gli è ancora più inconcepibile ammettere che le perdite umane ucraine sono state proporzionalmente più importanti di quelle russe, di per sé già spaventosamente altissime.
Di fatto, visto che si ostina a dichiarare che gli Ucraini non son altro che Russi «nazificati» finisce ragionevolmente nella sua irragionevolezza col russificare anche i loro morti della seconda guerra mondiale.
Così, i fantasmi del passato assillano come mai il presente nel momento in cui il tributo di sangue pagato dalla popolazione sovietica nella sua lotta contro il fascismo diventa un oggetto ben orchestrato della falsificazione della storia. Semplicemente per servire i bisogni propagandisti del profanatore senza scrupoli di tombe che è Putin.
Numero di morti per repubblica sovietica
Repubblica Sovietica – Popolazione nel 1940 – Perdite militari – Perdite civili – Totale – % della popolazione
Armenia 1.320.000 150.000 30.000 180.000 13,6
Azerbaigian 3.270.000 210.000 90.000 300.00 9,1
Belarus 9.050.000 620.000 1.670.000 2.290.000 25,3
Estonia 1.050.000 30.000 50.000 80.000 7,6
Georgia 3.610.000 190.000 110.000 300.000 8,3
RSS Kazaka 6.150.00 310.000 350.000 660.000 10,7
RSS Kirghiza 1.530.000 70.000 50.000 120.000 7,8
Lettonia 1.890.000 30.000 230.000 260.000 13,7
Lituania 2.930.000 25.000 350.000 375.000 12,7
Moldavia 2.470.000 50.000 120.000 170.000 6,9
Russia 110.000.000 6.750.000 7.200.000 13.950.000 12,7
Tadjikistan 1.530.000 50.000 70.000 120.000 7,8
Turkmenistan 1.300.000 70.000 30.000 100.000 7,7
Ucraina 41.340.000 1.650.000 5.200.000 6.850.000 16,3
Uzbekistan 6.550.000 330.000 220.000 550.000 8,4
Non identificati 165.000 130.000 295.000
TOTALE URSS 194.090.000 10.700.000 15.900.000 26.600.000 13,7